LA MAMA SPOLETO OPEN PRESENTA UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DEDICATA AI 18 PROFUGHI AFRICANI PRESENTI IN CITTA' (Foto TO®) - Tuttoggi.info

LA MAMA SPOLETO OPEN PRESENTA UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DEDICATA AI 18 PROFUGHI AFRICANI PRESENTI IN CITTA' (Foto TO®)

Redazione

LA MAMA SPOLETO OPEN PRESENTA UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DEDICATA AI 18 PROFUGHI AFRICANI PRESENTI IN CITTA' (Foto TO®)

Lun, 04/07/2011 - 16:16

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Dare un’identità, un nome a queste persone, perché esistono. Stimolare la cittadinanza a rendersi conto della loro presenza, per contribuire alla loro causa, o semplicemente per instaurare un dialogo e farli sentire un po’ meno soli. E’ questo l’obiettivo che si propone la mostra fotografica “My son’s absence” (l’assenza di mio figlio) che ha come soggetti protagonisti i 18 profughi africani che dal 24 maggio scorso sono arrivati a Spoleto dopo un viaggio pieno di pericoli e difficoltà, che dalla Libia li aveva costretti anche a passare per Lampedusa.
L’idea del progetto si deve al fotografo inglese Tim Smyth che, arrivato a Spoleto per collaborare con “La Mama Spoleto open” nell’ambito del Festival dei 2 Mondi, è giunto a conoscenza della presenza dei profughi, e grazie al supporto dall’Associazione Anna Mahler ha voluto incentrare un progetto artistico-umano sulle loro storie. Alla presentazione di oggi sono intervenuti, oltre all’artista, anche Marina Mahler, la consigliera provinciale Laura Zampa, l’organizzatore degli eventi “Mama” Andrea Paciotto, le operatrici del Cerchio e dell’associazione “I miei tempi” (che concretamente si stanno prendendo cura dei 18 ragazzi) e il presidente della neonata associazione interculturale “Tre Mondi” Karim Nasir.
Il centro della scena, però, è andato tutto ai ragazzi, sorridenti e orgogliosi di essere protagonisti di una mostra. Sotto le fotografie che li ritraggono ci sono le loro storie. Difficili, tristi, commoventi. Sono originari di vari paesi africani, ma si trovavano tutti in Libia al momento della partenza per l’Italia. Facevano i muratori, gli elettricisti, i piastrellisti, i manovali. Lavoravano per poter mandare soldi alle famiglie rimaste nei paesi d’origine; molti di loro sono sposati e hanno dei figli. Ora sono a Spoleto, ancor più lontani dai loro affetti. Sei dividono un monolocale di proprietà del Comune a San Giovanni di Baiano, gli altri 12 sono ospiti dei container della Protezione Civile. Il più giovane ha solo 20 anni, si chiama Mohammed. Hanno gli stessi sogni ed ambizioni degli uomini più fortunati di loro. Mouctar, ad esempio, vorrebbe fare l’attore. Per il momento, possono contare sull’appoggio concreto di sole 5 persone, gli operatori che ascoltano quotidianamente le loro necessità e che tengono corsi di lingua italiana. Gratuiti, ovviamente, perché i ragazzi non hanno soldi, gli è rimasta solo la speranza. Con questo progetto, si cerca di sensibilizzare la cittadinanza sulla loro situazione, le associazioni ad organizzare qualche evento benefico in loro favore. Ma oltre ad aiuti economici per le piccole spese quotidiane, avrebbero semplicemente bisogno di qualcuno che parli con loro, che dimostri di averli a cuore. Questi ragazzi, tra l’altro, non vogliono stare con le mani in mano. Vorrebbero sentirsi utili alla causa ma essendo in attesa di documenti non possono svolgere lavori regolari ancora per qualche mese. Perché allora non impiegarli in qualche operazione di volontariato, magari nella pulizia di spazi pubblici o verdi attrezzati.
La consigliera provinciale Laura Zampa ha fatto il proprio plauso all’iniziativa della mostra. L’idea di dare visibilità alle storie dei 18 ragazzi con una presentazione artistica potrebbe essere vincente, a suo dire, anche se l’appoggio delle istituzioni rimane fondamentale per risolvere una seria emergenza politica. Della stessa opinione Andrea Paciotto, ben consapevole che la mostra fotografica non può risolvere di per sé il problema, ma potrebbe rappresentare un importante veicolo di sensibilizzazione, e stimolare l’interesse della cittadinanza. Al termine della presentazione, il gruppo si è diretto verso un tavolo imbandito con ogni genere di prelibatezze gastronomiche. Salumi, pizze, tartine con le salse più svariate, bocconcini di mozzarella, bruschette, frutta fresca. Il tutto preparato dalla sublime “chef” Irene Mariani. Per i ragazzi, un tuffo nelle tradizioni culinarie di Spoleto che, ne siamo certi, gli ha restituito un po’ buon umore.

(Jacopo Brugalossi)

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