Liceo Scientifico, scoppia il caso della 'chiusura per paura' - Tuttoggi.info

Liceo Scientifico, scoppia il caso della ‘chiusura per paura’

Redazione

Liceo Scientifico, scoppia il caso della ‘chiusura per paura’

Il Comitato dei Genitori, dopo l'ultima scossa dei giorni scorsi, avrebbe ottenuto la chiusura dell'Istituto che invece per le autorità tecniche non ha problemi
Dom, 11/12/2016 - 09:40

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La paura è un fattore determinante, a volte anche contro l’evidenza dei fatti. Così, al Liceo Scientifico Alessandro Volta di Spoleto la storia della paura per le scosse di terremoto, successive a quella del 30 ottobre scorso, si protrae senza sosta alimentata più dal passa parola che dai dati tecnici effettivi certificati in riunioni formali e pubbliche dal personale della Regione, della Provincia e della Protezione Civile, oltre che dell’Amministrazione comunale (CLICCA QUI)

In quelle sedi l’immobile di Vicolo S.Matteo, è stato definito, anche a seguito di ripetuti sopralluoghi, sicuro avendo resistito alla magnitudo 6,5 del 30 ottobre (CLICCA QUI) e riportando solo problematiche non rilevanti per quanto riguarda la stabilità generale. Problematiche in parte risolte nel periodo di chiusura post sisma e che hanno consentito infatti la riapertura a poche settimane dall’evento sismico.

Non è convinto di questa situazione invece il Comitato dei Genitori (CLICCA QUI) spontaneamente costituitosi dopo il 30 ottobre, e composto soltanto da una parte dei genitori degli studenti iscritti. Il Comitato, forte di una certificazione di vulnerabilità dell’immobile che riporta un grado molto alto di rischio dello stesso (certificazione superata dai fatti come più volte asseverato dai tecnici competenti e anche discusso in consiglio comunale) ha iniziato subito una battaglia per trovare soluzioni alternative alla sede attuale.

Dopo il primo momento di delocalizzazione delle classi in attesa delle verifiche, sembrava che le rassicurazioni date dalle autorità competenti fossero state sufficienti a tranquillizzare i genitori e consentire il ripristino di normali condizioni di praticabilità scolastica (CLICCA QUI). L‘ultima scossa di inizio settimana ha riportato indietro l’orologio al 30 ottobre con tutto quello che concerne l’agitazione dettata dalla paura, unica sola giustificazione per la rinnovata richiesta di chiusura del plesso scolastico.

È in questo clima che il 9 dicembre si è tenuta una nuova riunione tra il Comitato dei Genitori e la dirigente scolastica, Prof.ssa Galassi, per ridiscutere della questione sicurezza. Una riunione che ha causato più di un malumore tra i genitori non appartenenti al Comitato e che ne hanno avuto notizia solo dal tam tam nelle chat dei propri figli. Un modo inusuale di discutere temi di vitale importanza.

A mestare nel torbido poi, ci si è messa anche una testata locale, politicamente orientata, che con un articolo a firma di una docente spoletina, ha ‘pre’-annunciato la chiusura della scuola a causa del terremoto prima ancora che la dirigente scolastica ne desse notizia negli appositi canali dedicati agli studenti e ai loro genitori e soprattutto prima che l’Ufficio Scolastico Regionale avesse preso una decisione in merito. Non basta però. L’estensore dell’articolo, con una buona dose di determinismo di stampo autoritario, comunica urbi et orbi che gli studenti dovranno frequentare la scuola di pomeriggio aumentando le ore settimanali (fino a 50 ndr) escluso il sabato e spostandosi di sede non appena ci saranno dei locali idonei (forse l’Ipsia ndr)

Una situazione paradossale e anche impraticabile per una grande parte di genitori e studenti che non hanno tardato a far conoscere tutto il loro disappunto. L’esperienza della scuola pomeridiana rischia di protrarsi sine die. Se il sito di Vicolo S. Matteo è stato considerato agibile dalle autorità, non è dunque in previsione nessun intervento finanziario per ripristinare condizioni di sicurezza, che attualmente vengono contestate, tanto più che il sindaco Fabrizio Cardarelli aveva già annunciato che al termine di questo anno scolastico sarebbero iniziati i lavori di costruzione di un nuovo complesso scolastico nell’area di San Paolo.

Si aggiungano problemi organizzativi familiari e sociali di non trascurabile importanza. Un esempio per tutti, i molti studenti che praticano attività sportive o culturali di pomeriggio e che non potranno più dare seguito a questo impegno perché dovranno andare a scuola. Oppure gli insormontabili problemi logistici che si creerebbero per chi vive fuori sede o nelle periferie e che per raggiungere la scuola non ha alternative se non quella dei mezzi pubblici o dei genitori. Ma sia in un caso che nell’altro i problemi aumenterebbero perchè i tragitti e gli orari dei mezzi pubblici andrebbero riprogrammati con aggravio di costi evidenti, così come non tutti i genitori potranno essere in grado di accompagnare i propri figli a scuola nel primo pomeriggio perchè magari sono già al lavoro. E se dovessero andarli a prendere oltre il termine dell’orario pomeridiano di lavoro dovrebbero aggiungere un viaggio in più con aggravio di costi sul bilancio familiare. Un caos pauroso a portata di poche tasche, verrebbe da dire.

Sicuramente una situazione esplosiva in termini di svolgimento dell’anno scolastico. Alcuni membri del corpo docente del Liceo Scientifico hanno già fatto sapere di non avere nessuna intenzione di dar luogo ad una simile soluzione, mentre l’esito del programma didattico in corso potrebbe diventare esplosivo a fine anno vista la confusione nella gestione di interrogazioni e compiti in classe. L’accorpamento delle ore crea problemi anche ai docenti i quali potrebbero essere costretti a svolgere fino a 3-4 ore consecutive della loro materia. Una babilonia legata ad una riunione di cui, al momento, solo un giornale dà certificazione.

A pensar male si fa peccato, ma a volte….

© Riproduzione riservata

(modificato alle 16)

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