Cocaina. E’ positivo il test antidroga effettuato sull’indagato per l’omicidio colposo e per l’omissione di soccorso di Annarita Guerrini. Il punto adesso è chiarire quanta droga ci fosse nel sangue del 26enne macedone al momento dell’incidente e se questa potrebbe aver alterato lo stato del conducente della Bmw che nella serata di sabato ha travolto due donne, ferendone una e uccidendo l’altra, facendone ritrovare il corpo a centinaia di metri dal luogo dell’impatto, sulla via che unisce Sant’Eraclio a Foligno.
Donna investita e uccisa, la vittima forse caricata in auto dopo l’investimento
Dall’indagine degli uomini del vicequestore aggiunto Bruno Antonini, emergerebbe che la vittima è stata trascinata per circa 500 metri dal punto dell’impatto e che il 26enne e il fratello che viaggiava con lui avrebbero trovato il corpo ancora incastrato sotto all’auto una volta arrivati a casa. Avrebbero quindi tentato di rianimare la donna per poi avvertire il 118 cercando di portarla in ospedale.
Il ventiseienne avrebbe però sbagliato strada dirigendosi dalla parte opposta all’ospedale. Punto certamente tra i più fumosi della ricostruzione ora al vaglio della Procura di Spoleto e del pm titolare delle indagini. I due fratelli però si sarebbero fermati lungo il loro tragitto nella direzione opposta all’ospedale, venendo raggiunti da un’ambulanza e da una pattuglia della polizia che ha arrestato il macedone alla guida per omicidio colposo e omissione di soccorso.
Foligno, donna investita e uccisa: Arrestato un 28enne
In auto anche un bambino. Sulla Bmw, a quanto si apprende oggi, non viaggiava solo il ventiseienne, ma anche il fratello (a carico del quale non sono stati presi provvedimenti), la moglie e il figlio di pochi mesi di quest’ultimo. La famiglia ha raccontato di essere uscita per fare spesa e che l’incidente è avvenuto mentre stavano tornando a casa e anche che il fratello dell’arrestato si sarebbe accorto subito che l’auto aveva investito le due donne, mentre attraversavano la strada, anche per la rottura del parabrezza. Lo avrebbe detto al fratello – avrebbero ammesso alla polizia – che però avrebbe proseguito la marcia perché in preda al panico. Una marcia tremenda, durante la quale, il corpo della povera vittima è stato prima trascinato e poi caricato in macchina.