Niente più batterie o pannelli solari, dal 30 aprile si dovrà pagare per illuminare tombe dei defunti, bocciato in Consiglio l'odg di Goracci che chiedeva ritiro dell'atto | Morelli "Provvedimento è integrazione del regolamento del 2015"
Il caso delle lampade votive, che ha infiammato l’opinione pubblica di Gubbio, è arrivato anche in Consiglio comunale.
La massima assise cittadina, a maggioranza (a fronte di 5 favorevoli e 2 astenuti), ha infatti respinto l’ordine del giorno di Orfeo Goracci, che chiedeva di ritirare l’atto con cui il Comune vieterà ai cittadini di provvedere in proprio all’illuminazione delle tombe (con lampade a batteria o pannelli solari) dal prossimo 30 aprile, quando di fatto scatterà l’obbligo di allacciarsi alla rete elettrica comunale.
Il provvedimento – annunciato con un cartello appeso ai cancelli di alcuni cimiteri con l’invito ai cittadini a mettersi in regola entro fine aprile – aveva scatenato una vera e propria sollevazione popolare, culminata addirittura con una petizione già firmata da quasi 900 persone.
Ed è proprio cavalcando il malcontento degli eugubini che Goracci ha chiesto il ritiro dell’atto da parte dell’amministrazione: “Si tratta di una scelta sbagliata perché va ad imporre qualcosa in modo altrettanto sbagliato. Perché se i cittadini scelgono lampade votive più economiche o ambientalmente all’avanguardia deve per forza allacciarsi alla rete pubblica? Il risultato minimo di certe scelte assurde e cervellotiche sarà quello di gente che non accetterà una tale ‘costrizione’ e si verificherà una forma di disobbedienza civile che non porterà gli introiti sperati”.
Al consigliere di opposizione – che ha pure fatto notare come le condizioni dei cimiteri, ad oggi, “non siano mai state così in basso, con strade di accesso impraticabili, erba, siepi, mura e piante non curate” – ha risposto l’assessore al Bilancio Marco Morelli: “Questa disposizione non è che una integrazione del regolamento approvato nel 2015, che prevedeva già una spesa di 22 euro per illuminare le singole tombe. Nessuno aveva rilasciato l’abilitazione all’illuminazione ‘fai da te’ e quindi è esclusivo diritto del Comune far sì che questa norma venga applicata e rispettata. Inoltre ciò si è reso necessario perché non potevamo tollerare la dispersione di pile ovunque né pannelli solari come antenne sopra i loculi. Occorre anche dare una certa dimensione visiva a tutto il cimitero”.
Morelli ha poi specificato che la misura in questione – che riguarda soltanto 8 dei 36 cimiteri del Comune – fa parte di un disegno più vasto, teso a ridisegnare complessivamente i cimiteri: l’assessore ha infatti aggiunto che, oltre ai 100.000 euro annui già impiegati dal 2015 per le varie manutenzioni, ci sono in programma anche altri progetti (tra cui le piattaforme mobili per raggiungere le tombe più in alto) di miglioramento per un investimento complessivo di 1.800.000 euro.
Per quanto riguarda la tariffa dell’allacciamento – 22 euro per le singole tombe (escluse quelle a terra) e 120 per le cappelle gentilizie – Morelli ha detto che Gubbio “è nella media. La speculazione non esiste, visti anche i 28 euro di Fossato e i 30 di Spoleto. Tutto questo polverone sollevato non può andare contro l’interesse pubblico. Manterremo perciò questa iniziativa che andrà a beneficio di tutti”.