Massimo Burla "Forse si poteva salvare" | Fuori dal Coro a Orvieto per i defibrillatori fantasma - Tuttoggi.info

Massimo Burla “Forse si poteva salvare” | Fuori dal Coro a Orvieto per i defibrillatori fantasma

Redazione

Massimo Burla “Forse si poteva salvare” | Fuori dal Coro a Orvieto per i defibrillatori fantasma

Massimo Burla, Fuori dal Coro a Orvieto. Sindaco si difende e 'scarica' la colpa della mancanza di defibrillatori su "Amici del cuore"
Gio, 12/06/2025 - 07:00

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Massimo Burla, 66enne di Orvieto, ha perso la vita a causa di un infarto lo scorso 9 maggio nei pressi del suo negozio del centro. La moglie e la figlia hanno dato l’allarme in seguito al malore del padre e Massimo Burla è stato soccorso momentaneamente da una dottoressa fuori servizio che ha urgentemente chiesto un defibrillatore. Così è scattata la caccia al presidio DAE in tutta la città, ma nessuno è riuscito a trovare un dispositivo salvavita, nonostante il Comune di Orvieto distribuisse delle piante della città dove, con un cuore, era segnalata la presenza di ben 14 defibrillatori. Qualche giorno dopo il tragico evento il Comune ha provveduto a sostituire le piantine della città con la segnalazione dei defibrillatori con altre che invece non le avevano, cercando di rimediare in modo grossolano alla mancanza. Proprio a Orvieto si è recata una troupe di “Fuori dal Coro” di Mario Giordano che ha realizzato un servizio andato in onda ieri sera, 11 giugno su rete 4. Dopo Striscia la Notizia, con l’inviato Jimmy Ghione, quella di Mario Giordano è la seconda trasmissione di un certo rilievo ad occuparsi del caso.

Massimo Burla, Fuori dal Coro “Forse si poteva salvare”

L’inviata di Giordano ha incontrato la figlia e la moglie di Massimo Burla che hanno spiegato quanto accaduto quel maledetto 9 maggio e nei giorni successivi. L’ambulanza, giunta sul posto, non avrebbe avuto a bordo neanche il medico, fatto che sembrerebbe essere in contraddizione con il codice rosso assegnato: attimi di non intervento potenzialmente fatali che non hanno consentito di prestare le prime cure che avrebbero potuto essere fondamentali per tenere in vita il paziente.

Caccia al defibrillatore che non c’è

In molti, alla richiesta del medico che stava soccorrendo Massimo Burla, si sono messi a caccia dei defibrillatori segnalati sulla cartina, ma i dispositivi non c’erano. Il motivo? Lo ha spiegato il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, intervistata dalla giornalista di “Fuori dal coro”: “La società che aveva avviato il progetto di Orvieto città cardioprotetta, finita l’attività prevista, ha cessato anche l’attività di manutenzione di questi defibrillatori”. Il progetto era stato messo in atto dall’associazione “Amici del cuore”, con il sostegno dell’ex primario di cardiologia dell’ospedale, Giampiero Giordano, per garantire un pronto intervento in caso di necessità. Era il 2022 ed è successo lo stesso identico episodio: un uomo, colto da malore, perde la vita dopo aver preso un caffè e in zona nessun DAE. Anche in quel caso si cercò un defibrillatore che non fu mai trovato. Questo perché, nel 2017, il progetto iniziato nel 2005 di Orvieto città cardioprotetta si è praticamente dissolto, nonostante la firma di una convenzione tra Comune e associazione “Amici del cuore” per cercare di tenere in piedi quanto di buono fatto.

Quello che dice la convenzione 2017

“I defibrillatori sono stati tutti ritirati per una verifica del loro stato in previsione del nuovo posizionamento era quanto spiegava il Comune di Orvieto nel 2017 per rispondere ad alcune segnalazioni riguardo la ‘scomparsa’ dei defibrillatori dal centro Il Comune si farà carico della manutenzione ordinaria (piastre, batterie) mentre l’Associazione ‘Amici del Cuore’ si farà carico della manutenzione straordinaria degli apparecchi. Alla luce dell’esperienza conseguita e delle mutate condizioni nel Centro Storico, Comune ed Associazione ‘Amici del Cuore’ verificheranno, insieme, un nuovo riposizionamento degli apparecchi. “Gli ‘Amici del Cuore’ si adopereranno per implementare il numero dei defibrillatori ed il Comune si farà carico dell’eventuale fornitura dell’energia elettrica necessaria al riposizionamento dei defibrillatori”.

Aperta indagine dopo denuncia dei famigliari

La Guardia di Finanza indaga sul ‘caso Massimo Burla’ in seguito alla formalizzazione di una denuncia del legale della famiglia della vittima, secondo la quale sull’ambulanza arrivata sul posto non ci sarebbe stato il defibrillatore. Sulla mancanza di un eventuale medico sembra invece che il dottore fosse al momento impegnato in un altro intervento.

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