Se quel 30 marzo del 1944 gli uomini di Vallo di Nera non avessero trovato un intercessore, la Storia avrebbe dovuto raccontare un'altra grande strage di guerra. Il piccolo centro che si trova ai piedi del monte Coscerno venne occupato dalle SS tedesche che inseguivano i partigiani nascosti negli altipiani della montagna, accese dalla foga di vendicare alcuni soldati uccisi. I vallani vennero accusati di proteggere i “ribelli” e l'accusa si trasformò in una sentenza di morte. Tutti gli uomini del paese, la sera del 29 marzo, furono rinchiusi nella chiesa di Santa Maria per essere uccisi la mattina seguente sotto i colpi delle mitragliatrici piazzate sul sagrato. Fu una notte tragica di disperazione, preghiere e di suppliche a un Crocifisso ritenuto miracoloso, posto nell'altare della chiesa, nei cui riguardi i vallani provavano una grande devozione. Accadde allora che a Vallo fosse sfollato un colonnello, Sereni, che conosceva la lingua tedesca e che riuscì a convincere i tedeschi, che nel frattempo avevano perquisito tutte le case e non avevano trovato nulla, della pacificità dei vallani. Dopo lunghe consultazioni le porte della chiesa furono riaperte e il massacro fu scampato. Da quel giorno, ogni anno, in segno di ringraziamento e di testimonianza contro ogni guerra a Vallo si celebra la festa del Santo Crocifisso con una messa e la distribuzione di pagnottelle benedette farcite con i salumi locali che tutti gli abitanti del paese consumano in piazza insieme agli ex vallani trasferiti nelle città e ai turisti incuriositi dalla storia.
La festa che fino a qualche anno fa si celebravava il trenta marzo, oggi è stata spostata al lunedì di Pasqua per permettere a tutti di condividere la gioia di tramandare un messaggio di pace.