“Fa un certo effetto vedere l'Umbria ai primi posti nella classifica della produttività delle regioni italiane stilata da un quotidiano, autorevole, ma non certo della nostra parte, come il Sole24Ore”. Queste le parole di Mario Bravi, Segretario Regionale della CGIL, in merito alle affermazioni contenute nell'articolo uscito sul Sole 24 ore (leggi qui). “L'Umbria, ci dice il giornale della Confindustria, tra il 2007 e il 2011 è stata la quarta regione italiana per livelli di produttività del lavoro (valore aggiunto su numero di addetti), ben al di sopra della media nazionale (66,1 punti contro 44,8). Al tempo stesso, dobbiamo riscontrare invece risultati piuttosto scarsi sul versante dell'imprenditorialità. Siamo sotto la media sia per numero di imprese attive ogni mille abitanti, sia per propensione all'export, sia per grado di apertura commerciale (addirittura quint'ultimi). E, purtroppo, anche la classifica più importante, quella sul tasso di occupazione, ci vede nelle ultime posizioni”.
“Dunque, che dire – ha continuato Bravi – sappiamo che come tutte le statistiche e le classifiche, anche queste, che, ripetiamo, vengono dal quotidiano di Confindustria, vanno prese con le molle. Tuttavia, forse, chi insiste ossessivamente sulla produttività del lavoro, sganciata da ogni altro fattore produttivo, come rimedio a tutti i mali dell'Umbria, chi vuole aprire i negozi a tutte le ore di tutti i giorni, chi vuole ridurre diritti e salari per favorire la ripresa, dovrebbe fermarsi un attimo a riflettere. E se non vuole ascoltare quello la Cgil dice da tempo, e cioè che il problema non sono i lavoratori fannulloni o poco produttivi, ma un'imprenditoria che non investe, non innova e non riesce a stare sul mercato, oltre ad un governo (il passato come l'attuale) che non ha una politica industriale, allora presti attenzione almeno al Sole24Ore, che di certo non può essere accusato di partigianeria”.
Ale.Chi.