Infiamma la polemica sulla Italmatch Chemicals, il caso in Parlamento - Tuttoggi.info

Infiamma la polemica sulla Italmatch Chemicals, il caso in Parlamento

Sara Fratepietro

Infiamma la polemica sulla Italmatch Chemicals, il caso in Parlamento

Interrogazione al ministro Minniti sulla donazione dell'azienda alla protezione civile e Lucidi (M5s) informa Curcio | Nel mirino la modifica al Piano regolatore sull'azienda, il progetto | Prc: non abbandonare la delocalizzazione
Dom, 21/05/2017 - 07:56

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Esplode il caso in città sulla Italmatch Chemicals e la polemica politica finisce anche in Parlamento. A preoccupare in città sono le modifiche al Piano regolatore generale di Spoleto in merito allo stabilimento – con quasi un secolo di vita – a ridosso della stazione ferroviaria approvate nei giorni scorsi dalla Giunta comunale. Un percorso che in verità va avanti da anni e che fa riferimento ad un ricorso al Tar contro il precedente Prg che prevedeva una delocalizzazione dell’azienda a rischio rilevante. Delocalizzazione che era stata dichiarata illegittima dai giudici. Nel mirino della politica, invece, (e del Movimento 5 stelle in particolare) c’è un’altra questione, quella di una donazione fatta dalla stessa azienda alla protezione civile comunale.

Delocalizzazione annullata dal Tar nel 2013 e il nuovo Prg

Come necessaria premessa va ricordato che la ex Saffa è un’azienda classificata a rischio incidente rilevante e sottoposta alla direttiva Seveso. E’ un’azienda insomma pericolosa, che deve sottostare a precise cautele. Per questo motivo da anni si parla dell’ipotesi di una sua delocalizzazione, delocalizzazione tanto auspicata dai residenti delle zone circostanti dello stabilimento (l’edilizia intorno all’azienda preesistente è fiorita negli ultimi decenni) e che era stata prevista dal precedente Piano regolatore di Spoleto. E tra i ricorsi che avevano poi portato all’annullamento del Prg in questione, datato 2008, ce n’era anche uno dell’Italmatch. Che si è vista dare ragione dai giudici del Tar dell’Umbria: il Comune di Spoleto non poteva imporre la delocalizzazione. La sentenza, emessa nel 2013, è stata impugnata davanti al Consiglio di Stato ed il ricorso è ad oggi ancora pendente.

Proprio in vista dell’approvazione del nuovo Piano regolatore generale del Comune, l’amministrazione comunale ha cercato un accordo con la Italmatch, per evitare ricorsi e richieste risarcitorie. L’iter è iniziato già a settembre 2014, con l’avvio del procedimento di approvazione di un nuovo strumento di pianificazione generale. E, “al fine di introdurre previsioni di assetto del territorio condivise e coerenti con gli obiettivi strategici individuati negli atti di pianificazione“, con deliberazione di Consiglio Comunale n. 53 del 12 ottobre 2015 l’amministrazione ha approvato un bando pubblico per la partecipazione dei privati al procedimento di redazione del nuovo strumento urbanistico. All’esito di questo sono arrivate 23 istanze da parte di cittadini ed aziende (tra cui una della Italmatch), tutte oggetto di dettagliata analisi da parte della Giunta comunale nel corso degli ultimi mesi, con tanto di sopralluoghi. Il Comune infatti stringe sui tempi, con l’obiettivo di approvare il nuovo piano regolatore generale in consiglio comunale entro il 30 giugno 2017.

Il testo dell’accordo tra Comune e Italmatch

italmatch-prg2Negli ultimi giorni, quindi, il Comune ha provveduto a pubblicare all’Albo pretorio una delibera di Giunta (datata 29 marzo) con l’approvazione dell’accordo (ai sensi della legge regionale 1 del 2015, quella che ha provveduto a ‘sanare’ i piani regolatori umbri illegittimi) con l’Italmatch per risolvere così il contenzioso esistente. Accordo che riduce l’area edificabile tra la proprietà complessiva (pari a 132.254 mq), ma che prevede nuove aree di stoccaggio ed anche di produzione. “Nel complesso – si spiega nel testo – c’è una riduzione della potenzialità edificatoria dell’area, con utilizzo di nuova SUC (superficie utile coperta, ndr), nell’area perimetrata in colore rosso ed in colore verde, per produzioni che non determinano un aggravio del preesistente livello di rischio di incidente rilevante, secondo l’Allegato D del DLgs 105/2015″. E’ previsto anche l'”utilizzo di nuova SUC, nell’area perimetrata in colore rosso ed in colore verde, per stoccaggi di sostanze non pericolose e pericolose, in conformità alla previsioni del DLgs 105/2015 (in materia di controllo e pericolo incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose) ed alla prescrizioni del Comitato Tecnico Regionale”. “Eventuali fabbricati di nuova edificazione nella nuova area limitrofa alla ferrovia, area perimetrata in colore giallo, – prosegue il testo – saranno utilizzati solamente per lo svolgimento di attività relative ai servizi di manutenzione dello stabilimento e per stoccaggi di sostanze non pericolose (materiale inerte)”. Quindi la “eliminazione della vocazione residenziale delle attuali aree residenziali B1 e B2 (complessivamente mq 7.820), da inserire in zona agricola in linea con l’obiettivo della riduzione della nuova capacità insediativa residenziale di cui alla delibera GC n. 272/2014″. “L’eliminazione del contenzioso oltre alla riduzione delle spese legali – spiega l’accordo – riveste un notevole interesse pubblico in quanto si eviterà l’alea per l’annullamento del PRG e si eviteranno notevoli danni alla Pubblica Amministrazione ed alla cittadinanza intera”.

Dei 132.254 mq di cui si compone l’area di proprietà della Italmatch, 36.900 saranno di area industriale (area ridotta rispetto ai 47.133 mq previsti dal Prg del 1988). Mentre 95.354 mq di zone residenziali e a servizi (così come previste dal Prg del 2008) saranno riportate in zona agricola.

Residenti allarmati per lo stabilimento con 89 anni di storia

Nonostante diminuiscano capacità edificatoria sia per l’area residenziale (che sparisce) sia per quanto riguarda quella produttiva (che però può essere ampliata rispetto ad ora), i residenti della zona sono allarmati. Si teme infatti un aumento dell’attività e quindi un rischio maggiore per la popolazione. E la questione Italmatch torna quindi al centro del dibattito pubblico, come già avvenuto più volte in passato quando sul tema vennero organizzati incontri pubblici con anche confronti tra popolazione ed azienda. L’auspicio era infatti quello che prima o poi l’azienda potesse essere spostata in un altro luogo. Ma la delocalizzazione non può essere obbligata, lo hanno scritto chiaro e tondo i giudici. Anche perché la Italmatch è lì da 89 anni, subentrando alla ex Saffa, insediata proprio lì perché la stazione ferroviaria era essenziale per  il trasporto delle produzioni. I residenti, comunque, stanno cercando di capire il da farsi, non escludendo anche la possibilità di dare vita ad un vero e proprio comitato. E contro la localizzazione dell’azienda da anni si batte l’associazione culturale Casa Rossa.

La donazione scalda la politica, M5s interroga ministro Minniti

Ma se sono anni che la pericolosità della Italmatch tiene banco in città, a scaldare la politica è un’altra questione. La Italmatch ha infatti donato un veicolo pick up al Servizio di protezione civile del Comune di Spoleto. Una donazione dal valore di 15mila euro. E il caso (?) ha voluto che tale donazione fosse recepita dalla Giunta 6 giorni prima all’approvazione dell’accordo in merito al Prg. Nella delibera di Giunta si spiega che a seguito delle scosse di terremoto che hanno interessato il centro Italia, “con nota del 22/02/2017, acquisita al protocollo comunale in data 23/02/2017 al n. 10010 la Soc. Italmatch Chemicals S.p.A., Società con propria sede operativa anche nel Comune di Spoleto, esprimeva la volontà di compiere una donazione di un veicolo pickup da destinare al servizio di Protezione Civile dell’Ente per un impegno finanziario di euro 15.000,00, con unica condizione d’inserire un logo sull’automezzo acquistato con la scritta Donazione Italmatch Chemicals S.p.A”.

Una donazione che però secondo il Movimento 5 stelle di Spoleto rappresenterebbe un conflitto d’interessi e il Comune non avrebbe dovuto accettare. Tantomeno la richiesta di apporre il logo dell’azienda sul mezzo. E sul tema il Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Marco Minniti (firmata dai parlamentari Lucidi, Moronese, Crimi, Serra, Martelli, Giarrusso, Puglia). In una nota congiunti, il senatore Lucidi, il consigliere regionale Liberati ed il consigliere comunale Bassetti scrivono: Sta tornando alla ribalta in questi giorni il caso “Italmatch Chemicals – Spoleto”, perché il Comune di Spoleto ha emanato due delibere, a distanza di circa sette giorni l’una dall’altra, con riferimenti specifici all’azienda locale. La prima riguarda la donazione di 15.000 euro  fatta dall’azienda verso il Comune di Spoleto, vincolata all’acquisto di un fuoristrada da destinare alla Protezione Civile, mentre la seconda delibera concerne un’operazione in sede di variante urbanistica. Quindi un’altra grana per la Giunta Comunale, anzi due. Prendiamo in esame, in questa prima fase, la prima delibera, perché più semplice nei fatti e, al contrario di come affermato da Rifondazione Comunista, assolutamente rilevante nella sostanza. Ci riserviamo nei prossimi giorni di intervenire invece sulla seconda delibera. In questo primo atto della Giunta, il controllato (Italmatch) fa una donazione di fatto al controllore (il Comune) ai fini di destinare un mezzo fuoristrada al gestore dell’emergenza (la Protezione Civile). L’assessore all’Urbanistica Antonio Cappelletti incalza dichiarando che: ‘(…) la Italmatch è un’azienda che opera nel territorio con rilevante impatto economico e l’impegno di un’Amministrazione deve essere anche quello di salvaguardare, nell’ambito del legittimo e del possibile, le sue realtà produttive, sopratutto in momento come questo. Criminalizzare poi un’azienda che compie da anni atti di liberalità sopratutto nei confronti delle scuole e di iniziative per i giovani risulta veramente incomprensibile’. Parzialmente vero questo, caro Assessore Cappelletti. Perché il Comune di Spoleto ha delle responsabilità dirette in questa vicenda, tant’è che tutte le informative complete su Italmatch sono disponibili sul sito web dell’ente, e lo stesso Comune deve ottemperare a molte prescrizioni sempre nei confronti dell’aziendaPer questi motivi l’oggetto della prima delibera, relativa alla donazione, dovrebbe essere dichiarata “non-accoglibile” dal Comune di Spoleto, non soltanto per quel vincolo esistente tra Azienda-Comune-Protezione Civile, ma sopratutto per la discutibile richiesta di apporre sul fuoristrada il logo dell’azienda. Il Comune di Spoleto dichiara nella delibera di ritenere: ‘(…) opportuno di accogliere la donazione, provvedendo, come richiesto, a inserire un piccolo logo sull’automezzo acquistato con la scritta ”Donazione Italmatch Chemicals S.p.A’. Per questi motivi stiamo presentando una interrogazione al Ministro degli Interni, per chiedere di chiarire questa vicenda, portandone a conoscenza anche il capo della Protezione Civile, Ingegner Fabrizio Curcio. È evidente che, se il fine ultimo è il bene comune, allora la donazione poteva essere tranquillamente dirottata a Norcia o verso Amatrice, o quanto meno senza l’obbligo di apporre un logo aziendale piccolo o grande che sia. Una pretesa fondamentale per tutelare sia il Comune di Spoleto che la Protezione Civile da problemi connessi con conflitti di interesse, ed inoltre per evitare che un’azienda italiana dichiari pubblicamente le sue opere di beneficenza e umanitarie. La beneficenza si fa sottovoce”.

E nei giorni il senatore Stefano Lucidi ha incontrato il capo del dipartimento nazionale di protezione civile Fabrizio Curcio, con il quale ha parlato proprio del caso Italmatch. Durante l’incontro inoltre, ho avuto modo di esporre, al massimo vertice tecnico della protezione civile italiana, gli aspetti legati alla presenza di una siffatta realtà industriale nel tessuto urbano spoletino e sopratutto quelli che possono essere gli scenari legati ad eventuali azioni politiche future, che saranno dirette a cercare dati oggettivi intorno a questa vicenda. Ho consegnato anche l’ultima versione del depliant informativo sul sito industriale, riservandomi di produrre altro materiale funzionale ad un futuro confronto di approfondimento” spiega Lucidi.

Rifondazione comunista: “Non arrendersi sulla delocalizzazione”

A riportare invece la questione sul tema della delocalizzazione, invitando a non arrendersi visto che il ricorso è ancora pendente in secondo grado, è il circolo locale di Prc, guidato da Maura Coltorti. Di seguito il comunicato stampa integrale.

Dopo qualche anno di colpevole silenzio il problema Italmatch torna d’attualità a causa della Delibera della Giunta Comunale che prevede l’approvazione di un ampliamento dell’Azienda (preceduta dalla approvazione di una donazione di un pick up da parte di Italmatch destinato alla Protezione civile). La notizia è apparsa sui notiziari online, seguita successivamente da un articolo di risposta dell’assessore Cappelletti, in cui lo stesso riferisce in merito al contenuto della Del. n.84 del 29-3-17 relativa alla nuova proposta di accordo con Italmatch. Non vogliamo entrare nel merito della questione della donazione anche se rimaniamo quantomeno perplessi dal fatto che l’Ente che dovrebbe essere deputato al controllo e garante per la sicurezza dei cittadini accetti donazioni dal controllato; pensiamo infatti che di questi, come li definisce l’assessore Cappelletti, “atti di liberalità”, se ne dovrebbe occupare (se ce ne è motivo) la magistratura. Ci limitiamo solo a citare un noto politico (non appartenente certo alla nostra “parrocchia”) che diceva “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” . Ma torniamo al problema vero e cioè al preoccupante cambio di rotta dell’Amministrazione Comunale che, con questa delibera, nell’abbandonare le strade che le Amministrazioni precedenti avevano intrapreso in ottemperanza alle direttive in tema di sicurezza, giustifica tale decisione in quanto “… l’impegno di un’Amministrazione deve essere anche quello di salvaguardare(…) le sue realtà produttive, sopratutto in un momento come questo”. Ci troviamo pertanto, come in altre situazioni in Italia, di fronte alla ricattatoria contrapposizione tra ambiente e lavoro ed al
rifiuto ad intraprendere l’unica via (invero non sempre agevole) che per noi, in casi come questo, può salvaguardare sia la sicurezza della popolazione che i livelli occupazionali, cioè quella della riconversione e/o delocalizzazione delle attività a rischio. Fermo restando che gli ultimi che devono rischiare di subire conseguenze in tali situazioni (come al contrario spesso accade) sono i lavoratori e che il problema del lavoro è per un partito come il nostro sempre al primo posto, le soluzioni citate sono le uniche che gli Enti preposti devono perseguire tenacemente, con tutti i mezzi a disposizione, anche i più costosi in termini economici, perché le sole in grado di risolvere tali situazioni. Vorremo ricordare a questa Amministrazione che la decisione, attraverso il PRG, di delocalizzare in altra area l’attività della dell’Italmatch è stata a suo tempo presa proprio per ragioni di sicurezza e salvaguardia della cittadinanza essendo tale azienda, pur classificata a “Rischio di incidente rilevante di soglia superiore” (livello più alto di rischio) ai sensi del D.Lgs. 105/2015 (Direttiva Seveso III) nonché “Industria Insalubre di prima classe” (la più alta) ai sensi del D.M. 5-11-94, situata all’interno della città in zona altamente popolata con scuole, edifici pubblici e stazione FFSS. Per chi vuole approfondire e conoscere i rischi connessi consigliamo la lettura dei documenti sulla sicurezza dell’Italmatch pubblicati dal Comune di Spoleto nella sezione riservata alla Protezione Civile, documenti , quindi, non certamente di parte. Alla delocalizzazione erano favorevoli sia i precedenti sindaci (Benedetti intervista del 28-10-11; Brunini intervista del 9-3-2013) che l’ARPA “(…) l’opportunità, che lo stabilimento Italmatch inglobato all’interno di aree fortemente urbanizzate, sia delocalizzato in una area opportunamente definita” (parere Arpa per approv. PRG 2008). E’ peraltro vero che il PRG 2008 è bloccato a causa della vittoria per il ricorso al TAR dell’Italmatch, ma è anche vero che tale sentenza è stata impugnata davanti al Consiglio di Stato e quindi dovremmo attendere la sentenza definitiva prima di arrenderci. Quello però che non si dice né negli articoli precedenti né nella risposta dell’assessore, è che fine farà, a causa del nuovo accordo proposto, l’appello sospeso presso il CdS. L’Amministrazione ha deciso di ritirare l’appello, rendere inoppugnabile l’accordo stesso e quindi accetta, sulla nostra pelle, che l’Italmatch rimanga definitivamente in centro città, con tutti i rischi relativi? Da una lettura approfondita dell’accordo sembrerebbe proprio di si. Noi pensiamo che questo sia il vero punto focale di tutta la situazione: l’Amministrazione sta forse “svendendo” la nostra sicurezza? E se si, in cambio di cosa? Il problema che si pone non è quindi l’ampliamento o meno dell’Azienda quanto che la stessa sia autorizzata ufficialmente a rimanere lì e questo non può essere assolutamente messo sullo stesso piano della bilancia di una pur meritoria ricerca dell’Amministrazione di ridurre le aree produttive e residenziali, né di un risparmio economico per spese legali, né di evitare l’alea di un eventuale annullamento del PRG. Quindi, alla luce di tutto ciò, l’esaustiva risposta di Cappelletti è pertanto, se pur rispondente al vero, comunque non accettabile, per la “pietra tombale” che mette sull’auspicata e motivata delocalizzazione dell’Italmatch, che proprio in questo periodo assume particolare rilevanza anche a causa dei recenti eventi sismici. Queste sono le risposte che vogliamo avere dall’Amministrazione e le vorremmo avere prima che tale proposta diventi esecutiva ed inoppugnabile (e cioè prima della eventuale approvazione definitiva del Consiglio Comunale) per poter, come cittadini, esercitare il nostro diritto/dovere di controllo ed eventuale dissenso su atti che sembrano procedere in senso contrario alla via tracciata in materia di sicurezza del territorio da norme e direttive vigenti.

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