Nessuna grave conseguenza per l’aria e per l’acqua, dopo l’incendio alle Cartiere di Trevi. Lo dicono i dati del monitoraggio dell’Arpa, pubblicati sul sito dell’Agenzia regionale di protezione per l’ambiente, confermando quando trapelato i giorni successivi. Un incendio che aveva preoccupato la popolazione e il Comitato per la difesa dell’aria e dell’acqua di Bevagna.
Il monitoraggio delle acque del fume Clitunno, dopo l’incendio alle Cartiere di Trevi, è stato effettuato in 9 punti, a monte e a valle dell’azienda ed analizzati dal laboratorio di Arpa. I campionamenti sono stati effettuati il 23 e 24 giugno, cioè il giorno dell’incendio e il giorno successivo. I campionamenti di acqua superficiale restituiscono quantità inferiori comunque rispetto alla norma. Quanto al Clitunno, il 23 è stata riscontrata una concentrazione elevata di colorante a valle della Cartiera, mentre più a valle la concentrazione di colorante era inferiore. Già dal 24 poi il colorante a valle della Cartiera si era ridotto, con valori inferiori a 100 pub. Prelevato anche il materiale vegetale, dove il 23 è stata riscontrata la presenza di Violet dark. Colorante che però, come dimostrato dai campioni in frigo, degrada velocemente.
Per monitorare l’aria, l’Arpa ha utilizzato un Mezzo mobile e un Campionatore ad alto volute, dal 23 giugno 2020 alle 17.30 al 28 alle 20 e sono stati presi di mira Ipa, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, benzene, toulene, cileni, etilbenzene e stirene e il Pm10. Nello specifico, per il biossido di azoto innalzamento iniziale e poi subito valori al di sotto della soglia. Sempre valori bassi il monossido di carbonio. Picchi di benzene registrati il 24, il 25 e il 28. Quanto al Pm10, picco nel periodo dell’incendio e poi riassestamento del valore per un valore di 16 microgrammi/m3.
“I dati fin qui prodotti mostrano un basso impatto dell’incendio nella postazione di monitoraggio (situata nei pressi delle prime abitazioni dopo la cartiera), anche i valori PCDD/Fs, l’unico parametro che si distacca dai valori di fondo, che è comunque al di sotto del valore (circa la metà) indicato dalla Commissione consultiva tossicologica nazionale per gli ambienti esterni“.