IN ARRIVO IL FILM GIRATO DAI RAGAZZI DEL CEIS CON LA REGIA DI STEFANO ALLEVA (foto) - Tuttoggi.info

IN ARRIVO IL FILM GIRATO DAI RAGAZZI DEL CEIS CON LA REGIA DI STEFANO ALLEVA (foto)

Redazione

IN ARRIVO IL FILM GIRATO DAI RAGAZZI DEL CEIS CON LA REGIA DI STEFANO ALLEVA (foto)

Gio, 25/02/2010 - 12:24

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“Affari di famiglia, una commedia nera in tre atti”. È il nuovo lavoro cinematografico del famoso regista Stefano Alleva. Gli attori non sono i volti noti della televisione con cui è abituato a lavorare, ma i ragazzi della comunità terapeutica di Camposalese del Centro di Solidarietà “don Guerrino Rota” di Spoleto, insieme agli operatori e alla direttrice Alessandra Fontana. Nessuno è attore professionista, nessuno lo fa per carriera. Lo fanno solo per scoprire i talenti, offuscati per troppo tempo dalla dipendenza da sostanze stupefacenti. Una sorta di riscatto esistenziale. Un modo per dire alla società “ci siamo anche noi, non siamo da buttare”. Il progetto ebbe inizio nel maggio 2009 quando Stefano Alleva – che ha stabilito la sua residenza a Spoleto – visitò il Centro di Solidarietà, conoscendo i ragazzi, in particolare quelli della comunità di Camposalese. Propose loro un piccolo incontro per parlare del suo mestiere, il cinema. L'incontro ebbe successo e i ragazzi dimostrarono particolare attenzione. Nacque, dunque, l'idea di fare con loro un piccolo progetto cinematografico, che ora sta volgendo al termine. La trama del film – che all'inizio doveva essere un cortometraggio e poi si è trasformato in lungometraggio – è stata scritta da uno di loro, da un uomo di 41 anni di Foligno che sta compiendo il percorso di uscita dalla tossicodipendenza proprio nella comunità terapeutica di Camposalese. Fin da bambino aveva la passione per la scrittura. Adesso – dopo essere caduto nel vortice della droga – ha liberato la sua fantasia, la sua genialità. Genialità che ha trovato concretezza nell'esperienza e nella bravura di Stefano Alleva e di sua moglie Eva. Alcuni professionisti umbri dello spettacolo hanno condiviso questo progetto. Un film vero, dunque. Anche con un direttore di fotografia di richiamo: Franco Lecca direttore delle foto nella serie televisiva Il Commissario Montalbano e Pinocchio. Pure lui è giunto a Spoleto gratis. Il film è una pura finzione. Racconta di cinque cugini che, per varie ragioni, hanno esistenze disastrate. Vengono messi di fronte alla realtà quotidiana dalla morte della zia e dalla lettura del testamento. La signora non ha lasciato nulla ai nipoti. Da qui partono una serie di avventure divertenti, articolate e complesse. Come in tutti i film che si rispettino ci sono colpi di scena e finale a sorpresa. Le riprese del film sono iniziate lo scorso mese di ottobre nella struttura di Camposalese e in alcuni luoghi significativi della città di Spoleto. Il progetto, è bene sottolinearlo, è a costo zero, addirittura in rimessa. Il montaggio delle scene viene fatto da Alleva con l'aiuto di Daniele Bartoli e dei ragazzi. Artisti umbri arrangeranno e comporranno musiche originali per il film. Questo lungometraggio vuole essere solo un piccolo contributo a tutte le altre attività prioritarie e fondamentali del programma terapeutico. Ha, comunque, creato maggiore unità tra i ragazzi e grande senso di responsabilità. Soddisfatto Stefano Alleva. «È un'esperienza travolgente», dice. «Questi ragazzi sono eccezionali, si sono messi in gioco. Assisto ogni giorno ad un eroismo da parte di queste persone, perché scegliere di fare un percorso di recupero dalla tossicodipendenza non è facile. Però, hanno messo nel progetto energia, serietà e dedizione. I ragazzi hanno anche dovuto fare uno sforzo ulteriore per il film. Nella comunità, infatti, essi hanno dei compiti ben precisi da portare avanti. Durante le riprese non hanno mai abbandonato nessun servizio. Pur di essere pronti per girare le scene, si sostituiscono nei compiti comunitari. Certo, alcuni hanno delle lacune come attori in quanto privi di esperienza. Ma posso dire che nel girare le scene hanno dimostrato la stessa professionalità degli attori di mestiere. Forse anche di più». Questo film dei ragazzi del Centro di Solidarietà sta già riscuotendo successo prima della sua uscita, prevista per i primi giorni del mese di aprile. È intenzione dare ampia visibilità al lavoro svolto. Intanto la trasmissione di approfondimento di Rai 1, TV Sette, ha realizzato un servizio su questo progetto. Mons. Eugenio Bartoli, presidente del Centro di Solidarietà, sottolinea come «la visibilità del progetto sia importante per far capire che è possibile dare alla propria vita una speranza nuova, che dietro ad un uomo o una donna dipendente da sostanze c'è una persona che ha delle passioni, dei talenti, una spiritualità forte, una fantasia particolare».


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