La variante sudafricana individuata in 20 campioni inviati dall'Umbria all'Istituto Superiore di sanità | Cambiano le regole per la quarantena
Nella tarda serata di martedì, da Roma, è arrivata la conferma di ciò che si temeva: la variante Omicron dilaga anche in Umbria. La variante, individuata per la prima volta il 26 novembre scorso in Sudafrica (dove è ormai presente nel 98% dei casi) e in Botswana è stata confermata anche su 20 campioni inviati dall’Umbria all’Istituto Superiore di Sanità (su 66 totali, qui l’aggiornamento).
E questo spiegherebbe – come temuto dalle autorità sanitarie regionali – il dilagare dei contagi anche in Umbria, anche tra persone vaccinate (più di 694 mila con ciclo completo e 223 mila con la terza dose).
Nuove misure per arginare Omicron
E la Regione, sulla base delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico locale e di concerto con le autorità nazionali, sta pensando a nuove misure per cercare di arginare le infezioni dovute alla variante Omicron.
Si pensa di rendere obbligatorio l’uso di mascherine anche all’aperto, di raccomandare l’uso di quelle ffp2 (più protettive) nei locali al chiuso.
Aggiornamento: l’ordinanza della Regione del 22 dicembre
Raccomandazioni, poi, per pranzi e cene di Natale e Capodanno, con il consiglio di effettuare almeno un test rapido (anche se vaccinati) prima di incontrare persone fragili.
Ma è soprattutto sulla scuola che si pensa di agire. Cambiando le regole della quarantena, che attualmente distinguono tra classi attenzione (nel caso di un positivo) e quelle con i cluster (3 casi) per le quali scatta la quarantena. Il rischio, altrimenti, è che a gennaio si debba fare un ritorno massiccio alla Dad. Alla fine, però, la Regione Umbria ha deciso di attendere le decisioni del Governo nazionale del 23 dicembre.
Gli esperti chiedono inoltre di potenziare i sistemi di tracciamento, che rischiano nuovamente di saltare con l’aumento esponenziale dei casi.
Più posti letto negli ospedali
Il commissario D’Angelo ha dato indicazioni alle due Asl di attrezzare, ciascuna in un ospedale di competenza, più posti letto destinati ai pazienti Covid. Perché anche se al momento si è sotto la soglia di rischio, l’aumento dei contagi nell’ultima settimana potrebbe portare ad un incremento esponenziale anche delle ospedalizzazioni.
Covid, servono più posti letto
Il piano per gli ospedali
Le ipotesi, al momento, riguardano gli ospedali di Città di Castello nella Asl 1 e di Foligno nella Asl 2. Ma se la situazione dovesse peggiorare, torna l’ipotesi di allestire ospedali Covid, come avvenuto lo scorso inverno a Pantalla e Spoleto.
Quanto alle terapie intensive, anche l’Umbria rischia la zona gialla con il superamento della soglia del 10%. Il problema in questo caso non è rappresentato dalle strutture (dopo il potenziamento avvenuto a inizio anno), quanto dal reperimento di personale.
La conferma: variante Omicron è in Umbria | Stretta su feste e scuola
(ultimo aggiornamento alle ore 20 del 26 dicembre)