Un atto dovuto in attesa delle risultanze dell'autopsia
È indagato il datore di lavoro di Zaim Jacaj, 56 anni, albanese, arrivato ad Assisi una ventina di anni fa insieme alla famiglia – la moglie Majlinda e i due figli Ilklid (Illi) e Jori – che è morto lunedì al Santa Maria della Misericordia , vittima di un incidente sul lavoro a Ospedalicchio dopo essere caduto mentre tentata di riparare la perdita in un negozio di Ospedalicchio.
L’iscrizione nel registro e dovuto visto che il giudice ha disposto l’autopsia che verrà eseguita oggi dal medico legale Sergio Scalise Pantuso; secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Assisi guidati dal capitano Vittorio Jervolino, l’uomo, operaio, stava lavorando per risolvere un’infiltrazione d’acqua in un negozio quando per cause in corso di accertamento sarebbe caduto da una scala: una brutta caduta anche se avvenuta da un’altezza relativamente bassa. La famiglia, assistita dall’avvocato Delfo Berretti, è intanto in parte già volata in Albania dove Zacaj sarà tumulato.
Per l’Umbria è stato il terzo incidente sul lavoro mortale in pochi giorni: a metà gennaio a perdere la vita era stato Roberto Raspati, dipendente di una ditta di pulizie caduto da un’altezza di 5 metri mentre stava lavorando a San Mariano di Corciano.
Una settimana dopo in un incidente stradale forse causato dal ghiaccio aveva perso la vita Petrit Jashari, un camionista di 22 anni originario di Perugia che stava rientrando a Magione quando, poco prima delle 7.30, con il mezzo ha sbandato all’altezza di un viadotto, finendo con la motrice contro un guardrail laterale della sede stradale. Il sinistro era accaduto lungo la statale Flaminia, al chilometro 230 fra Cagli e Cantiano, a pochi chilometri dal confine provinciale e regionale, poco dopo lo svincolo per San Geronzio.