LO SDI CHIEDE L'ATTIVAZIONE DEL REGISTRO REGIONALE DEI DIALIZZATI - Tuttoggi.info

LO SDI CHIEDE L'ATTIVAZIONE DEL REGISTRO REGIONALE DEI DIALIZZATI

Redazione

LO SDI CHIEDE L'ATTIVAZIONE DEL REGISTRO REGIONALE DEI DIALIZZATI

Gio, 31/01/2008 - 17:30

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Attivare il Registro regionale dializzati, quale importante strumento informativo di gestione del fenomeno e d'indirizzo delle attività di adeguamento dell'offerta clinica e di prevenzione; garantire il finanziamento della ristrutturazione del servizio di dialisi dell'Ospedale di Terni; provvedere all'adeguamento degli organici di personale medico e infermieristico dei Centri dialisi regionali; promuovere attività di sensibilizzazione, ricerca e prevenzione riguardo alle nefropatie. Sono questi gli impegni che il consigliere regionale socialista Ada Girolamini chiede alla Giunta di assumere “anche in vista della prossima 'Giornata mondiale del rene', il 13 marzo 2008”.In una interrogazione il capogruppo delle Sdi a Palazzo Cesaroni spiega che “In Italia sono in trattamento dialitico circa 45 mila pazienti e ogni anno oltre 6.500 nuovi pazienti giungono all'insufficienza renale e devono entrare in dialisi. L'epidemiologia, quale scienza della medicina, consente di studiare accuratamente i processi, gli 'esiti' e l'andamento di programmi di diagnosi e terapia dell'insufficienza renale cronica e si avvale di tre strumenti: i registri di dialisi (registro nazionale gestito dalla Società italiana di nefrologia, SIN, registri regionali volontari o istituzionali), studi epidemiologici controllati (Dopps), valutazione dei processi di intervento (linee guida per la prevenzione e per la terapia). La qualità dell'assistenza in dialisi inizia dalla qualità dei registri, dall'esaustività dell'informazione epidemiologica, e dall'accuratezza degli studi d'intervento”.”Secondo i dati raccolti volontariamente dall'Associazione nazionale emodializzati (Aned) regionale – rileva Girolamini – in Umbria sono più di 50 mila le persone affette da nefropatie, 740 i pazienti sottoposti a dialisi extracorporea, circa 60 in dialisi peritoneale, circa 3200 in cura conservativa, di cui 140 da fare entrare in dialisi a breve, 320 pazienti trapiantati sottoposti a controlli mensili esclusivamente presso l'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. In Umbria operano 12 Centri: Perugia, Terni, Spoleto, Foligno, Città di Castello, Assisi, Castiglion del Lago, Marsciano, Orvieto, Amelia, Gubbio e Gualdo Tadino e il Centro di Umbertide, sarà attivo entro il 2008″.”La Regione Umbria – sottolinea il consigliere regionale – si era impegnata dal 2002 all'avvio del Registro umbro della nefrologia ma, nonostante i dati citati, l'Umbria ad oggi è l'unica Regione che non si è ancora dotata del Registro informatizzato sulla nefrologia, prezioso strumento informativo, di analisi e indirizzo, oggetto di sollecitazioni anche in sede europea. Inoltre in molti Centri dialisi regionali sono state rilevate carenze di personale e inadeguatezza della struttura rispetto ai bisogni: per citare alcuni casi evidenziati dall'Aned di Perugia, a fronte di 146 emodializzati, 30 in dialisi peritoneale, 320 visite a pazienti trapiantati, 1000 in cura conservativa, 30 pazienti che entreranno a breve in dialisi, mancano 2 medici, 6 infermieri, 1 psicologo e 1 assistente sociale come risultano in tutte le altre realtà regionali. Nel territorio di Assisi, Marsciano, Castiglion del Lago sono in cura 105 emodializzati, 1 in dialisi peritoneale, 800 in cura conservativa e 15 pazienti entreranno a breve in dialisi, mancano 3 infermieri e 1 medico; ad Orvieto a fronte di 37 pazienti dializzati e 40 in cura conservativa il personale è sufficiente. Infine – si legge nell'interrogazione – il Centro dialisi dell'Ospedale S. Maria di Terni, dove sono 100 i pazienti emodializzati, 20 in dialisi peritoneale, 550 le visite conservative e dove a breve entreranno in dialisi 25 pazienti (nell'anno 2007 sono entrati in dialisi 22 pazienti), vive da tempo una condizione di insufficienza di spazi, di personale infermieristico e di condizioni igienico-sanitarie al limite della legalità. Tale condizione è stata più volte oggetto di segnalazioni e sollecitazioni da parte del personale medico, infermieristico e dei pazienti e dell'Aned affinché si provvedesse all'adeguamento del servizio ma a oggi, nonostante le rassicurazioni, i lavori di ristrutturazione non sono stati ancora avviati”.Ada Girolamini evidenzia infine che la “Carta dei diritti del malato prescrive il diritto del malato a essere assistito da personale specializzato ed in numero sufficiente a garantire standard di assistenza ottimali per tutto l'arco della giornata, comprese le ore notturne ed i giorni festivi, con l'assicurazione di una adeguata guardia attiva ed un servizio di reperibilità efficiente per il personale che si ritiene necessario in casi d'urgenza”.


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