“Conosco bene e apprezzo da sempre l'impegno civile e culturale profuso dal mondo della cooperazione a Spoleto. La lotta all'esclusione sociale qui si è sempre caratterizzata per una ricerca di integrazione positiva, di scambio e non di sopportazione, di protagonismo e non di assistenzialismo. Mi colpisce ora il progetto espositivo che si realizza nei nostri locali del complesso di S. Nicolò. Nella presentazione della mostra si dice: ‘Potrebbe essere che esprimersi sia un'avventura verso l'ignoto”. Ogni esperienza in fondo lo è: esprimersi nelle forme dell' arte è senz'altro la più grande delle avventure e chi ha attraversato deserti di sofferenza ha scavato ancora più profondamente dentro di sé. Talvolta estraendo da sé pietre preziose”. Solo queste le parole con cui l'assessore Flamini, a nome dell'amministrazione comunale, saluta la mostra “Mondi sconosciuti, mondi di sconosciuti, mondi disconosciuti” attraverso il depliant realizzato per pubblicizzarla.L'esposizione, organizzata dalla cooperativa Il Cerchio, è stata inaugurata nel pomeriggio al primo piano del Chiostro di San Nicolò e resterà aperta fino al 30 ottobre ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30.In mostra, oltre a venti xilografie di Massimiliano Mirabella, le opere d'arte dei ragazzi dei centri diurni di Spoleto e Giano dell'Umbria gestiti dalla cooperativa per conto della Asl 3: dipinti (su carta e su tela), lavori intagliati, cocci colorati, lane tessute a formare quadri…All'inaugurazione gli autori dei quadri, con le loro famiglie e i responsabili della cooperativa Il Cerchio, capitanati dalla presidente Serenella Banconi, orgogliosa di questa nuova iniziativa, e dal vice Giorgio Raffaelli, responsabile del giornalino settimanale “Non solo fra di noi”.
Sara Fratepietro
Di seguito la presentazione della mostra “Mondi sconosciuti, mondi di sconosciuti, mondi disconosciuti” ad opera di Claudio Stella (professore del liceo classico Frezzi di Foligno)
Potrebbe succedere
che esprimersi sia
un'avventura verso l'ignoto.
A volte il gesto
di uno sconosciuto
può spezzare muri di silenzio,
può illuminare
mondi che non immaginavamo,
che sentivamo estranei
e lontani:
talora,
ciò che chiamiamo diverso è,
semplicemente,
ciò che non sappiamo
e non vogliamo conoscere.
Ogni volta che qualcuno di noi,
piccoli uomini
gettati nel tempo,
crea qualcosa con il suo ingegno
e la sua fantasia,
è come se avesse appreso
il linguaggio
delle stelle e del vento,
degli alberi e dei monti
che svettano verso il cielo.
È come se in noi risuonasse l'eco
di tutti gli antichi dolori
e delle antiche speranze
che da sempre accompagnano il nostro cammino nella storia.