di Fabio Muzzi
Correva l’anno 313 quando venne promulgato l’editto di Costantino (o editto di Milano o, ancora, editto di tolleranza). 1700 anni più tardi, l’Umbria celebra la grandezza dell’imperatore romano. La regione celebra dunque la città di Spello e, in particolar modo, la concessione che venne fatta all’allora città di Hispellum del nome di Flavia Constans, come riconoscimento di fedeltà alla famiglia imperiale.
Per l’occasione, il comune di Spello ha inaugurato oggi, sabato 28 luglio, la mostra “Aurea Umbria. Una regione dell’Impero nell’era di Costantino” visibile sino al 9 dicembre presso il palazzo Comunale, in Piazza della Repubblica. Grazie ad un gran numero di materiali archeologici, la mostra si propone di raccontare la vita in Umbria dal III al VI secolo d.C. Sculture, mosaici, iscrizioni, arredi, monete e oggetti quotidiani si ripropongono di riconfigurare l’idea dell’età tardoantica che non fu di ferrea decadenza, ma fu aurea per la sua vitalità. Su tutti, il pezzo di maggior prestigio è sicuramente il Rescritto di Spello, tavola marmorea su cui è impresso un testo epigrafico di 59 righe complessive, definito nel 1909 da Faloci-Pulignani come “la regina delle iscrizioni dell’Umbria”. Il testo databile tra il 333 e il 335 e rinvenuto nel 1733 nell’area del teatro romano, è la trascrizione di un editto promulgato dall’imperatore che, in risposta ad una richiesta degli abitanti della città di Hispellum, autorizzava il sacerdote provinciale a celebrare a Spello gli annuali ludi scenici e gladiatori della Lega delle popolazioni umbre, senza che fosse più necessario recarsi a Volsinii (l’odierna Bolsena). Il testo rappresenta una straordinaria fonte documentaria sia per la ricostruzione della struttura urbanistica della città, sia per la persistenza di pratiche religiose pagane nelle aree periferiche ancora in età costantiniana.
Tra gli interventi della conferenza coordinati dal sindaco di Spello, da ricordare, tra gli altri, quello dell’assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco, il quale ha sottolineato l’importanza della figura di Costantino sia per l’Umbria che per Spello che cambiò nome proprio grazie alla volontà dell’imperatore. “Il museo – ha detto Bracco – arricchisce le testimonianze relative all’Umbria antica, motivazioni per le quali la Regione Umbria ha accettato la proposta del Comune di Spello”. In seguito il preside della facoltà di lettere e filosofia, Giorgio Bonamonte, ha ricordato le tappe che hanno portato all’inaugurazione odierna. Il ricordo è partito dal convegno su Costantino organizzato il 30 aprile 2011; ora nel 1700esimo anniversario “abbiamo deciso di organizzare una serie di eventi che ricordano il primo imperatore cristiano che pose le basi del rapporto stato-religione, che cercò di far coesistere varie religioni, azioni che avrebbero avuto una forte proiezione nel dibattito internazionale e sono tutt’oggi di stretta attualità.”
La mostra è inserita in Perugiassisi 2019, il progetto di candidatura umbra a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Aurea Umbria riesce dunque a coinvolgere l’intera regione, rispondendo all’obiettivo di realizzare una grande mostra archeologica diffusa sul territorio.