Lo scorso maggio la squadra amatoriale di Umbertide aveva deciso di rinunciare a giocare la fase finale del campionato regionale in Emilia, devastata dalla tremenda alluvione | Il Pd annuncia un'interrogazione sul caso
Una storia davvero incredibile quella che ha visto protagonista, sua malgrado, il gruppo sportivo dilettantistico ‘La Pineta 1983’.
La squadra amatoriale di Umbertide è stata infatti squalificata per un anno dalla Uisp Umbria Calcio per non aver partecipato alla fase finale del campionato regionale organizzata come ogni anno in Emilia, a Misano Adriatico.
La motivazione del forfait de La Pineta 1983 ha però una motivazione solidale e nobile: la competizione, infatti, si è svolta tra il 19 e 21 maggio scorsi, quando in quelle zone si stava consumando un vero e proprio dramma causato dalla tremenda alluvione.
Proprio di fronte alla difficile situazione delle popolazioni emiliane – che hanno anche contato tanti morti – il gruppo sportivo umbertidese aveva così deciso non andare a giocare, ritenendo non vi fossero le condizioni minime per disputare partite di calcio amatoriale con spirito di divertimento. Va ricordato, inoltre, che in quel periodo, la Figc aveva deciso di rinviare tutte le partite nel territorio ed era sconsigliato a tutti di dirigersi verso la regione.
La Uisp Umbria, oltre ad aver confermato la manifestazione, ha quindi deciso di squalificare “La Pineta 1983” ma non l’altra finalista che, per le stesse motivazioni, ha rinunciato a giocare. “Non abbiamo neanche fatto ricorso – hanno detto dalla sede – la solidarietà alle popolazioni alluvionate vale bene un campionato regionale Uisp e nell’anno del nostro 40° anniversario ci rende ancora più onore“.
Sul caso è intervenuto anche il gruppo consiliare del Partito Democratico con un’interrogazione, richiamando l’attenzione dell’Amministrazione e chiedendo alla Giunta “quali azioni intenda intraprendere per affermare la correttezza del comportamento tenuto nell’occasione dalla società sportiva locale e per tutelare quest’ultima che si è vista attribuire sanzioni ingiustificate e incomprensibili”.