(Jac. Bru.) – La discesa, la bici che comincia ad andare per conto proprio, la caduta, l’impatto contro il muretto. Attimi agghiaccianti, impossibili da dimenticare per i ragazzi che domenica erano in bici insieme a Stefan. Così come è impossibile per familiari, insegnanti, compagni di classe e amici credere che lui non ci sia più. Sono in centinaia oggi nella chiesa di Santa Rita per salutarlo un ultima volta. La famiglia, in primis. E poi gli amici, tantissimi. Gli insegnanti, non solo quelli che lo hanno visto fino a pochi giorni fa ma anche quelli che lo conoscevano dai tempi della scuola media, e infine la comunità romena di Spoleto, stretta intorno alla mamma Mihaela e al fratellino Vlad.
Il funerale viene celebrato con rito ortodosso, in lingua romena. Non una messa vera e proprio dunque, più un rito speciale, come impongono le tradizioni del paese est-europeo. Sull’ambone salgono due compagni di classe e un insegnante di Stefan, quel giovane “così solare, con cui ci si divertiva sempre tanto”. “La tua luce si è spenta, ma continuerà a brillare in eterno nei nostri cuori. E’ difficile credere che tu non ci sia più, hai lasciato un grande vuoto in tutti noi”, dicono i giovani con voce rotta dal pianto. L’insegnante riesce a malapena a parlare, tanta è l’emozione. “Il tuo nome è ancora sul registro di classe, ma tu non ci sei più – dice con la rabbia emotiva di chi non riesce a trovare un senso a quanto accaduto – il dolore è immenso”.
Ma il momento più toccante dell’intera cerimonia arriva quando la mamma di Stefan prende la parola. Piange, è disperata, ma ha un coraggio e una dignità fuori dal comune, che fanno si che le sue parole si scolpiscano nel cuore dei presenti. “Sono romena – dice – ma da tanti anni vivo a Spoleto e ormai mi sento una di voi. Vorrei ringraziare tutti coloro che mi sono vicini e la persona che ci ha donato il loculo” (donazione grazie alla quale Stefan verrà seppellito nel cimitero di Spoleto).
Nella giornata di ieri, Stefan aveva ricevuto l’abbraccio ideale di tutti i ragazzi della sua scuola, l’Itis, che hanno osservato un minuto di silenzio in suo onore e poi hanno incontrato nell’aula magna Don Edoardo Rossi, con il quale hanno chiacchierato a lungo per provare ad affrontare un po’ più serenamente questo momento così difficile.