Luca Biribanti
Una città che sull'immigrazione ha numeri paragonabili a quelli delle grandi metropoli, con l'11% della popolazione costituita da cittadini stranieri, secondo l'ultimo censimento Istat 2012. Il dossier 2013 sull'immigrazione Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) – patrocinato dal Ministero delle Pari Opportunità e dal Ministero per l'Integrazione e a cura del Centro Studi e Ricerche Idos – vede Terni al 15° posto tra le province in cui si realizza il più alto indice di potenziale di integrazione, con il 56,9% di indice di inserimento occupazionale e il 69,2% di inserimento sociale. Il podio va a Macerata, Mantova e Imperia. Per quanto riguarda il dato regionale, l'Umbria è invece al 12° posto, mentre le regioni più virtuose per l'integrazione di cittadini stranieri sono Piemonte, Emilia e Liguria. Rispetto al 2012 in Umbria c'è stato un calo dell'incremento di stranieri; dal 25,2% si è passati a un 24,2%, secondo i dati del Cnel. Un altro dato significativo: la quota dei nuovi nati stranieri sul totale della regione è stata nel 2012 del 18,8% e le acquisizioni di cittadinanza italiana sono state 1200.
Le comunità non EU maggiormente rappresentate in regione sono quella albanese con il 26,6%, pari a circa 16.600 persone, quella marocchina con il 15,9%, pari a circa 11.000 individui e l'Ucraina con il 7,3%, pari a circa 5,000 persone.
Questi dati sono stati presentati nell'ambito dell'iniziativa che si è svolta questa sera nella sala consiliare di Palazzo Spada. La presidente dell'Istess, Stefania Parisi spiega la finalità dell'iniziativa: “L'integrazione è un parametro importante per misurare il grado di civiltà di una città. Vogliamo contribuire a portare comprensione e ragionamenti costruttivi su questo problema”.
Leopoldo Di Girolamo ha poi tracciato il profilo della città di Terni sulla questione immigrazione: “Anticamente il fenomeno dell'immigrazione è sempre esistito come opportunità per i popoli di trovare una situazione migliore. Nei giorni d'oggi i numeri ci dicono che un pezzo di umanità e migrante per cercare migliori opportunità in altri paesi del mondo. L'Italia è un punto di transito e spesso un punto di sosta – prosegue Di Girolamo – e siamo più esposti di altre nazioni a questo fenomeno. La nostra città è particolarmente sensibile a questo problema perchè ha nella sua storia, identità e radici, il valore dell'accoglienza. È una città cresciuta sull'immigrazione nazionale e regionale. Nella nostra città – conclude il primo cittadino di Terni – i fenomeni di conflitto e discriminazione sono presente in lieve misura, questo perché c'è cultura dell'ospitalità, ci sono le istituzioni, le organizzazione religiose e laiche che cercano di considerare le persone per il loro reale valore e non per il colore della pelle o della religione praticata”.
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