“Qui voi avete realizzato un sogno che per anni ho avuto dentro di me: istituire una sede operativa di protezione civile che fosse la casa del mondo del volontariato, di cui io oggi mi sento parte perché da volontari non si va mai in pensione”. Così Giuseppe Zamberletti, definito “padre nobile” della Protezione civile italiana, ha voluto salutare le centinaia di volontari presenti ieri a Foligno per l’inaugurazione della “Settimana europea del volontariato di protezione civile”, alla presenza del capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli e della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Zamberletti ha ricordato quanto, negli anni dei terremoti in Friuli prima ed Irpinia poi, “ho dovuto con tristezza rinunciare all’opera di migliaia di cittadini che si presentavano a noi per aiutarci, ma non eravamo organizzati ed il volontariato di protezione civile era ancora qualcosa di sconosciuto”.
“Ora nel nostro Paese abbiamo una struttura di protezione civile che ci è invidiata nel mondo e che è riuscita a mettere insieme il volontariato con il professionismo. Questo è il vero valore aggiunto del nostro modello”. Zamberletti ha quindi sottolineato come proprio ruolo e funzione del volontariato rappresentano in Italia, in termini economico, il 4 per cento dell’intero PIL nazionale, che significa una massa finanziaria di 7 miliardi di euro all’anno: “questo è ciò che voi, con il vostro lavoro, la vostra azione e dedizione, regalate al vostro Paese”.
Ringraziando Giuseppe Zamberletti per le sue parole la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha voluto ricordare che “il centro regionale di Protezione civile di Foligno è frutto dell’esperienza maturata in Umbria con il sisma del 1997, e rappresenta, oltre alle sue funzioni istituzionali, il punto centrale del nostro mondo del volontariato di protezione civile. Vorremmo però fare un ulteriore salto di qualità, affermando, in questo luogo, un unico punto di coordinamento di tutti i soggetti istituzionali che a vari livelli operano per la protezione civile”.
“In questo modo potremo migliorare il nostro modello agendo su due elementi fondamentali: la formazione degli operatori ed attraverso essi favorire una maggiore diffusione della cultura della prevenzione e soprattutto capire e conoscere i rischi del territorio in cui viviamo. Poi lavorare ulteriormente nel perfezionare i modelli organizzativi sia del volontariato che della stessa protezione civile, al fine di realizzare una forte rete regionale di tutte le istituzioni che possa interagire con la rete nazionale di protezione civile”.
La presidente ha quindi ricordato l’esperienza che ancora in questi giorni vede impegnato il mondo del volontariato assieme alla protezione civile regionale nella gestione dell’emergenza emigrati: “volevano imporci un modello di accoglienza – ha detto – che con condividevamo e per questo abbiamo detto no, offrendo però il nostro di modello. Ebbene, ha funzionato e sta funzionando, a dimostrazione di quanto elevato sia il livello di professionalità di tutti i nostri operatori, sia pubblici che del volontariato laico e cattolico”.
Il Direttore del dipartimento nazionale Gabrielli, salutando i volontari presenti, ha ricordato come tra un anno il dipartimento avrà raggiunto il traguardo di 30 anni di vita dalla sua fondazione: “questo Dipartimento – ha detto – ha tre padri nobili: Giuseppe Zamberletti, Franco Barberi e Guido Bertolaso. E noi dobbiamo essere orgogliosi della nostra storia. Abbiamo oggi un sistema nazionale di protezione civile che fa scuola nel mondo ed è all’altezza di un Paese moderno e civile. Quanto al mondo del volontariato esso rappresenta una eccellenza nell’eccellenza. Ed avremo modo di comunicarlo grazie a questa settimana di eventi nel corso della quale se ne svolgeranno oltre 400. Vorrei anche cogliere questa occasione per annunciare che nel prossimo autunno convocheremo gli Stati generali del volontariato di protezione civile, perché vogliamo e dobbiamo sempre confrontarci per migliorare costantemente il nostro sistema”.
Al Centro regionale di protezione civile, dove è stato trasferito il Servizio di Protezione civile della Regione Umbria, è attribuito un ruolo guida nella gestione e nello svolgimento delle funzioni previste dal Piano regionale in materia di prevenzione, formazione, programmazione e pianificazione dell’emergenza a supporto degli Enti locali.
Tale centro è dotato di supporti tecnologici d’avanguardia nel campo informatico ed in quello delle telecomunicazioni. La razionalizzazione della Sala Operativa consentirà di ridurre i costi generali, di fornire un servizio altamente qualificato e specializzato in tutti i settori; garantirà inoltre il supporto costante con professionalità e competenze diverse in qualsiasi momento per qualsiasi tipo di emergenza. Nella Sala Operativa troveranno riferimento, per la gestione dell’emergenza anche servizi quali il 118 oltre alle strutture operative presenti nel Centro quali i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale dello Stato, le Comunità Montane, il Consorzio di Bonifica. Queste dispongono, comunque, di servizi propri per la gestione delle attività ordinarie nelle proprie sedi.
I soggetti e le risorse per la realizzazione del Centro regionale, che hanno comportato un investimento complessivo di oltre 31 milioni di euro (31.384.374,28) di cui oltre 26 milioni di euro a valere sui fondi della ricostruzione post-sisma, sono stati fissati, a seguito del terremoto del 1997, con una ordinanza del Ministero dell’Interno e con il successivo accordo di programma del 29 giugno 1998 firmato da Regione Umbria, Comune di Foligno, Dipartimento della Protezione Civile, Provveditorato alle Opere Pubbliche dell’Umbria, Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Perugia, Croce Rossa Italiana, Consorzio Bonificazione Umbra.
L’area ospita una struttura di servizio per ciascuno dei soggetti partecipanti per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali e quelle di protezione civile. Un edificio è adibito a sede del Corpo Forestale dello Stato per lo svolgimento delle proprie attività d’istituto sul territorio. C’è inoltre una struttura di deposito materiale di primo intervento dei beni culturali storico artistici, archivistici e librari ed un edificio di deposito e conservazione di moduli prefabbricati. La sede del distaccamento dei Vigili del Fuoco comprende un campo base per addestramento e per esercitazioni del volontariato.
A completare il Centro regionale di protezione civile c’è la sede del Consorzio della Bonificazione Umbra, un edificio per servizi comuni, l’ufficio informazioni, sorveglianza. Ci sono infine aree per lo stoccaggio di materiali ed ammassamento mezzi, per l’insediamento moduli abitativi e una piazzola per l’atterraggio di elicotteri.
Progettualmente la scelta operata ha privilegiato sistemi di isolamento sismico, al fine di consentire la piena attività del Centro di protezione civile anche in caso di rilevanti fenomeni sismici. Infatti quasi tutte le strutture sono state isolate e sono dotate di impiantistica adeguata alle situazioni di emergenza, soprattutto in merito alla trasmissione delle informazioni.
Al Centro, in questi primi mesi, sono state gestite alcune emergenze come quella relativa al crollo della paratia dello sfioratore della diga di Montedoglio, con i tecnici che hanno effettuato da subito sopralluoghi e monitorato la fuoriuscita del flusso delle acque e costantemente tenuto informati i Sindaci dei territori che ne sono stati interessati.
È stata e viene tuttora gestita, inoltre, l’emergenza dovuta al consistente arrivo dei migranti dai Paesi del Nord Africa sull’isola di Lampedusa, che ha reso necessario predisporre un piano di accoglienza nazionale distribuito su tutto il territorio italiano, a cui l’Umbria non si è sottratta ed ha saputo mettere in campo la competenza e la solidarietà di tutti i soggetti coinvolti. I dipendenti che lavorano al Centro regionale svolgono tuttora operazioni di accoglienza e trasferimento dei migranti nelle apposite strutture individuate.
Un altro aspetto fondamentale dell’attività del Centro è dato dalla formazione. Il Dipartimento nazionale di Protezione Civile ha scelto il Centro di Foligno per svolgere, nell’ambito del progetto europeo “Doctor House”, nel gennaio 2011, il corso per formare tecnici specializzati che saranno impiegati all’estero come team di Protezione civile europea nella valutazione di danno e agibilità di edifici danneggiati da terremoto.
Al fine di avere tutti i mezzi in un’unica sede, è stato trasportato tutto il materiale che si trovava nella struttura di Magione, trasferendo, quindi, l’intero Centro attrezzature di primo intervento (“Capi”). Di rilevanza non secondaria, infine, è la continua attività che i dipendenti svolgono presso le associazioni di volontariato per i relativi corsi di base e di aggiornamento, che tendono a garantire linee comuni di intervento in caso di emergenze.