Liste d'attesa, le opposizioni: "Piano della Regione incongruente e inadeguato" - Tuttoggi.info

Liste d’attesa, le opposizioni: “Piano della Regione incongruente e inadeguato”

Redazione

Liste d’attesa, le opposizioni: “Piano della Regione incongruente e inadeguato”

Ven, 28/04/2023 - 10:19

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"Piano fuffa" sulle liste d'attesa per gli esponenti dell'opposizione regionale, dopo che la Giunta Tesei non ha mai attuato il piano del 2019

Un Piano inadeguato e pieno di incongruenze che non appare all’altezza della situazione e della necessità di intervenire in un settore di estrema rilevanza per tutti i cittadini umbri“. Così i consiglieri regionali di minoranza bollano il programma approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria per l’abbattimento delle liste d’attesa, che ha l’ambizioso obiettivo di azzerare ben 74mila prenotazioni di visite ed esami mettendo in campo quasi 7 milioni di euro attraverso varie iniziative.

Migliaia di prestazioni sanitarie e di cittadini – evidenziano Fabio Paparelli, Simona Meloni e Michele Bettarelli (PD), Thomas De Luca (M5S), Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo Misto) – attendevano un segnale di discontinuità e il superamento dell’inerzia dimostrata fino ad oggi. Aspettative che la presidente Tesei e l’assessore Coletto hanno nuovamente deluso”.

Per gli esponenti dell’opposizione, “il provvedimento dell’Esecutivo regionale è solo “un piano fuffa”, con zero assunzioni, che prevede una sola apertura feriale serale contro le sette aperture previste dal piano del 2019, mai attuato dall’attuale Giunta. Mancano interventi sull’intramenia e sul modello organizzazione, non c’è alcuna integrazione tra aziende, non sono previste tempistiche precise per l’erogazione delle prestazioni. Non viene riformato il sistema del Cup regionale, che ha dimostrato di non funzionare e non tiene in considerazione in modo concreto il principio di prossimità nella erogazione delle prestazioni ad anziani e fragili. Il piano è poi carente dal punto di vista degli investimenti sui macchinari e sulle tecnologie e sulle indicazioni relative all’appropriatezza delle prescrizioni. Si torna inoltre indietro sulle prese in carico dei pazienti cronici che necessitano di controlli e diagnosi periodiche.

L’unico provvedimento, peraltro controverso e da verificare rispetto ai tetti imposti dalla legge Monti, sono i fondi aggiuntivi per i centri privati convenzionati, che evidenzia il fallimento della sanità pubblica. Deve essere inoltre evidenziato che il privato convenzionato è passato negli ultimi tempi dall’erogare il 70% di prestazioni convenzionate al 20% , con l’80% a pagamento e questo dimostra la crescente sfiducia degli umbri nel sistema sanitario pubblico: chi se lo può permettere si allontana e chi non ha disponibilità economiche rinuncia direttamente a curarsi”.

I consiglieri Paparelli, Meloni, Bettarelli, De Luca, Bianconi e Porzi rimarcano “l’inadeguatezza delle misure adottate dalla giunta anche in relazione al piano approvato nel giugno 2019 e mai attuato dalla destra al governo. Esso prevedeva 10 punti qualificanti e assunzioni che impattavano sui tempi massimi di attesa per le prestazioni ambulatoriali (30 giorni per le visite e 60 giorni per esami strumentali) e per i tempi di ricovero (con classi di priorità), così come sulle azioni per l’utilizzo ottimale di strutture e apparecchiature (con l’apertura degli ambulatori specialistici fino alle 22 nei giorni feriali ed il fine settimana). Misure specifiche riguardavano inoltre l’appropriatezza delle prescrizioni e dei ricoveri, la presa in carico dei malati cronici, l’adeguamento del sistema Cup regionale ed il potenziamento dei servizi per la gestione delle prenotazioni e dei flussi informativi da parte delle Aziende sanitarie, con la previsione di bloccare, in caso di necessità, le visite intramoenia. Interventi finanziati con 6,4 milioni di euro di risorse regionali che dovevano essere utilizzate anche per l’impiego di nuovo personale specificamente dedicato e allo svecchiamento del parco delle apparecchiature diagnostiche”.

Non essendo in grado neppure di attuare degli interventi già previsti – concludono i consiglieri della minoranza – Tesei e Coletto hanno preferito alzare una cortina di fumo per mascherare il fallimento delle scelte di politica sanitaria ed il progressivo degrado di una sanità pubblica che, una volta di più, dimostrano di non conoscere e di non avere a cuore”.

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