Maltrattamenti all'asilo, la maestra si difende davanti al giudice | Arresti revocati - Tuttoggi.info

Maltrattamenti all’asilo, la maestra si difende davanti al giudice | Arresti revocati

Sara Fratepietro

Maltrattamenti all’asilo, la maestra si difende davanti al giudice | Arresti revocati

La 61enne maestra nell'asilo nido comunale di Deruta ha risposto alle domande di giudice e pm e circostanziato gli episodi | Sospesa dal lavoro
Ven, 29/11/2019 - 15:39

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Per circa un’ora ha risposto alle domande del giudice Federica Fortunati, spiegando e circostanziando gli episodi che le vengono contestati dalla Procura (in aula il pm Federica Filippi), la maestra di 61 anni finita agli arresti domiciliari una settimana fa per presunti maltrattamenti su due bimbe dell’asilo nido comunale dove lavora da oltre 30 anni.

La donna, assistita dall’avvocato Marco Brambatti, è arrivata questa mattina poco prima delle 10 al Tribunale di Spoleto per l’interrogatorio di garanzia, scegliendo di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari. Per un’ora ha quindi replicato alle contestazioni che le vengono mosse.

La maestra avrebbe parlato del suo metodo educativo, spiegando le problematiche di alcuni bambini, quelle crisi di pianto, gli sforzi per farli mangiare che però non sarebbero state forzature. La 61enne avrebbe anche chiesto scusa per alcuni episodi in cui avrebbe usato frasi inopportune (come le minacce di chiuderli in bagno al buio, secondo quanto emerso dalle intercettazioni avvenute nel mese di ottobre all’interno del nido). Nel mirino ci sarebbe stato anche il rapporto con il personale della cooperativa privata che opera all’interno della struttura comunale ed il cui personale aveva denunciato il comportamento della maestra al sindaco facendo poi scattare le indagini.

“La mia assistita ha risposto puntualmente a tutte le domande, chiarendo ogni addebito” ha sottolineato l’avvocato Brambatti all’uscita dal tribunale. In udienza il difensore ha chiesto al giudice la revoca degli arresti domiciliari subordinata all’applicazione dell’articolo 289 del codice di procedura penale, dunque la sospensione del servizio.

E qualche ora dopo la richiesta, con apposita ordinanza il gip ha accolto tale istanza: per la 61enne è stata disposta dal magistrato la sospensione dall’attività lavorativa. Dunque non persistendo più il pericolo di reiterazione del reato, è tornata libera.

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