L’Umbria che vuole tornare a un qualche tipo di normalità conquista anche il quotidiano inglese The Telegraph, grazie a un reportage di Rebecca Winke, americana residente ad Assisi e freelance writer per viaggi, cucina e cultura.
Quando l’Umbria ‘asociale’ diventa virale
L’Italia è in lockdown da quasi due mesi, ma la situazione in Umbria (circa 1300 casi e meno di 70 morti) è diversa a quella, drammatica, del Nord Italia.
D’altronde, come riporta Winke nel suo reportage, c’è un fondo di verità nei meme che sono stati creati nelle ultime settimane, per cui gli umbri a malapena stringono la mano in una situazione normale, figuriamoci quando il distanziamento sociale diventa una norma a causa del virus.
E l’Umbria deve la sua fortuna anche alla poca (e reticente) popolazione, meno di un milione di persone in 8.000 km quadrati, con pochi treni veloci, una superstrada e un aeroporto.
La rabbia dei commercianti: “Perché non ci fanno ripartire in sicurezza?”
Ma il blocco dell’economia pesa anche e soprattutto una Regione che ha poche grandi aziende, svariate medio piccole, e che perlopiù vive di turismo.
E se anche gli umbri si aspettavano una fase 2 che rispecchiasse un minimo di normalità, hanno presto scoperto che, come il resto d’Italia, la Fase 2 concede poche libertà e soprattutto che non ci sono viaggi interregionali almeno fino a fine maggio.
E così anche qui – a meno di forzature da parte della Regione – la maggior parte dei negozi e delle attività riapriranno tra la seconda metà di maggio e l’inizio di giugno.
E il Telegraph riporta lo scoramento dei residenti e dei titolari di piccole attività, che non possono credere di essere trattati come a Bergamo, dove la situazione è stata drammatica per settimane. E se l’ex premier Matteo Renzi faceva l’esempio delle parrucchiere di Foligno o Nocera, il Telegraph intervista una parrucchiera di Foligno: “Se la situazione è sotto controllo in Umbria e nessuno può arrivare dalle regioni vicine, non capisco perché non posso tornare a lavorare”, una delle dichiarazioni affidate al quotidiano.
Turismo in Umbria: come ripartirà dopo il coronavirus?
C’è poi da capire come ripartirà il turismo in Umbria, visto che per almeno questo 2020 si tratterà di turisti italiani, sempre che gli italiani abbiano soldi per viaggiare, e che di solito non si affidano alle guide turistiche come invece fanno i gruppi di stranieri.
Senza dimenticare che ci sono tanti segmenti che lavorano esclusivamente con il turismo internazionale. “Ed è improbabile – la conclusione dell’articolo – che inglesi e americani tornino a viaggiare prima del 2021“.