Lontano da tutti, il quarto film di Andrea Sbarretti al Politeama di Terni, sarà in programmazione al Cinema Politeama Lucioli di Terni a partire dal 23 febbraio. Due spettacoli al giorno, alle ore 18.00 ed alle ore 20.30 con incasso donato all’Azienda Ospedaliera di Terni.
Il film ripercorre la vertenza della Thyssen Krupp Acciai Speciali Terni dell’estate 2014, quando la multinazionale annuncia il licenziamento di 550 operai. Luigi, un sessantenne a cui mancano 5 anni per andare in pensione, accetta la buonuscita di 80.000 euro lordi proposta dalla TK AST ed abbandona il lavoro.
Il protagonista del film è Luigi Fortunati, attore spoletino che in pensione ci è andato veramente ad ottobre 2016, dopo 40 anni di lavoro al Comune della sua città. A suo fianco, c’è un altro attore spoletino, Giacomo Mollaioli, che nel film interpreta un giovane operaio a cui il più maturo Luigi insegna come vivere il difficile periodo della vertenza sindacale. Il rappresentante sindacale simbolo della lotta, invece viene interpretato dal sangeminese Pierluigi Bernardini. I tre operai soffrono per la difficile condizione in cui si trovano ed ognuno di loro viene caratterizzato in maniera diversa. il sindacalista vuole lo scontro, il giovane Giacomo vuole fuggire dall’ Italia, mentre il più anziano Luigi tenta una mediazione. Ma alla fine sarà proprio lui a mollare tutto, fuggendo lontano da tutti, in montagna. Luigi vedovo e con una figlia disoccupata a carico, tra il gelo e la neve non ha rimpianti: meglio l’isolamento che una società che disprezza i lavoratori.
Lontano da tutti è un film rarefatto che ci fa immerge in atmosfere sospese. Lontano da tutti è un non luogo, una zona indistinta della Valnerina, paesaggi spettrali, incontaminati e per questo misteriosi. Glaciali, non solo per la neve, ma anche per i personaggi gelidi che lo popolano. Di poche parole, crudi.
Andrea Sbarretti torna a girare un film dopo 6 anni. Il suo ultimo lavoro cinematografico è stato “Don Pierino” nel 2011. Nel frattempo il regista ternano ha girato la serie televisiva “Io rifletto” ed il cortometraggio “L’operaio”, da cui il film prende spunto.
La scena finale è stata girata in una glaciale ed isolata dalla neve Castelluccio di Norcia prima del terremoto: una sorta di simbolo e presagio di ciò che poi è successo, una fine triste ma che lascia aperta una piccola speranza per il futuro. Così nel film, così nella realtà. Si spera.