Ha segnato un passo in avanti nella vertenza che interessa il gruppo Maran l’atteso incontro che si è svolto giovedì al ministero del Lavoro. Tanto che i lavoratori annunciano la sospensione dello sciopero, iniziato una settimana fa, visti gli spiragli positivi emersi nel corso della giornata.
A Roma, oltre ai rappresentanti sindacali di categoria di Umbria e Calabria – visto che ad essere interessate dalla vertenza sono le sedi rimaste del gruppo, a Spoleto e a Catanzaro – c’erano anche i vertici di Hoist Finance, il gruppo svedese pronto ad affittare quello spoletino attivo nel settore del recupero crediti. E la mattinata si è aperta con un lungo incontro tra Hoist – che per rilevare Maran e R&S ha costituito una nuova società, la Nuova Maran – ed i rappresentanti del ministero del Lavoro. Quindi il tavolo vero e proprio con istituzioni e sindacati, che ha segnato un’apertura alle richieste dei lavoratori, che finora non c’era stata. Si tornerà quindi al tavolo delle trattative per cercare di limare il numero degli esuberi (150 quelli che erano stati annunciati) ma anche le altre condizioni poste da Hoist, come la decurtazione del 20% degli stipendi.
Per il momento dai sindacati bocche cucite sui dettagli dell’incontro, in attesa dell’assemblea dei lavoratori in programma per venerdì alle 14 a Spoleto. Non è chiaro nemmeno se ci sia un accordo sul pagamento degli stipendi di agosto, di cui finora è stato erogato solo il 35%, che è stata proprio la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma visto il segnale di apertura arrivato dall’azienda, stasera è arrivato l’annuncio della sospensione dello sciopero, che era stato previsto fino al 22 settembre. Dopo una settimana di astensione dal lavoro e presidi – anche se non tutti i lavoratori hanno aderito – domani tutti torneranno a lavoro.
Maran, prosegue la mobilitazione ma parlano i lavoratori che non scioperano
Per i circa 300 dipendenti di Maran e R&S rimasti tra Spoleto e Catanzaro, comunque, l’attesa per conoscere il loro destino è quasi finita. L’operazione dovrà essere conclusa nel giro di pochi giorni, al massimo dieci: o entro fine settembre il gruppo sarà dato in affitto (e l’unico interlocutore esistente è Hoist) oppure ci sarà il fallimento. Fra una settimana, comunque, si tornerà al ministero del Lavoro, chiamato a ratificare l’accordo per il licenziamento collettivo dei dipendenti che poi eventualmente saranno assunti, con condizioni diverse, da Nuova Maran.