“Tra passato e presente. I mestieri tradizionali e le nuove attività imprenditoriali” è il titolo dei tre incontri, che si terranno il 13 marzo a Spoleto nel Chiostro di San Nicolò, alle ore 10, il 14 marzo alle ore 10 a Cascia nella sede del Bim (Bacino imbrifero montano) in piazza Garibaldi, e a Bevagna nell'albergo “Il Chiostro” in corso Matteotti il 15 marzo, alle 17. I tre appuntamenti sono l'occasione per presentare al pubblico i risultati della ricerca effettuata sul campo dal consorzio Bim, nell'ambito del progetto “Gli antichi mestieri”, del programma Leader Plus, Asse I – Misura 1.2° – Tipologia 1.5, attraverso il coinvolgimento diretto dei protagonisti. Un modo, anche, per esporre le esperienze aziendali e territoriali “esemplari”, che sotto l'aspetto commerciale economico, produttivo, promozionale e culturale, possono rappresentare possibili punti di riferimento e di orientamento sia per le imprese che per il contesto locale. I lavori del primo incontro, che si terrà, appunto, a Spoleto giovedì 13 marzo, inizieranno alle ore 10 con il saluto di Monsignor Giampiero Ceccarelli, cancelliere dell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, a seguire la presentazione dei risultati del progetto che saranno illustrati da Giuliana Nagni, presidente della cooperativa Arte Spoleto, e Glenda Giampaoli, archeologa ed esperta del tessile antico. Inoltre, all'appuntamento prenderanno parte, anche, i volontari del Servizio Civile Nazionale “Promuovere l'accesso al patrimonio dei beni culturali” ed è prevista una visita guidata ai laboratori della cooperativa Arte Spoleto. Il progetto “Gli antichi mestieri” è stato finanziato dal Gal Valle Umbra e Sibillini e ha interessato tutta l'area Gal: il territorio della Valnerina, di Spoleto e di Foligno ed è stato realizzato, sotto il profilo finanziario ed organizzativo, dal Bim, in collaborazione con il CEDRAV e il dipartimento Uomo e Territorio dell'Università degli Studi di Perugia. L'obiettivo è stato quello di mettere a punto una serie di iniziative volte al recupero e alla promozione di quelle attività tradizionali che rappresentano la vera identità culturale delle popolazioni della Valnerina e di tutta l'area del Gal Valle Umbra e Sibillini per sostenere e favorire nel tempo la nascita di nuove attività imprenditoriali che possano rappresentare l'evoluzione di questi “mestieri” del passato anche all'interno della filiera turismo-ambiente-cultura. Rispetto alla prima fase del progetto la ricerca sul campo ha interessato 40 unità per coinvolgere nella stessa le imprese operanti nel settore artigianale ma in mestieri diversi da quelli che sono stati documentati dal Cedrav con la ricerca storica-antropologica effettuata nel 2004. “L'ampliamento del numero dei soggetti da monitorare e dell'ambito territoriale si è reso necessario – anticipano i rappresentanti del Bim -, per individuare e censire le esperienze aziendali e territoriali che sono da esempio”. Il campione delle aziende che sono state monitorate dal consorzio Bim ha riguardato tre settori produttivi: quello agro-alimentare (a cui appartengono il mestiere del pastore e del norcino), quello manifatturiero (che si riferisce al rasparo, alla tessitrice e all'organaro) e il settore dei servizi, con il mularo. L'attività di ricerca ha riguardato questionari di analisi, interviste con testimonial, con associazioni di categoria, con rappresentanti del settore della ricerca, con gli istituti di credito e con gli amministratori pubblici del territorio. Un'occasione, dunque, importante per le aziende per delineare le linee guida di intervento e di azioni di supporto che possono essere sviluppate nel tempo, anche attraverso altri strumenti di sostegno allo sviluppo locale.
MESTIERI TRADIZIONALI E E NUOVE IMPRESE NEL PROGETTO” GLI ANTICHI MESTIERI”
Mer, 12/03/2008 - 11:09