Anche l’Amministrazione comunale di Città di Castello ha voluto rendere omaggio, questa mattina in municipio, ai protagonisti dell’ultima missione umanitaria in Burkina Faso promossa dall’associazione eugubina L’Impegno dall’8 al 29 gennaio.
Guidata dal presidente del sodalizio dottor Luigi Panata, giunto nello stato africano insieme alla moglie Patrizia Scavizzi (ex direttrice del laboratorio di analisi di Gubbio) e Gianni Bettelli (ex dipendente Colacem), l’equipe era composta dal dottor Giovan Battista Sbordone (direttore della struttura complessa aziendale di Oculistica dell’Asl1), dal dottor Sandro Sbordone (medico della clinica oculistica dell’Università di Napoli), dalla dottoressa Paola Vastarella (medico dell’ospedale san Gennaro di Napoli), dalla dottoressa Erica Paolillo (specializzanda in oculistica dell’Università di Napoli) insieme agli infermieri: Roberta Roselli e Angelo Cesari di Città di Castello, Maura Piombini di Sansepolcro, Mara Ricci e Federica Mancini di Gubbio, Gabriele Salciarini (vice presidente dell’associazione «L’impegno» e ottico) e Simone Cecchini della Visionottica Salciarini di Gubbio.
La missione, che si svolge ogni anno (dal 2012), in questo 2015 ha fatto registrare oltre 450 controlli optometrici, 252 consulenze oftalmologiche e 129 operazioni. Durante il medesimo periodo sono stati inoltre forniti ben 249 occhiali da vista, 500 da sole e 100 premontati. I medici specialisti della missione hanno avuto l’opportunità di lavorare sul nuovo blocco per la chirurgia ambulatoriale composto da due sale operatorie, una sala di anestesia, una sala oftalmologica, una sala refrazione per la misurazione della vista e un laboratorio di ottica per la fornitura di occhiali su misura, allestito nell’ottobre scorso dall’associazione “L’impegno Onlus”, grazie al lavoro in loco del presidente Panata e del vice Cecchini.
Gli infermieri e ottici presenti nella sala della Giunta tifernate hanno raccontato anche le sensazioni del giorno dell’attentato terroristico del 16 gennaio nella capitale Ouagadougou, ad appena 60 km dal luogo in cui i medici umbri operavano. Il giorno successivo alla tragedia che ha portato alla morte di 27 persone, infatti, la delegazione del dottor Panata, pur non essendo stata sotto minaccia diretta, ha raccontato di essere stata posta sotto tutela armata dalla gendarmeria locale, con la sorveglianza 24 ore su 24 da parte di due soldati, il coprifuoco a partire dalle 23 e con le uscite dall’ospedale sempre sotto scorta.
Panata, davanti alla stampa, ha voluto fare un vero e proprio appello per portare a curare in Italia giovani gravemente malati e, soprattutto, sollecitare donazioni che possano aiutare la popolazione africana: “Strumenti obsoleti e inutilizzati in Italia, in Burkina faso valgono oro”.
Per sottolineare l’importanza e la professionalità del connubio che ha operato in Burkina, il dott. Sbordone ha citato un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano corri insieme agli altri”. L’infermiera Roberta Roselli, alquanto emozionata, ha confermato la massima sopracitata ricordando l’esperienza corale come “indescrivibile dal punto di vista professionale e umano, in un luogo dove il lavoro umile è riconosciuto in maniera forte e con grande riconoscenza da parte della gente africana”.
“E’ doveroso – ha dichiarato il sindaco Luciano Bacchetta, che ha premiato Sbordone, Panata e i membri altotiberini dell’equipe in Comune (quest’ultimi accompagnati dal dirigente del servizio infermieristico Ausl Umbria 1 Area Nord Roberto Bacchetta) – tributare riconoscenza a persone che hanno messo a repentaglio la loro vita. Sono orgoglioso di tutti loro e soprattutto dei miei concittadini”.