Tiziana Ciprini (*)
Quella che fino a pochi mesi fa si sarebbe risolta come un’occupazione simbolica dei binari della stazione di Terni – con una gestione controllata e pacifica da parte delle forze dell’ordine ed in linea con quanto fatto numerose altre volte durante il corso degli anni – è diventata l’occasione per una chiara dimostrazione di forza nei confronti degli Operai e della cittadinanza.
I lavoratori stavano difendendo non solo il loro posto di lavoro, la loro dignità e quella delle proprie famiglie, ma anche un complesso industriale che, con l’indotto, genera oltre un terzo delle esportazioni umbre.
Nel giro di poche ore abbiamo assistito ad un susseguirsi di notizie e versioni dei fatti confuse e contraddittorie, che hanno posto al centro dell’attenzione il Sindaco della città di Terni “ombrello si ombrello no” a cui va comunque la nostra solidarietà. E’ importante sottolineare che il Sindaco era senza fascia tricolore, questo avvalora ancora di più la nostra tesi e cioè il fallimento totale della politica e la sua impotenza, mentre sarebbe stato il caso che l’attenzione si fosse concentrata su un fatto che rimane grave a prescindere dal nome o dal ruolo istituzionale della vittima. Tra l’altro, ricordiamo che i cittadini feriti sono stati più d’uno.
Cittadini che stanno perdendo il posto di lavoro in una città dove non ci sono alternative occupazionali e che ormai vive in uno stato emergenziale cronicizzato, in cui le emergenze del lavoro si aggiungono alle criticità ambientali.
In questo frangente, teniamo tuttavia a ricordare che il M5S ha presentato una proposta di legge, attualmente giacente alla Camera dei deputati, per inserire codici identificativi individuali sulle divise ed i caschi degli appartenenti alla Polizia di Stato ed alle altre forze dell’ordine preposte a far rispettare le leggi e mantenere l’ordine pubblico: ci auguriamo che tutte le forze politiche, come noi faremo per la richiesta di istituzione della commissione d’inchiesta, appoggeranno tale proposta, che così potrebbe diventare in breve tempo legge, verso un rinnovato Stato di diritto.
Una riflessione va doverosamente fatta sui motivi per i quali i lavoratori stavano manifestando. L’acciaieria di Terni è un fiore all’occhiello dell’industria siderurgica mondiale, l’acciaio che produce è fra i migliori del mercato. Mancanza di fondi per gli adeguamenti infrastrutturali, incapacità di alcuni enti locali e la miopia di una Unione Europea inabile a comprendere come nel settore siderurgico, come in altri, la competizione ormai travalichi i confini comunitari per diventare geopolitica, stanno portando questa industria fondamentale al già martoriato tessuto produttivo italiano verso una dismissione forzata, dai contorni indistinti e priva del riconoscimento del carattere di integrazione che il sito ternano vanta come ulteriore fiore all’occhiello.
Quando porremo limiti al profitto che calpesta la dignità umana, toglieremo la licenza di chiudere alle multinazionali, vincoleremo le aziende al territorio con patti di scambio: più posti di lavoro per i cittadini meno tasse per le aziende.
Ci vuole un piano di ricostruzione industriale ed agricola con un progetto a lungo termine che individui le eccellenze nazionali e le tuteli con una legislazione forte, immediata ed innovativa che sostituisca l'obsoleto pacco legislativo antecedente.
Ma qui il problema si unisce al macroproblema cioè l’assenza di un progetto di ricostruzione per questo paese, all’interno del quale si pongono alcuni interrogativi che porremo nelle giuste sedi, cioè:
Si intende considerare le acciaierie di Terni come strategiche all’interno di un piano industriale nazionale? Come si intende tutelare l’occupazione ed evitare la delocalizzazione?
E concludo – un forte messaggio al Governo, per affermare che la comunità ternana non si farà calpestare da nessuno: Terni e tutta l'Umbria difenderanno con ogni mezzo la propria città e i propri cittadini dalla brutalità e dalla violenza non solo dello Stato, che invece di essere stato protettore, sembra sia stato persecutore in questa triste vicenda, ma anche dal cieco interesse degli apparati politico finanziari che depredano, disumanizzano, umiliano.
(*) portavoce M5S