La paura fa Quaranta! Tra politici smemorati, megafoni e piani segreti

La paura fa Quaranta! Tra politici smemorati, megafoni e piani segreti

Redazione

La paura fa Quaranta! Tra politici smemorati, megafoni e piani segreti

La revoca al Premio Oscar, ma ancor più la nomina della Laureti, manda in tilt l’opposizione | "Operazione Marino” per affondare Cardarelli? Le strane manovre tra pezzi del piddi e il fu centrodestra spoletino
Mer, 19/10/2016 - 19:20

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La paura fa Quaranta, alla faccia della cabala e pure della fortunata serie dei Simpson, quella dedicata ad Halloween per intenderci. Almeno a Spoleto, dove il ritiro delle deleghe al 73enne assessore alla cultura Gianni Quaranta, Premio Oscar trenta anni fa per Camera con vista (statuetta condivisa con i compianti Brian Ackland-Snow, Brian Savegar e Elio Altamura), ha innescato un qualche polverone, amplificato solo dalle sguaiate cronache di un quotidiano locale.

Che fra il primo cittadino e l’assessore le cose non andassero per il meglio era cosa risaputa, da più di un anno. Subito dopo la fine del Festival edizione 2015, si era parlato infatti di un suo allontanamento. Un chiarimento fra i due aveva risolto la situazione.

Solo apparentemente, visto l’epilogo. Su cui pesano, è un dato di fatto, le dimissioni di Agnese Pula che hanno innescato il problema delle ‘quote rosa’. E messo spalle al muro il sindaco nel dover per forza sacrificare un ‘maschietto’.

Aver convinto una manager del calibro di Corrado Castrovillari, già Chief executive di Nestlè Italia, per sostituire la Pula è, amministrativamente parlando, un miracolo. Certo, una commercialista in gonnella si poteva facilmente trovare, così da salvaguardare il sesso forte presente in Giunta, ma il compito che Cardarelli ha pensato per Castrovillari non è solo quello di tenere sotto controllo i conti, ma di reperire risorse.

Per poter procedere però a tale nomina era necessario riequilibrare le quote rosa. E con la Giunta già al completo con 7 poltrone su 7 (la Regione Umbria ne vanta appena 5), l’unica possibile scelta era quella di sacrificare uno degli assessori uomini.

Spoleto

Giunta Cardarelli – Comune di Spoleto – nella sua prima formazione

Si dirà che tali sono pure Antonio Cappelletti, Angelo Loretoni e Gianmarco Profili; perché proprio Gianni Quaranta? Il sindaco con il suo fare schietto, a volte troppo, che non è sempre sinonimo di stile, ha fatto capire che i tre assessori sono stati eletti, Quaranta no. Come dire, da una parte rappresentano la comunità, dall’altra potrebbero anche creare qualche problema magari facendo sfilare per ritorsione qualche consigliere a loro “fedele”.

E’ il problema di ogni giunta, non di meno delle ultime 5-6 che hanno governato la città sotto la bandiera del centro sinistra con i vari pci, pds, ds, piddì, psi, psdi, dc, udc, margherita, etc. etc.. Per la verità il rimpasto poteva essere anche più nutrito, visto che non tutti, a due anni dall’inizio del mandato, si sono dimostrati all’altezza, tra pratiche rimaste indietro e qualche occhiolino di troppo strizzato all’indirizzo dell’opposizione e relativo canale di comunicazione ufficiale.

Cardarelli però è andato dritto per la sua strada, ed è giusto che sia così visto che sarà lui a pagare per primo eventuali scelte sbagliate. Così il secondo ‘goal’, politicamente parlando, il sindaco lo ha messo a segno nominando Camilla Laureti, il cui cognome, che può vantare notevoli influenze passate e odierne nel piddì, ha messo in crisi nera il centro-sinistra, a cominciare proprio dal gruppo consigliare che si riconosce nell’asse margheritin-renziano (5 su 6 consiglieri).

Una curiosità: pare che il sindaco, prima ancora che alla Laureti, avesse proposto la Cultura alla moglie di Quaranta, scrittrice, appassionata di arte, ricevendo però un netto rifiuto dal consorte.

Dalla nomina della Laureti comunque è cominciata la paura e una scomposta rincorsa alla demagogia più pura, nella quale il malcapitato Quaranta è finito, più strumentalizzato che altro.


Cadute a go-go

A innescare le reazioni scomposte è stato l’articolo di Tuttoggi.info che aveva anticipato il nome della Laureti, quello per il quale siamo stati ribattezzati, dal solito sito cittadino, come “l’amico del giaguaro (leggasi Cardarelli, n.d.r.)”. Quasi a far credere che il sindaco ci avesse utilizzato per “dire a suocera perché nuora intenda”. 

E’ da questo momento comunque, da quell’articolo, che si sono innescate le prime cadute di stile. Da una parte quella del sindaco, se rispondesse a vero che ha comunicato il defenestramento via mail; dall’altra il Premio Oscar che in meno che non si dica ha minacciato di rivolgersi ai propri avvocati. Facendo  venir meno, una volta per tutte, quel rapporto fiduciario che già tenuemente lo legava alla Giunta.

Che i nomi altisonanti non abbiano mai avuto fortuna a Spoleto era risaputo – basti ricordare le esperienze amministrative di Giorgio Pressburger e del compianto Vincenzo Cerami – forse perché da questi ci si è sempre aspettato più di quanto potessero o volessero apportare, forse perché le risorse messe a disposizione del settore sono state sempre scarne. Cardarelli lo sapeva e forse non a caso, dopo l’esito delle urne, era indeciso fra una dirigente del Mibact e Quaranta.

Academy

Presentazione della Spoleto Art Academy

Resta  ora un mistero il perché, con il sindaco a tendere ancora la mano, Quaranta non voglia accettare la presidenza di quella Art Accademy che ha contribuito a realizzare. Che sia lui stesso a non contarci fino in fondo? Difficile da credere. Ma se davvero considera “sua la città di Spoleto”, il minimo che possa fare è rimanere con un ruolo forse più prestigioso, per una Accademia lanciata come istituto internazionale, di quello di assessore.

Singolare il modo in cui ha deciso di salutare la “sua Spoleto”, affidando una lettera al solito sito locale che, stando a quanto trapela, sarebbe stato pregato di correggerla prima di darla alle stampe (sigh) e passarla poi alle altre testate. Un disastro comunicativo che non ha aiutato la figura dell’assessore che avrebbe fatto meglio ad affidarsi a più competente e imparziale ufficio stampa municipale.


Prima & Dopo

Comunque l’ormai ex assessore nel giro di poche ore ha incassato, a dir poco inaspettatamente – raramente in consiglio comunale il suo nome è stato ricordato per l’opera svolta – la solidarietà, vicinanza, stima, e chi più ne ha, più ne metta, di tutta la rediviva opposizione.

La nota al limite dello strappalacrime è senza dubbio quella del gruppo consiliare del piddì che parla di una città divenuta “zimbello d’Italia, di “benservito ad un personaggio della caratura dell’Assessore Quaranta,  a cui va tutta la nostra stima e solidarietà”, arrivando quasi ad offendere la neo arrivata (giornalista famosa a Roma per aver condotto importanti trasmissioni radiofoniche) quando denuncia il gesto che isolerà sempre di più Spoleto dal contesto nazionale e da quello regionale. Un ennesimo schiaffo alla città da parte di un Sindaco che sostituisce un premio Oscar con una perfetta sconosciuta della quale si sa soltanto che proviene da una nota famiglia spoletina”.

Insomma un amore profondo quello rivelato dai vari Rossi, Zampa, Martellini, Erbaioli, Lisci e Capitani nei confronti dell’Oscar. Se non fosse che lo scorso anno, come ha denunciato qualche ora fa su Facebook la Giovane Italia, erano proprio loro, per bocca del capogruppo Rossi a chiedere la testa di Quaranta.

coerenza pd

Estate 2015, leggiamo: “La sua continua assenza dal tessuto di Spoleto e dai temi portanti in ambito culturale stride molto con gli obiettivi di una città vocata alla cultura e al turismo” denunciava con cipiglio il capogruppo Rossi. A dicembre 2014, il consigliere Martellini aveva sparato a zero sulla Cultura rea di aver ordinato lo spegnimento dell’illuminazione della Rocca dalle 2 del mattino…

I democratici chiamano in causa anche l’assessore Loretoni, che a più riprese è sembrato disponibile a farsi tirare la giacchetta, invitandolo ad abbandonare la Giunta. Stavolta però l’ex candidato alla carica di sindaco è stato costretto, seppur con parole al miele, a respingere l’invito al mittente con un comunicato carico di buoni sentimenti e intenzioni in cui però non viene mai citato né il primo cittadino, né quel senso di appartenenza che dovrebbe legare ogni assessore al capo dell’esecutivo. E’ in questo contesto che arriva anche il M5S il quale, pur criticando il Pd per le nefaste scelte operate nel tempo, annuncia una mozione di sfiducia verso il sindaco che richiederà le firme dei 2/5 del consiglio, ovvero quelle del piddì se si vorrà ottenere la votazione in aula.


Il Piano segreto

Che Cardarelli sia sotto attacco, da qualche mese a questa parte, è cosa ormai acclarata. Nelle ultime settimane pezzi di piddì mischiati a esponenti della fu Alleanza nazionale e Forza Italia vicinissimi a quegli amministratori che hanno portato sul baratro la locale Banca Popolare, vanno annunciando un piano per mandare a casa il primo cittadino.

“Operazione Marino” l’hanno ribattezzata, per far meglio intendere la fine toccata al primo cittadino della capitale. Il progetto sarebbe, stando ai bene informati, quello di portare dal notaio più consiglieri comunali possibili così da “incassettare” il voto di sfiducia ed evitare possibili ripensamenti.

Il piano vedrebbe già assegnate anche le future cariche, una volta vinte le elezioni (dopo l’inevitabile commissariamento prefettizio): dal futuro capo di gabinetto al dirigente, dal presidente del consiglio comunale al capo ufficio stampa che spetterebbe a un giornalista che in questo momento sta arrampicando ogni specchio per la ‘giusta causa’.

Una operazione che, sulla carta, non appare impossibile. La maggioranza, in meno di due anni, ha perso diversi pezzi da poter oggi contare solo su un consigliere di differenza. La campagna acquisti è in fermento. La mozione del M5S, sicuramente genuina, si annuncia quanto meno sinistra.

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