Le luminarie sono indispensabili per un bel Natale? Una città che discute sempre su tutto e dove qualcuno ha spento già la luce
Da che mondo è mondo, cribbio, a Spoleto non v’è Natale (e nemmanco Capodanno) senza che vi sia una baruffa forzuta sulla illuminazione stradale natalizia.
Trattasi di quei graziosi fili di lucette che fanno tanto Merry Christmas che vanno da un capo all’altro delle principali vie del commercio cittadino. Che poi uno, da una 20ina di anni a questa parte, si domanda ancora di che commercio parliamo in effetti. Una passeggiata nelle due principali vie dello shopping al centro lascerebbe imbalsamato e mummificato all’egiziana anche un Bramino indù, quelli che notoriamente vengono cremati su cataste di legno di cedro, profumato da olibano.
Chi scrive, avendo avuto a che fare con i commercianti spoletini per genesi familiare e per lavoro professionale, potrebbe raccontare cose che voi umani non potete nemmeno immaginare. Il che però non vuol dire che, nel caso specifico dell’Anno Domini 2023, gli si possa o debba per forza addossare una colpa specifica per la nuova diatriba su chi deve fare l’addobbo luminoso, con quali soldi e con quale progetto.
Ma andiamo per ordine
Confcommercio chiacchiera…
L’inossidabile presidente di Confcommercio Spoleto, Tommaso Barbanera, normalmente una persona quasi quasi “timida”, sbotta luminescente e a pochi giorni dalla canonica accensione della luminaria immensa (per tradizione l’8 dicembre, ma da qualche anno anticipata all’ultimo fine settimana di novembre), con l’acido lattico ai cosiddetti, si stanca della pantomima con l’amministrazione comunale a cui è stato richiesto un contributo e spara un comunicato poetico:
“È dal mese di marzo – specifica Barbanera – che Confcommercio Mandamento Spoleto ha chiesto più volte all’amministrazione comunale e agli uffici preposti di iniziare a lavorare insieme su un progetto delle luci e degli addobbi di Natale che coinvolgesse tutta la città”.
“Siamo stati sempre disponibili a condividere con il Comune il progetto per il Natale 2023/2024, purtroppo però fino al 18 ottobre non è stato possibile”, sottolinea il presidente Tommaso Barbanera. Da qui la presa di posizione del consiglio direttivo dell’Associazione che nell’ultima riunione ha deliberato di non procedere all’attuazione del progetto proposto dal Comune, considerato incompleto e poco condivisibile e frutto di scelte unilaterali. La decisione di Confcommercio è stata comunicata al Comune con una nota ufficiale inviata il 7 novembre.
“Abbiamo fatto pressioni costanti sui referenti comunali e gli uffici di competenza fin dai primi mesi dell’anno – aggiunge il presidente Barbanera – affinché il progetto Luminarie per le festività 2023/2024 potesse essere completo, chiaro e finanziabile.
Il 31 ottobre, data dell’ultima riunione con l’amministrazione comunale, abbiamo purtroppo dovuto constatare che tutto era stato deciso, senza alcuna nostra condivisione. Abbiamo messo impegno e speso tempo per trovare fornitori e offerto la nostra collaborazione, ma non è servito a nulla tant’e che non sono state prese in considerazione altre proposte. Sono rammaricato, ma soprattutto dispiaciuto perché si vuole far credere che Confcommercio Spoleto non abbia mantenuto le promesse, quando la verità è che non ha ritenuto di avallare le scelte precostituite del Comune.
Si è persa un’occasione per definire un progetto condiviso. Rimaniamo comunque a disposizione e come associazione di categoria ci auguriamo che anche quest’anno ci siano luci e addobbi che rallegrino la città durante le festività natalizie”.
Ecco, sull’ultima affermazione di Barbanera, sulle luci che rallegrano durante le festività, si potrebbe scrivere un corposo tomo a carattere sociologico, filosofico, economico ed anche psichiatrico.
Di sicuro le discussioni, che non mancano mai, illuminano la fragilità di un corpaccione, quello di Spoleto, che da solo è al limite dell’implosione. Quella sì che sarebbe una bella sparaflesciata, lampante, da vera supernova.
Per anni si è discettato del fatto che non potevano essere i fili di luce natalizia a rendere accogliente ed attraente una città. Questo tema in effetti ha una sua ragione d’essere. Si potrebbero citare dotti scritti sul tema come quelli del sempre grande Gillo Dorfles: Horror Pleni o anche Kitsch. Antologia del cattivo gusto. Occorrerebbe prima di tutto un profilo culturale e di progetto molto ben definito e stabile a cui aggiungere anno per anno le novità in prospettiva di una crescita umana e sociale da condividere e non da godere con se stessi, da onanisti con la luminaria nei pantaloni.
Ma non è questo l’articolo adatto per dire cose di buon senso. Ci limitiamo a mantenere alto il profilo cialtronesco della contesa sbrilluccicante.
… e la Giunta archiacchiera…
Tocca a Giovanni Maria Angelini Paroli, assessore al Marketing e innovazione imprenditoriale e del turismo 4.0 per la valorizzazione dell’economia locale, abbozzare, nel Consiglio Comunale del 16 novembre, una risposta poco illuminata in cui, a parte il ripetersi continuo del dispiacere per la mancata adesione di quel burbero di Barbanera e la volontà di non condannare le scelte di Confcommercio, il progetto comunale non viene illustrato, ma rimandato ad una futura presentazione. Lo stesso assessore non entra mai nemmeno nel dettaglio del progetto dei commercianti spoletini che non sarebbe piaciuto all’amministrazione.
Intanto è confermato che ci sono per la bisogna 20mila euro a bilancio, anche se la consigliera di opposizione Dottarelli se ne ricordava 40mila. Ma tanto i soldi si trovano sempre quando c’è di mezzo l’onanismo elettrificato a lampadina. Sta a guardare il bulbo pilifero… pardon, il filamento di rame.
E dal prossimo anno, per non sbagliare, Paroli annuncia anche che nel bilancio comunale ci sarà un apposita voce-contenitore in cui vanno messi i denari specifici per l’addobbone – bubbone immancabile.
…nel mentre “i raggi B balenano nel buio vicino alle porte di Tannhäuser“.
Ricordiamocelo, tutti questi momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia, perchè in realtà il progetto “che ha vinto”, quello comunale, sembra preveda – il condizionale è d’obbligo – qualcosa come 4 o 5 installazioni luminose nelle piazze principali e l’apposizione di circa 150 fili per tutto il territorio dello shopping. Sic! E’ pure vero che molte strade come Corso Garibaldi si stanno preparando da tempo in proprio per una animazione anche diversa dalla luce che illumina con gioia e divertimento, ma per certe vie complicate – che non citeremo per rendere più alta la suspance – di fili ne occorrerebbero non meno di 90. E, così, se ne hai solo 150 in saccoccia si deve procedere per forza per tagli. Anche qui!
A curare l’operazione sarà un’associazione locale attraverso un soggetto privato. E qui Barbanera diventa a tutti gli effetti Barbablù, quello che aveva un sacco di problemi con le mogli che si prendeva.
Il presidente del mandamento spoletino non la manda giù bene la faccenda che si sceglie more uxorio un soggetto che non sia parte della banda.
Nessuno dei contendenti si domanda però chi realmente ne fa le spese di queste simpatiche discussioni nataline. Una città con i crampi tenta inutilmente di rimediare all’acido lattico che l’ha inondata sino all’ultimo muscolo abile, con chiacchiere indecifrabili, senza un perché, un percome e un minimo di decenza per chi li osserva. E sono solo 30 anni di polemiche sulla faccenda.
Ci si appresti una catasta per la cremazione. Almeno si potrà respirare un po’ di buon odore di incenso e cedro. E il fuoco fa sempre una bella luce.
Ci vorrebbe Nerone, ecco! Lui si che saprebbe come creare luminarie indimenticabili.