Lavoro. Giovani. Famiglie. Imprese. Glocal. Internazionalizzazione. Temi di stringente attualità, al centro dell’attenzione e del dibattito socio politico. Proprio questi argomenti sono stati il fulcro della tavola rotonda “Regionalismo ed economie locali nel contesto internazionale”, che ha visto protagonisti docenti universitari e personalità di spicco del mondo imprenditoriale, economico, finanziario. Il convegno è stato fortemente voluto da Tommaso Sediari, governatore del Distretto 108L (Umbria, Lazio, Sardegna), nell’ambito del Congresso Lions di Autunno che si è svolto al Garden Hotel di Terni dal 6 all’8 novembre.
I lavori si sono aperti con la dotta relazione di Luca Ferrucci, professore ordinario presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, che ha poi magistralmente coordinato il dibattito. Ferrucci ha evidenziato “il profondo legame (ma anche le intrinseche contraddizioni) tra il regionalismo e lo sviluppo economico locale, soprattutto in un contesto internazionale che spinge verso una crescente mobilità dei fattori produttivi, dei prodotti, delle persone e dei capitali finanziari”. L’economista ha inoltre sottolineato “le criticità connesse a una nuova configurazione delle regioni italiane, nella quale un loro maggior gigantismo non corrisponde necessariamente a una minore spesa pubblica pro-capite”.
Mario Vella, dirigente dell’Agenzia governativa per la coesione territoriale, ha messo in luce come lo sviluppo locale sia al centro della politica del governo per promuovere la crescita economica e sociale del nostro paese. “Proprio in questi mesi – ha argomentato – hanno preso il via gli investimenti dei programmi comunitari 2014-2020, finanziati per circa 44 miliardi di euro da fondi europei e ulteriori 20 miliardi da risorse nazionali. Denaro destinato a progetti in settori strategici tra i quali ricerca e sviluppo, clima e dissesto, occupazione, istruzione e piccole e medie imprese. Il tutto per consentire ai cittadini di poter usufuire dei servizi attesi e quindi creare le condizioni per una crescita socio-economica del paese più stabile ed equilibrata”.
Gli ha fatto eco Massimo Sabatini, direttore dell’Area politiche regionali di Confindustria, che ha approfondito il tema della competitività dei territori europei e delle regioni italiane, osservate non tanto nel loro livello di sviluppo attuale quanto nella loro capacità di offrire un ambiente attrattivo e sostenibile per le imprese e le persone che ci vivono e ci lavorano, e dunque nella loro capacità di generare ricchezza nel medio-lungo periodo. “Emergono – ha sottolineato Sabatini – divari molto profondi che attraversano tutte le regioni europee e che collocano la gran parte delle regioni italiane in una condizione di insufficiente competitività per la maggior parte degli indicatori, sia sul versante della qualità delle Istituzioni sia su quello della qualità dell’Istruzione. E proprio l’insoddisfacente livello di base di questi indicatori – che tuttavia non sono immutabili – spiega, in buona parte, l’insufficiente dinamica di crescita economica del nostro paese. Un ruolo di forte rilievo viene svolto dalla politica di coesione che l’Ue mette a disposizione dei territori per favorire la loro crescita: la sua efficacia sarà tanto maggiore quanto più le sue risorse sapranno essere orientate ad affrontare e colmare, almeno in parte, quei divari di competitività esistenti”.
Ha preso poi la parola Pietro Buzzi, direttore generale delle Casse di Risparmio dell’Umbria, il quale ha sottolineato che le aggregazioni bancarie sono una necessità strategica per affrontare il mondo che cambia. “Oggi il nostro gruppo (Intesa San Paolo, ndr) – ha evidenziato Buzzi – può essere considerato per operatività il primo in ambito nazionale e il terzo in ambito europeo. Tale dimensione ha consentito interventi nel territorio umbro efficaci per quanto attiene il sostegno sia alle aziende in crisi e in particolare nei confronti di quelle che si trovavano in fase di sviluppo, traghettandole verso lidi più tranquilli. I nostri numeri dicono che investiamo 3 miliardi di euro e raccogliamo 2,5 miliardi, dando tranquillità e generando sviluppo in Umbria. Un aspetto questo che consente un sostegno da intendersi non solo finanziario ma sostanziale di accompagnamento e supporto nell’internazionalizzazione di tante aziende”.
Cesare Fasi, dirigente della Bcc di Spello e Bettona, dopo aver posto l’accento sulla situazione dell’economia nel territorio umbro, che purtroppo rileva sofferenze al 16,3% contro un dato nazionale al 10,70% (fonte ABI, dati aggiornati all’agosto 2015, ndr), ha sottolineato la “mission” delle banche di credito cooperativo. “Un sistema – ha detto Fasi – con una compagine sociale che si riconosce nei valori della cooperazione e della centralità della persona e che ha come target le microimprese e le famiglie ma che riesce a servire le realtà medie grazie all’ausilio della banca di secondo livello Iccreabanca impresa e le società prodotto. Un sistema che raccoglie risparmio e lo reimpiega nel territorio di competenza favorendo la sviluppo locale. Per le Bcc – ha concludo Fasi – anche tenuto conto del processo di autoriforma, la sfida si giocherà tutta nel contemperare le esigenze di dimensione e patrimonio da una parte, e le esigenze di mantenere il legame con il territorio dall’altra”.
Ha preso poi la parola Claudia Angelica Mariani del Leo club di Terni. “I macrotemi trattati nella tavola rotonda – ha sottolineato – sono la qualità del capitale umano che fa leva sull’istruzione quale elemento dello sviluppo economico. I giovani sono chiamati ad essere tempestivi, competitivi, a fare rete e condividere. Tramite la gestione delle risorse e una buona programmazione vogliamo sfidare le nuove opportunità che ci regala la globalizzazione. Perciò siamo noi a chiedere al mondo Lions, e non solo, di aiutarci a essere migliori e in grado di fare fronte alla situazione odierna”.
Ha chiuso i lavori Guido Cogotti, referente distrettuale per “Help Emergenza Lavoro”, un service nazionale permanente che ha come obiettivo quello di aiutare i giovani non occupati e gli imprenditori in crisi ad inserirsi e rimanere nel mercato del lavoro. “Questo service – ha puntualizzato Cogotti – per poter essere efficace deve avere una gestione coordinata da parte di un soggetto giuridico che possa valorizzare le capacità e le competenze dei soci Lions. Per questo motivo il 10 novembre del 2014 è stata costituita la Fondazione Lions per il Lavoro Italia onlus, con l’obiettivo mirato dell’occupazione con il supporto del microcredito, alla quale tutti i soci sono invitati ad aderire. Il nostro obiettivo, per venire incontro alle esigenze dei giovani e degli imprenditori, è quello di creare degli sportelli Lions per il lavoro in tutti i comuni dove esiste un club, con il quale mettere le nostre competenze a disposizione per individuare possibili strade lavorative e un conseguente accompagnamento tecnico”.