La regista perugina Francesca Lolli protagonista al Torino Film Festival con "Voglio vivere senza vedermi" - Tuttoggi.info

La regista perugina Francesca Lolli protagonista al Torino Film Festival con “Voglio vivere senza vedermi”

Carlo Vantaggioli

La regista perugina Francesca Lolli protagonista al Torino Film Festival con “Voglio vivere senza vedermi”

L'opera, firmata in coppia con Bruno Bigoni, racconta della 'morte' che decide di provare a vivere, sperimentando la cessione temporanea del suo potere.
Mer, 27/11/2019 - 10:04

Condividi su:


In un mondo governato dalla violenza e dall’indifferenza, la morte decide di provare a vivere, sperimentando la cessione temporanea del suo potere. La conoscenza dell’amore la lascerà disarmata. E solo l’omicidio ristabilirà le giuste distanze, permettendole di cambiare forma e stile, di esercitare di nuovo il suo potere, utilizzando il suo corpo come arma di conquista. Ma la violenza della realtà la travolgerà, lasciandola senza respiro.

E’ questo il tema principale del nuovo lavoro della regista e performer perugina Francesca Lolli che in coppia con Bruno Bigoni, ha firmato la regia di “Voglio vivere senza vedermi”, opera che sarà presente al Torino Film Festival  e a Filmmaker festival (Milano). La pellicola è stata presentata nel fine settimana a Torino nella sezione “Onde” e a Milano Fuori Concorso.
Da segnalare nel cast anche la presenza di due attori umbri, Stefano Baffetti e Alice Spito, e della nota autrice e blogger di moda e tendenze contemporanee, Francesca Interlenghi (thedummystales.com).

Note di regia

Guardare e indagare il “potere” come “immagine”, come “immaginazione”, come “corpo fisico”. Uno sguardo personale, sulle sue forme, sui suoi nascondigli. Il nostro film non procede in linea retta, ma cerca scorciatoie e forme inedite. S’interroga sul potere, per arrivare a narrare la morte e il suo sterminato desiderio di vita, che, una volta raggiunta la forma umana, si scontra con una realtà molto più forte e violenta di quella da lei immaginata. Il potere vacilla davanti all’amore e alla violenza.

Nel caos delle forme che oggi la fanno da padrone, il film fa suo il paradigma Godardiano, per cui “bisogna confrontare idee confuse, con delle immagini precise”.

Abbiamo narrato il potere e il suo spirito violento e provocatorio, ma anche il suo lato più fragile e indifeso, cercando uno sguardo contemporaneo e libero, partendo da Artaud, padre ideale di questo film. Ereditiamo da lui la necessità di far scoppiare gli ascessi collettivi e di portare a galla tutto il male, tutto lo sporco sedimentato nell’individuo (mal costruito e infetto) e nella società. Ma non dimentichiamo la funzione salvifica dell’arte, ed ecco il perché della presenza del Living Theatre, la sua visione politica e teatrale, che tentava di realizzare questa missione su due piani paralleli e interdipendenti, proponendo se stesso come modello di comunità fondata sui principi anarchici di uguaglianza, sul lavoro, sulla solidarietà. Infine la presenza del cinema di Dreyer, così asciutto, essenziale, necessario. Sorta di stella polare a cui indirizzare il nostro lavoro di cineasti, provando a assemblare un doppio sguardo, maschile e femminile che filtrasse l’inenarrabile, provando a restituire attraverso la narrazione il nostro presente, dominato dai conflitti e dalla violenza e dalla disillusione degli ideali passati. Resta soltanto l’amara rassegnazione al non amore e all’individualità esasperata.

Quello che ne è uscito è qualcosa d’indefinibile. Sorta di riflessione filmata e parlata, associazioni d’idee, lampi di immaginazione, finzioni, acting teatrali, domande e materiali vari. Uno sguardo ribelle (almeno nella forma) per un cinema che ha come unica missione, l’urgenza e la libertà.

(Bruno Bigoni e Francesca Lolli)

Francesca Lolli

Regista, video artista, performer.

Nata a Perugia, i trasferisce a Milano dopo un breve periodo di studi in filosofia a Perugia. Si diploma alla scuola di Teatro ‘Arsenale’ come attrice e poco dopo si laurea in scenografia all’ Accademia di Belle Arti di Brera (Milano).

Durante gli anni dell’Accademia lavora come attrice nella compagnia del Teatro Arsenale e partecipa a numerosi spettacoli (‘Il gioco dell’epidemia’ di Eugène Ionesco, ‘Il berretto a sonagli’ di Luigi Pirandello, ‘Pulp’ di Charles Bukowsky, ‘La chiesa’ di Louis-Ferdinand Céline, ecc…). Per la tesi decide di girare un documentario su un famoso fotografo newyorkese: Andres Serrano. Dal quel momento decide di dedicarsi completamente alla video arte, alla performance e alla regia.

La sua ricerca si concentra sulle diversità di genere e le questioni socio-politiche.

I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival nazionali ed internazionali.

FILMOGRAFIA PARZIALE (2013 – 2019)

Voglio vivere senza vedermi, di Bigoni – Lolli (2019)
Nostra Signora del Silenzio (2018)
Espiazione (2018)
Dentro la casa (2018)
Fausto (2017)
Dolorosa Mater (2017)
RiGenerazione (2017)
No Place For a Different Language (2017)
The Dying Lilium (2017)
Orgia o Piccole Agonie Quotidiane (2016)
In uterus (Following patriarchal beauty standards since 1976) (2016)
Un Nodo (2016)
Just Want To Be a WoMAn (2014)
Artist Must Be Beautiful in 2014 (2014)
Dove sono finite le lucciole (2014)
Abaddon (2013)
Cleaning my Identity (2013)

Bruno Bigoni

Nel 1972 è tra i soci fondatori del Teatro dell’Elfo con cui lavora per anni come attore. Nel 1977 si laurea in Lettere Moderne alla statale di Milano con Adelio Ferrero con una tesi sulla Nouvelle Vague Francese. Nel 1979 è tra gli ideatori e fondatori della rassegna Filmmaker di Milano. Nel 1983 gira (in coregia con Kiko Stella) il suo primo film Live che ottiene riconoscimenti di pubblico e di critica in vari Festival nazionali e Internazionali. Nel 1987 inizia la sua attività in campo documentaristico con Nome di battaglia: Bruno che vince nello stesso anno Il Festival del Nouveau Cinema di Montreal, Il Salso Film Festival, Il Premio Film-Maker.

Nel 1990 fonda insieme a Minnie Ferrara e Kiko Stella la Minnie Ferrara& Associati, società di produzione e distribuzione con cui realizza tutti i suoi lavori seguenti.

Dal 1991 in poi si dedica con sempre maggiore attenzione al cinema documentario di carattere sociale. Del 1993 è Veleno, lungometraggio di finzione presentato in concorso al Festival di Locarno e vincitore del premio Anteprima ’93 come miglior film indipendente italiano. Dal 2001 è tra i registi de La squadra, il serial drama televisivo in onda su RAI 3.

Tra i suoi più recenti documentari ricordiamo: Oggi e’ un altro giorno in coregia con Beppe De Santis (1°Premio assoluto. Libero Bizzarri), Amleto… frammenti con attori portatori di handicap (Premio Fedic – 54° Mostra del Cinema di Venezia), Faber omaggio a Fabrizio De André. Comizi d’amore 2000 omaggio a P.P.Pasolini, Cuori all’assalto (Primo premio miglior documentario italiano al Libero Bizzarri 2003), Riccardo III lungometraggio realizzato con detenuti e studenti all’interno della II Casa Circondariale di Bollate, Chiamami Mara (2005) sul tema del transessualismo e discriminazione sessuale, Don Chisciotte e… (2006) rivisitazione del classico di Miguel de Cervantes. Del 2012 Il Colore del vento viaggio nel mar Mediterraneo sulle orme di “Creuza De Ma”, di Fabrizio De Andrè, distribuito da Teodora Film. Nel 2015 Sull’Anarchia viaggio nel mondo Libertario, evento speciale a Filmmaker Festoval di Milano, nel 2016 Chi mi ha incontrato, non mi ha visto mokumentary sul poeta Arthur Rimbaud, presentato al Torino film Festival, nel 2017 My war is not over sul reduce di guerra Harry Shindler, presentato al Torino Film Festival e finalista ai Nastri D’Argento 2018 come miglior documentario Italiano.

Da sempre, alterna la sua attività di regista con l’insegnamento e la formazione.

In questi anni ha collaborato alla cattedra di Storia delle Teoriche del Cinema, presso l’Università Cattolica di Milano. Attualmente collabora come docente di “Regia e Lavoro dell’attore” con l’Università IULM di Milano e con la Scuola di Cinema Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio.

ACCEDI ALLA COMMUNITY
Leggi le Notizie senza pubblicità
ABBONATI
Scopri le Opportunità riservate alla Community

L'associazione culturale TuttOggi è stata premiata con un importo di 25.000 euro dal Fondo a Supporto del Giornalismo Europeo - COVID-19, durante la crisi pandemica, a sostegno della realizzazione del progetto TO_3COMM

"Innovare
è inventare il domani
con quello che abbiamo oggi"

Lascia i tuoi dati per essere tra i primi ad avere accesso alla Nuova Versione più Facile da Leggere con Vantaggi e Opportunità esclusivi!


    trueCliccando sul pulsante dichiaro implicitamente di avere un’età non inferiore ai 16 anni, nonché di aver letto l’informativa sul trattamento dei dati personali come reperibile alla pagina Policy Privacy di questo sito.

    "Innovare
    è inventare il domani
    con quello che abbiamo oggi"

    Grazie per il tuo interesse.
    A breve ti invieremo una mail con maggiori informazioni per avere accesso alla nuova versione più facile da leggere con vantaggi e opportunità esclusivi!