di Alessia Chiriatti e Sara Minciaroni
Marini raddoppia, o meglio si riconferma presidente. L’attesa conferenza stampa di Catiuscia Marini ha riportato giornalisti e cittadini nella Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni, nella stesso luogo dove in tanti hano trascorso la notte thriller dello spoglio delle elezioni regionali. Un testa a testa di fatto dato solo dalle previsioni dell’Istituto Piepoli, e poi smentito dai dati reali. Exit poll e proiezioni hanno di certo tirato un brutto scherzo al centrosinistra, quando alle prime sezioni scrutinate l’Umbria sembrava persa. Prima la paura, poi la risalita. Infine la vittoria.
Dal tramonto all’alba, la notte thriller del Pd Umbria
Marini inizia con i ringraziamenti: “il ringraziamento è d’obbligo per tutti i candidati e le candidate che hanno contribuito a rendere possibile questo risultato. Ai giornalisti, che hanno reso noto quello che abbiamo fatto durante tutte queste settimane. Ringrazio anche gli elettori che hanno voluto confermare la fiducia a me e alle liste della coalizione di centrosinistra. Un risultato importante che avviene in un contensto politico e regionale molto diverso rispetto al passato, con schieramenti politici cambiati dal 2010, e con una composizione elettorale diversa”.
Il Pd primo partito – Il 35,76% del Pd risuona tra i corridoi dei palazzi di Piazza della Repubblica e di Piazza Italia. Pena l’astensionismo, che, insieme ad altri fattori, “come gli scandali della politica che hanno ridotto la fiducia da parte della popolazione”, porta via 10 punti percentuali, il Pd perde 25mila voti, rispetto alla precedente tornata del 2010. Ma per Marini, il suo partito “si consolida come gruppo di riferimento sul locale“. La forbice rispetto agli altri partiti è comunque ampia (con M5S al 14,55%), quando nel 2010 il PdL era molto più prossimo al Pd. Importanti a suo avviso anche i risultati delle liste che complessivamente che erano in coalizione con il partito di Renzi, che totalizzano 26mila elettori.
Il significato politico e personale – “Moltissimi elettori di questa regione – ha continuato Marini – hanno scelto di votare direttamente il presidente senza esprimere altre preferenze. Così assumo una responsabilità maggiore. Dovrò interpretare le decisioni che sarò chiamata ad assumere nelle prossime settimane, non appena sarà proclamata la mia elezione per la prossima legislatura che si accinge ad aprire”. E sul risultato di Todi, ha commentato: “è un risultato di tutta la coalizione di centro sinistra. Non è un voto negativo rivolto alla mia persona”.
“L’amico Ricci“, come lei stessa lo chiama, con il quale ha lavorato per tanto tempo, passa però all’opposizione. “Non voglio sottovalutare il risultato del centrodestra” ha detto Marini. “Toccherà a lui articolare le forze di opposizione in maniera molto diversa rispetto al passato. E’ aperto il confronto: alcuni risultati, come quello della Lega, sono il frutto di quanto è accaduto nel paese e nella nostra regione. Quello che ho percepito nello svolgimento della campagna elettorale è quanto le tematiche sociali che contatno siano connesse alla crisi, alla paura e all’incertezza sul futuro, all’impoverimento del ceto medio, alla sicurezza e all’immigrazione. Tutti fattori che appunto sono stati derminanti per il risultato di partiti come la Lega. Lo voglio dire anche per le tematiche che il nostro partito, a livello nazionale, ha preso a cuore e deve continuare a conseguire”. Il candidato di centrodestra ha poi telefonato a Marini: “ho apprezzato anche che abbia detto di voler collaborare con l’assemblea legislativa per lavorare. E’ rappresentante di una compagine politica che è molto composita”.
Perugia bis? No grazie – Il centrosinistra allonta dunque lo spettro di un Perugia bis, dove lo scorso anno, alle amministrative, Romizi e i suoi hanno preso Palazzo dei Priori, scalzando al ballottaggio l’uscente Boccali. “Perugia rappresenta sempre il 20% del nostro elettorato regionale, dunque è ancora più importante il contributo che è stato dato alla nostra vittoria”. Guardando in grande, l’Umbria si conferma alla sinistra, come altre 4 regioni italiani andate al voto nella giornata di ieri (su sette). Dato importante, ha detto Marini, “in particolare per quando ci ritroveremo in Conferenza Stato Regioni, e avremo solo tre governatori di centrodestra.
La nuova giunta – Per il toto nomi è forse presto, almeno per la composizione dell’esecutivo, quando ormai l’assemblea, al netto di colpi di scena, cambi nella sua composizione. “Abbiamo un po’ di giorni per la proclamazione ufficiale degli eletti. Credo che occorrerà tenere conto di uno o più critieri, uno tra tanti la rappresentanza e delle preferenze individuali. Non possiamo non tenerne conto nella valutazione complessiva per la composizione della maggioranza che comporrà con me il consiglio. Un mix di rappresentanza politica e competenze, che sono utili alla giunta e che non vengono esclusivamente da un percorso amministrativo. La nuova giunta regionale avrà ad un numero inferiore di assessori ( si passa infatti da 8 a 5, ndr) e bisognerà fare caso anche alla redistribuzione delle competenze”. Inizia anche un nuovo percorso, con un’assemblea legislativa “ridotta”, con 20 membri all’interno dell’assemblea legislativa. Entrano due donne che sono elette unicamente nelle liste del centrosinistra. Tutte le forze politiche di opposizione non ne eleggono nessuna.
Piepoli da cardiopalma – Infine una battuta sulle proiezioni, che aveva fatto tremare il Pd nelle prime ore dello spoglio: “mi sono sempre basata sui dati. Il dato del Viminale non ci ha mai dato sotto il 2 o 3%. Non si è tenuto conto delle differenze regionali. Lamento il ritardo delle informazioni passate sulle emittenti nazionali: i vertici del Pd mi hanno telefonato, ma io ho sempre avuto grande fiducia che cel’avremmo fatta”.
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