di Italia Nostra, Legambiente, Wwf
Parafrasando il grande Eduardo: gli impatti non finiscono mai. Almeno a Spoleto. Nei campi e nei prati tra la Spoletosphera, il complesso monumentale di San Paolo inter vineas, la Passeggiata ed il versante nord di Colle Attivoli, è comparso in questi giorni un lunghissimo e tortuoso serpentone delimitato da policrome strisce di plastica. Informazioni raccolte lo indicano come il tracciato dove sabato e domenica prossimi si svolgerà una gara nazionale di “Enduro”, cioè moto da fuoristrada di grande cilindrata. Il gravissimo impatto paesaggistico ed ecologico è assicurato: rumore fortissimo, gas di scarico ad altissima concentrazione, lacerazione profonda del suolo e del cotico erboso, distruzione di innumerevoli, piccoli, preziosi animali (invertebrati, anfibi, rettili, uccelli mammiferi) in piena stagione riproduttiva. Un trauma paesaggistico ed ambientale molto probabilmente irreversibile nello incipit della Città di “arte, cultura e natura” come beffardamente recita un quanto mai incongruo cartello pubblicitario a pochi metri dallo scempio incipiente. Ancora una volta: Comune, Soprintendenza, Corpo Forestale dello Stato, Comunità Montana, Regione, Provincia, ma anche: Cittadini di Spoleto, dove siete? È questa l’identità sociale, storica e culturale di questa Città? Se c’è qualcuno risponda, grazie.