Il moderno “scriptorium” è stato negli ultimi anni oggetto di numerose analisi. Molte le variabili che lo condizionano. Colori, temperature, ordine, presenza di agenti esterni disturbanti e non e via dicendo. Fattori che non siamo in grado di gestire ma che influiscono infinitamente sulla concentrazione e sull'attenzione. Le righe scorrono ma poco resta, il tempo passa e la sostanza sfugge. Altre volte, invece, mancano gli strumenti per comprendere appieno la materia oggetto di studio, la rete ci aiuta ma spesso – soprattutto nel caso di studi accademici o di ricerca – si limita a suggerici la strada da percorrere. È chiaro, allora, che si cerca di reperire i testi di interesse e non sempre è facile. La strada più ovvia, dovrebbe essere quella delle Biblioteche comunali. Spesso questi luoghi pur possedendo un patrimonio librario di tutto rispetto, appaiono tristi, stantie, non stimolanti. Esteticamente poco ricercate, dal punto di vista organizzativo confuse, e la gran parte delle volte si finisce per prendere il testo e tornare a casa. Spoleto, fino a qualche ora fa, si inseriva perfettamente nel contesto appena descritto. I testi erano qua e la, senza una collocazione chiara, si andava a zonzo e non si capiva bene il perché, “Stiamo restaurando Palazzo Mauri” era la spiegazione. Ed invece stamattina la Biblioteca Comunale “Giosuè Carducci” è stata inaugurata e lo scetticismo ha dovuto cedere il passo ad una realtà di una freschezza inaspettata.
“È difficile misurarsi con le grandi opere, soprattutto se si tratta di riscoprirle, integrarle e modernizzarle” così decide di iniziare il Sindaco Massimo Brunini il suo intervento per l'inaugurazione di Palazzo Mauri. “Un simbolo per città e per i cittadini – spiega il Sindaco – un palazzo ricco di storia che è stato luogo di discussioni politiche, di momenti di riflessioni e di svago per molti di noi. Abbiamo recuperato questo spazio utilizzando la modernità e l'innovazione, consapevoli che la biblioteca deve essere un patrimonio fruibile per tutta la collettività dai più piccoli agli anziani”. “Probabilmente per il designer – sostiene l'Assessore Flamini – questa è la più bella biblioteca dell'Umbria”. Il risultato di una cooperazione tra le varie direzioni comunali e non solo. Il lavoro di architetti, progettisti, appassionati che si sono impegnati per ricreare “quella che un tempo era considerata l'agorà della città – spiega il Dirigente della direzione cultura e turismo Sergio Macedone”.
Un ambiente perfetto che coniuga nel migliore dei modi un design moderno con il necessario rispetto della tradizione, che rivive nei soffitti affrescati e nella bellezza unica del Palazzo. Ambienti ampi e luminosi, arredati con cura e ricercatezza. Tavoli enormi, pouf colorati e sgabelli sono solo una parte del corredo delle tante sale che compongono la recuperata e storica Biblioteca comunale. Non è solo il design o la concezione dell'ambiente che rendono innovativo e moderno l'ambiente, ma soprattutto la visiva volontà di rendere questi spazi fruibili da tutta la cittadinanza. Gli spazi per i più piccoli sono perfettamente in sintonia con il contemporaneo rinnovo dei criteri educativi. La sala della narrativa riproduce un ambiente “casalingo” che sicuramente metterà a suo agio i lettori. Angoli espositivi, spazi di intrattenimento, caffè letterario, sale conferenze tutto appare assolutamente ben progettato. Laddove la struttura poneva dei limiti si sono create alternative funzionali e moderne. Il contenuto è di tutto rispetto dai testi donati da Papa Leone XII, alla letteratura contemporanea, dalle comics novels ai testi sulla meditazione, dai saggi politici alle fiabe per i bambini. Insomma, tutto fa ben sperare per un ottimale utilizzo della struttura.
Infine, particolarmente commovente, è stato il ringraziamento del Sindaco Massimo Brunini, condiviso da tutti i presenti, a Mafalda De Vincenzi Conti, per la passione e la tenacia dimostrata nel sostenere il progetto.
C.F.