IL RUOLO DELLA CITTA' DI TODI NEL PERCORSO CHE HA PORTATO ALL'UNITA' D'ITALIA - Tuttoggi.info

IL RUOLO DELLA CITTA' DI TODI NEL PERCORSO CHE HA PORTATO ALL'UNITA' D'ITALIA

Redazione

IL RUOLO DELLA CITTA' DI TODI NEL PERCORSO CHE HA PORTATO ALL'UNITA' D'ITALIA

Gio, 03/02/2011 - 16:29

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di Claudio Ranchicchio (*)

La città di Todi non ha fatto mancare il suo tributo di uomini e di idee per la causa dell' Unità d'Italia, confermandosi luogo di ispirazione per gli ideali liberali che caratterizzarono il processo di unificazione nazionale.

I libri, le lapidi, le cronache cittadine, le fonti d'Archivio e la toponomastica delle vie, evocano ancora oggi gloriosi nomi di patrioti tuderti che non hanno lesinato sangue ed ardore al fine di portare il loro contributo alla causa.

Mi piace partire col ricordo del primo sindaco di Todi, il conte Gerolamo Dominici, un archetipo politico di cittadino, di amministratore e di uomo, figura emblematica del Risorgimento Umbro e Tuderte, e che, di certo, non fu il solo a lavorare e a dare il suo contributo alla causa unitaria.

Nato il 10 gennaio del 1826 a Todi, si formò nel prestigioso Collegio Tolomei di Siena, nel quale, oltre a plasmarsi culturalmente, venne a contatto e conobbe i giovani delle più prestigiose famiglie toscane, che ebbero un ruolo fondamentale nella crescita politica del giovane Dominici.

Dopo aver partecipato alle gesta della Repubblica Romana distinguendosi per valore e capacità, tornò a Todi e contribuì in maniera decisiva alla liberazione della città; divenendone poi Sindaco nel 1860. Voglio qui brevemente ricordare altri importanti personalità, per un giusto e doveroso omaggio a nostri stimati cittadini. Penso a Lorenzo Leoni, infaticabile conservatore di archivi e biblioteche, grazie alla sua tenacia è nata la prestigiosa biblioteca comunale che a lui è giustamente intitolata.

Eleuterio Branzani bravo pittore di fine ottocento, bersagliere e volontario per l'Unità d'Italia. Cosa dire poi di Giuseppe Cocchi, personaggio di fama nazionale come poeta e come segretario della Repubblica Romana del 1849 insieme a Fabretti, Pennacchi e Zambianchi, apprezzato e citato persino da scrittori e poeti come Alessandro Manzoni, Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli.

Il pioniere del volo Don Abdon Menecali, sacerdote, inventore e collaudatore di macchine “leonardesche” per sfidare il cielo; dissero di lui scrittori dell'epoca: “Un prete precursore del volo, personaggio di rilievo che meriterebbe probabilmente maggiore attenzione per il suo genio, la sua audacia ed il suo patriottismo. A volte il ricordo delle sue vicende si è conservato con le inevitabili distorsioni che produce lo scorrere del tempo; altre volte gli accadimenti che destarono all'epoca ammirazione o scalpore sono caduti nell'oblio: vale dunque la pena di rileggere insieme questi aspetti del presente e del passato, maggiori o minori che possano essere oggi considerati, scritti da protagonisti o da gente comune. E ricollocare il tutto sullo sfondo di una città e di una regione che, se non eccellono per dimensione geografica o per quantità di abitanti, si rivelano però a chi sappia interrogarle preziosi scrigni di memoria e di conoscenza”.

Egli si distinse inoltre nel processo di unità d'Italia per aver esortato i suoi parrocchiani a votare per Vittorio Emanuele II Re d'Italia.

Luigi Tenneroni, anch'esso divenuto poi Primo Cittadino di Todi, organizzatore della cospirazione liberale e monarchica nel 1860. Alessandro Natali editore e stampatore in Roma, molto conosciuto durante la Repubblica Romana del 1849 quando stampava i fogli satirici del “Don Pirlone” ed altri scritti politici.

A Todi collaborò all'altro importante giornale clandestino del movimento liberale “Il Mio Paese”, Luigi Morandi, figura che godeva di fama nazionale, combattente volontario al fianco di Garibaldi a Mentana nel 1867, ma soprattutto poeta, drammaturgo, critico letterario, poi senatore del Regno divenuto in seguito istitutore del futuro Re d'Italia Vittorio Emanuele III.

Egli nasce a Todi nel 1844 ed ha come maestro ed ispiratore il già citato Giuseppe Cocchi, che gli trasmette gli ideali liberali di cui andrà fiero; insegna al Ginnasio, all'Istituto tecnico e fonda nel frattempo una Biblioteca circolante; dopo aver combattuto nelle fila dei garibaldini, si dedica alla poesia di stampo politico e sociale divenendo infine Docente di Letteratura Italiana all'Università di Roma.

La sua fama lo porterà nel 1886 a divenire il maestro e l'istitutore del Principe di Napoli Vittorio Emanuele III, che sarebbe stato il futuro Re.

Questi sono solo alcuni dei nomi che brillano nel firmamento degli uomini illustri del Risorgimento tuderte ma non dobbiamo dimenticare le centinaia di volontari, in gran parte giovani e giovanissimi, che partirono spontaneamente da Todi nella prima guerra di indipendenza e nella seconda guerra di indipendenza del 1859; come anche le camicie rosse che parteciparono alla spedizione dei Mille ed ebbero un ruolo determinante nell'impresa garibaldina di Mentana.

A tutti questi giovani che con entusiasmo seppero prima sognare e poi realizzare una nuova Italia, spesso sacrificando la vita, dobbiamo guardare con ammirazione perché sono ancora un esempio da seguire, per non perdere mai la voglia di credere nella nostra Italia e soprattutto di amare la nostra Patria.

(*) Consigliere comunale Pdl Todi


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