“Abbiamo mutui da pagare. Facciamo sacrifici per mantenere le nostre famiglie e così ci levano il lavoro, che è un diritto di tutti”. Sono preoccupati i 170 venditori ambulanti del mercato di Pian di Massiano che da settembre, potrebbero veder annullato lo storico mercato.
Spostare il mercato dal sabato alla domenica. Il campionato di serie B, quello a cui il Perugia Calcio con grande gioia di tutta la città è stato promosso lo scorso giugno si gioca infatti di sabato, stesso giorno in cui si tiene il più grande mercato della regione, e proprio nel parcheggio più vicino allo stadio “Renato Curi”. Ragione per cui, l’amministrazione di concerto con le istituzioni che si occupano dell’ordine pubblico, avrebbero deciso di lasciare libero Piazza Umbria Jazz nei giorni delle partite, spostando il mercato alla domenica per tutti i fine settimana (uno si e uno no) in cui il Perugia giocherà in casa.
La protesta. Decisione che sabato, durante un’assemblea pubblica organizzata da Confcommercio e Confesercenti, è stata fortemente criticata da tutti i commercianti presenti. “Ognuno di noi – spiega uno degli ambulanti – ha la settimana organizzata in base alle licenze di cui è in possesso, e quasi tutti la domenica abbiamo già pagato per prendere parte ad altri mercati, ma non solo, la questione è che quello di Pian di Massiano è per noi il più importante. Circa 30 mila persone ci sono qui il sabato, clienti che siamo certi sia impossibile avere la domenica. Anche noi siamo tifosi e siamo contenti della promozione del Perugia. Una cosa ottima per la città, ma che non può gravare sul nostro lavoro, mettendo letteralmente a repentaglio l’esistenza stessa di molte delle nostre attività. Non solo ma abbiamo tutti pagato la quota annuale per il suolo pubblico, poco meno di mille euro a testa. Abbiamo un contratto con il Comune per fare il mercato di sabato”.
Fare come a Verona e posticipare. Si potrebbe fare come già il Comune di Verona (che aveva un problema del tutto simile), correndo ai ripari, ha deciso di muoversi. Ovvero chiedere alla Federazione di poter posticipare le partite dalle 15 alle 17 e stabilendo la fin del mercato alle 14 invece che alle 15. Questo consentirebbe ai commercianti di fare tranquillamente il loro lavoro nello stesso giorno delle partite e di sgomberare “il campo” prima dell’inizio della competizione e dell’arrivo delle tifoserie.
170 lavoratori a rischio. Massimiliano Baccari, presidente della Fiva (Federazione italiana venditori ambulanti e su aree pubbliche) è al lavoro proprio per battere questa via, rientrato dal mare in anticipo per stare vicino ai suoi colleghi in questa lotta “Sull’ altare degli interessi dei diritti televisivi 170 famiglie rischiano di finire sul lastrico”, scrive sul suo profilo Facebook che è diventato praticamente la piazza dove tra colleghi discutere la questione. Si perché in ballo ovviamente ci sono i diritti televisivi, che starebbero all’origine del motivo per cui sarebbe difficile pensare al posticipo di orario delle partite.
Resta il fatto che 170 commercianti sul piede di guerra non potranno essere ignorati dalle istituzioni. Ci sarebbe già stato un incontro con il neo assessore al commercio del Comune di Perugia, Cristiana Casaioli che avrebbe manifestato tutta l’intenzione di trovare un’intesa e una soluzione. Intanto però di ufficiale c’è soltanto la nota del 17 luglio, che il Comune di Perugia ha inviato alla Fiva e che recita “vista la necessità di accogliere i tifosi del Perugia, piazzale Umbria Jazz non potrà essere disponibile per ospitare il mercato del sabato. Per il Comune, quindi, la soluzione meno penalizzante per le aziende è quella di far svolgere il mercato nella mattinata della domenica, con orario 8 –14, secondo il calendario che a breve dovrebbe essere formalizzato e reso noto per il campionato 2014/2015”. E così 15 giornate di mercato del sabato andrebbero in fumo. Entro martedì i commercianti saranno pronti a dare la loro risposta che di fatto è la proposta del cammino intrapreso dal comune di Verona. Del resto il calendario del Perugia non è ancora definitivo e una soluzione che metta tutti d’accordo, come auspicato dall’assessore Casaioli si potrebbe ancora trovare.