Consulta, la Libera Pesca contesta le scelte di Regione e Università e lancia l'allarme cormorani
“Così si distrugge il patrimonio dei nostri fiumi e torrenti”. E’ dura la critica dei rappresentanti di Libera Pesca – il referente regionale Mario Lanari e il responsabile provinciale di Perugia, Marco Peccini – all’indomani della Consulta della pesca. Una seduta nella quale la Regione ha ufficializzato l’apertura della stagione di pesca in Umbria l’ultima domenica di marzo. In ritardo di un mese rispetto alle scelte fatte da Toscana e Lazio, regioni limitrofe spesso attraversate dagli stessi corsi d’acqua presenti in Umbria.
“Il fatto che la Consulta sia stata convocata per il 13 marzo – attacca Peccini – rappresenta una mancanza di rispetto per gli appassionati di pesca e per gli operatori economici del settore. E non ci convince neanche la scelta fatta su indicazione dei referenti dell’Università, dato che la frega, che avrebbe portato a spostare la pesca in Umbria all’ultima settimana di marzo, avrà gli stessi tempi anche in Toscana e Lazio, dove transitano spesso gli stessi torrenti”. Per la Libera Pesca, un giusto compromesso poteva dunque essere fissare l’apertura alla seconda settimana di marzo.
Mancati ripopolamenti trote
Nella Consulta si attendevano comunicazioni circa la risposta dell’Ispra alla proposta di ripopolare con trote iridee sterili. Risposta che non c’è stata. Né, visti i tempi, anche in caso affermativo avrebbe comunque consentito di effettuare la semina in tempo.
Mancate immissioni che, lamenta Libera Pesca, stanno depauperando il patrimonio ittico dei corsi d’acqua in Umbria.
Spiega Fabio Mugnani, un’autorità nell’ambito della pesca sportiva in Umbria: “Il mancato ripopolamento pronta pesca ferma solo i pescatori occasionali, non i veri appassionati. E questo finisce per ridurre la presenza di pesci ormai ‘rustici’ nei nostri fiumi e torrenti”.
Tra l’altro, Peccini contesta le affermazioni di tecnici di Regione e Università secondo cui il Nera e il Corno sarebbero pieni di trote.
Mancanza di informazioni
Libera Pesca chiede che durante le semine (per il 2023-24 si parla di 4-5mila avannotti e 150 piccole trote) le associazioni siano debitamente informate e possano essere presenti.
“La cosa preoccupante – spiega ancora Mugnani – è la mancanza di informazioni certe. Non si hanno tempistiche sulla disponibilità di trote mediterranee. E questo, ribadiamo, crea un danno non solo per i pescatori”.
“Tesserini inutili”
Mario Lanari ha contestato in Consulta anche l’attuale tesserino statistico. “Inutile – ha detto – visto che nessuno li legge e non si hanno poi informazioni”. Meglio, allora, tornare al classico tesserino segna cattura e giornata.
Scambio sul Corno e no-kill
Legambiente ha chiesto l’attivazione di riserve in un tratto del Corno. Un tratto, ammettono i pescatori, particolarmente interessato dalla frega. “Come Libera Pesca non ci opponiamo – dice Peccini – però allora devono far tornare alla normale pesca un corrispondente tratto del Corno oggi riservato al no-kill, che nessuno pratica, dati alla mano”.
Emergenza cormorani
Associazioni di pesca sportiva da un lato e tecnici di Regione ed Università dall’altro sono in disaccordo anche sul tema dei cormorani. Un flagello per chi gestisce i laghetti di pesca sportiva ed anche per gli allevamenti, costretti a riparare i pesci con le reti. “Ci è stato risposto – attacca Peccini – che i cormorani ci sono sempre stati e non danno fastidio. In realtà è una specie aliena, che costringe i gestori dei laghetti a fare i turni di notte per scacciarli dalle loro acque ed a sostenere spese ingenti negli allevamenti”.