M5S Umbertide sull’ex stabilimento tabacchi, “Era proprio necessaria quest’opera?” - Tuttoggi.info

M5S Umbertide sull’ex stabilimento tabacchi, “Era proprio necessaria quest’opera?”

Redazione

M5S Umbertide sull’ex stabilimento tabacchi, “Era proprio necessaria quest’opera?”

Dom, 09/02/2014 - 20:10

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Anche il Movimento 5 Stelle di Umbertide, in questi giorni così “rumorosi” per la città e per la politica in generale, ha detto la sua riguardo ad un’altra questione che crea da tempo molti borbottii: il recupero dell’ex stabilimento tabacchi. Questo antico capannone, che verrà trasformato in una moderna sala polivalente di 800 mq di superficie, è stato riqualificato nell’ambito del Puc 2. Quest’ultimo ha finanziato il comune umbertidese con 5 milioni e 952mila euro che hanno già consentito l'ampliamento del sottopasso di via Martiri della Libertà e che consentiranno, inoltre, anche la riqualificazione dell’impianto sportivo Usu.
Il Movimento 5 Stelle, nell’imminenza dell’inaugurazione del “nuovo” stabilimento, si è fatto sentire: “Premesso che non vogliamo indagare circa l’aspetto tecnico, su cui molti illustri tecnici hanno già espresso i loro dubbi e il loro dissenso, noi vogliamo fare delle serie riflessioni sulle domande che molti cittadini si pongono[…]: era veramente così necessaria, così utile e urgente, quest’opera? Perché per noi tanti sacrifici, tasse, privazioni, disoccupazione, ecc, mentre tonnellate di euro sono bruciate per realizzare monumenti che sono “testimoni muti” della vanagloria di politici che, ignorando di essere anche amministratori, continuano a costruire, ancora oggi, la “torre di Babele”?”.
I conti dei Grillini – “Facciamo un po’ di conti; nel nostro Comune, negli ultimi tre anni, sono stati spesi: per il PUC2 e per il “forum” dello stesso 2.730.328 euro, mentre 2.625.053,49 euro per l’ampliamento di quell’altro capolavoro del Sottopasso Ferroviario. E pur tralasciando il parco della Regghia, l’area di fronte alla Torre, quella davanti alla stazione ecc., il Comune ha sborsato, in questo breve tempo, 1.233.432 euro per opere che, servono più alla loro nullità amministrativa che ai cittadini”.
Il pensiero ai commercianti –Ebbene, se consideriamo il momento di profonda crisi che stiamo vivendo, noi pensiamo che questo sia un atto di disprezzo verso quelli che non riescono a pagare le tasse, verso i disoccupati e quelle famiglie che stanno vivendo in un contesto di povertà senza precedenti. Pensiamo che sia un atto immorale verso le piccole medie imprese e verso quei commercianti che, avendo grande dignità, non chiudono per pudore e per garantire lo stipendio ai loro dipendenti. Ecco, a questi si doveva dare priorità, di questi ci si doveva preoccupare, senza tralasciare le altre cose. Ma forse, per fare il bene della comunità, si ritengono più vantaggiosi e interessanti i grandi appalti, quelli a sette cifre, anche se inutili e costosi […]”.
La colpa è di… – “Ci scusiamo con i cari “numerocratici” ma nonostante tutti gli sforzi che facciamo per trovare in loro una parvenza politica, non ci riusciamo. La colpa è di tutti quei sinistri individui che da anni usano come prostituta l’Italia assumendo l’unico ruolo possibile, quello del “cassiere” delle prestazioni altrui. Tra le tante voci di spese, di questo inutile sciupìo di cifre astronomiche, se ne poteva ‘baggettare’ un’altra: ‘Aiuto alle imprese e alle famiglie’. Ciò li avrebbe nobilitati agli occhi dei cittadini. Purtroppo, sono anni che essi non percorrono più le vie del bene comune, sono anni che hanno dimenticato che le Persone non sono l’oggetto della politica, ma il soggetto di essa, anni che hanno sposato la presuntuosa logica dell’ “Io sono”. Per questo tutto viene calato da altri poteri, la colpa non sarà mai di nessuno e nessuno sarà mai tenuto a confrontarsi con il presente e i reali bisogni dei cittadini. Sanno che il presente è povero, sanno che è un presente colmo di difficoltà, senza speranza e senza futuro. Sarebbe bello se i politici, invece di essere costruttori d’illusioni, fossero progettisti di riflessioni etiche. Auspichiamo, per loro, l’apprendimento di un alfabeto che sappia dialogare e condividere il linguaggio di chi sta vivendo con sofferenza e in modo drammatico la crisi economica”.

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