Assolta anche in secondo grado, perché agì per legittima difesa, la trans Patrizia, accusata della morte di Samuele De Paoli, il 21enne di Bastia Umbra ucciso la notte tra il 27 e il 28 aprile del 2021 nelle campagne di Sant’Andrea delle Fratte dove si era con lei appartato. I giudici della Corte d’assise d’appello di Perugia hanno confermato il verdetto emesso in primo grado a settembre 2023, assolvendo l’imputata dall’accusa di omicidio preterintenzionale, nonostante la Procura generale avesse invece chiesto una condanna a 6 anni di reclusione. Accolta, dunque la tesi della difesa – rappresentata dall’avvocato Francesco Gatti – che aveva ricostruito come la trans avesse agito per legittima difesa. Anche se ora si attendono le motivazioni della Corte.
Samuele era stato ritrovato senza vita la mattina del 28 aprile 2021 nei campi vicino alla zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte, a Perugia, seminudo. Era in un fossato, a poca distanza dall’auto della madre con cui era uscito la sera prima. Le indagini avevano ricostruito che il giovane, dopo passato la serata con alcuni amici, da solo si era poi recato con l’auto nella zona di Sant’Andrea delle Fratte, dove si era accordato con la transessuale per una prestazione sessuale. Poi c’era stata una lite, la colluttazione tra i due prima dentro e poi fuori dall’auto, infine la stretta al collo da parte di Patrizia al giovane per poter scappare e risultata poi fatale. Con Samuele lasciato a terra, mentre la trans si era allontanata con un amico che nel frattempo aveva contattato.