LA GUARDIA DI FINANZA CHIUDE DUE AZIENDE TESSILI GESTITE DA CINESI - Tuttoggi.info

LA GUARDIA DI FINANZA CHIUDE DUE AZIENDE TESSILI GESTITE DA CINESI

Redazione

LA GUARDIA DI FINANZA CHIUDE DUE AZIENDE TESSILI GESTITE DA CINESI

Dom, 08/03/2009 - 09:51

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Le Fiamme Gialle perugine hanno condotto una duplice operazione nelle zone di Ponte San Giovanni e S. Andrea delle Fratte.

Nella zona industriale di Ponte S. Giovanni era stato individuato un capannone di cui erano state oscurate tutte le finestre e nel quale non sembrava essere esercitata alcuna attività, nonostante risultasse come sede di una società “attiva” e vi fosse uno sporadico via vai di persone di origini asiatiche.

All'atto dell'accesso i militari della Compagnia di Perugia hanno trovato 8 uomini, tutti di etnia cinese, intenti a lavorare su macchine da cucire per la rifinitura e l'orlatura di pantaloni tipo jeans per conto di aziende italiane. I riscontri immediatamente eseguiti hanno permesso di accertare che 5 soggetti risultavano essere impiegati completamente in nero e, di questi, uno risultava anche sprovvisto di permesso di soggiorno.

Nel corso dell'ispezione dei locali sono stati trovati e sottoposti a sequestro amministrativo cautelare, circa 2.200 scatole di cartone destinate al confezionamento di prodotti alimentari, e di cui non è stata trovata la ben che minima documentazione che ne giustificasse il possesso, 460 etichette metalliche e in tessuto riportanti loghi e marchi di prestigiose case di moda e 5 modelli per il confezionamento di maglie di una nota griffe.

Uno scenario del tutto simile si è presentato anche ai finanzieri del Gruppo Tutela Economia del Nucleo di Polizia Tributaria che sono entrati in un capannone con analoghe caratteristiche (vetri oscurati, parvenza di inattività, …), ma nella zona industriale di S. Andrea delle Fratte.

Oltre al titolare dell'azienda, nel capannone sono stati identificati 14 dipendenti, tutti di etnia cinese, alcuni intenti a lavorare su macchine da cucire per la rifinitura dei soliti jeans, ed in questo caso addirittura altri a riposare su brandine disposte in una zona del capannone.

Il contestuale esame della documentazione fiscale, dei libri contabili e del libro unico del lavoro permetteva di accertare che 9 dipendenti risultavano impiegati completamente in nero. Tra questi, due erano sprovvisti di permesso di soggiorno ed uno di loro era già stato destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Questore di Mantova.

Il magistrato di turno, Dott. Giuseppe Petrazzini, ha disposto la denuncia a piede libero dei 2 titolari d'azienda per aver favorito la permanenza di clandestini nel territorio dello Stato (violazione all'art. 12 comma 5 del D.Lgs. 286/98 – c.d. “Legge Bossi Fini”) e l'arresto del clandestino che non aveva ottemperato al precedente ordine dell'Autorità di Pubblica Sicurezza (violazione all'art. 14 comma 5 ter del D.Lgs. 286/98).

Gli altri due clandestini sono stati accompagnati presso la locale Questura per i provvedimenti di rito.

Tutte le operazioni sono state eseguite con la collaborazione di funzionari della A.S.L. nr. 2 di Perugia, i quali hanno imposto al titolare dell'impresa di S. Andrea delle Fratte l'immediata interruzione dell'attività lavorativa per le numerose e gravi irregolarità in materia di sicurezza sul lavoro, mentre nessuna irregolarità della specie veniva riscontrata nel capannone di P.S. Giovanni.

I Reparti della Guardia di Finanza hanno immediatamente avviato i necessari riscontri sia presso le società titolari dei marchi rinvenuti, per verificare la loro genuinità e la titolarità del possesso, sia presso i soggetti che si avvalevano della ditta ispezionata per le lavorazioni, anche per accertare la regolarità delle stesse sotto il profilo fiscale e della tutela dei marchi e dei diritti industriali.

Le indagini proseguono e nei prossimi giorni sarnno informate per competenza la Direzione Provinciale del Lavoro, l'INPS, l'INAIL e le Autorità Comunali.


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