di David Militoni (*)
Nel consiglio comunale monotematico sul presidio ospedaliero cittadino svoltosi a Spoleto nell'ottobre 2009 alla presenza del Direttore Generale della Asl n.3 Rosignoli e di altri esponenti della direzione sanitaria furono analizzate sia la situazione attuale che illustrate le prospettive future per il “San Matteo degli Infermi”.
Il nuovo piano sanitario regionale che individua la programmazione sanitaria in Umbria per il prossimo triennio sembra riconfermare Spoleto come Dea (dipartimento emergenza urgenza). Questa minimo denominatore sanitario è la condizione necessaria per poter parlare di un futuro ragionevole per il San Matteo.
Per tanto tempo abbiamo gridato allo scandalo per la mancata individuazione di un presidio unico della Asl n. 3 dislocato in maniera più agevole rispetto ai territori che serve, purtroppo ormai queste rivendicazioni fanno parte del passato anche se quei giorni in cui raccoglievamo le firme per l'ospedale unico lungo la Flaminia non sembrano lontani, nella memoria, anni luce. La politica del clientelismo dispendioso dell'Umbria di sinistra produce questo ; due ospedali, Foligno e Spoleto,a venti minuti l'uno dall'altro che per forza di cose dovranno integrarsi nei reparti e nei dipartimenti costringendo l'utenza a rivolgersi all'uno o all'altro presidio in base alle necessità specifiche.
A Spoleto sono state investite ultimamente ingenti risorse, oltre 10 milioni, e per questo, il presidio deve ritagliarsi un ruolo di specificità ed eccellenza regionale in taluni ambiti che deve garantirne la sopravvivenza e la capacità di attrarre utenza da altri circondari e altre regioni. Non bastano le varie conferme, Utic, Anestesia, Rianimazione, Oncoematologia, ma occorre andare oltre avanzando delle pretese che devono tradursi in realtà nel nuovo piano attuativo (PAL). Tali pretese sono state messe nero su bianco in diversi documenti approvati dal Consiglio comunale ma il Comune nulla ha detto nella fase partecipativa al nuovo piano sanitario regionale delle richieste fatte dall'assemblea. Risulta veramente difficile comprendere i motivi di tale silenzio. Altri comuni lo hanno fatto.
Gli eventi delle ultime settimane che hanno suscitato non poche preoccupazioni per il futuro della nostra struttura non possono essere inquadrati come semplici allarmismi. Le parole del collega Piselli, delegato dal Sindaco per le tematiche sanitarie, pronunciate durante l'ultimo consiglio comunale da una persona seria e competente appaiono tuttavia come il tentativo di dare una giustificazione momentanea ad una situazione che sa tanto di emergenza e non il piangersi addosso per le continue spoliazioni subite. Chi le ha causate ? E l'atteso incontro in Regione con i vertici sanitari e l'Assessore competente di cui si è parlato giovedi scorso rischia ormai di essere rimandato sine die a causa della bufera che travolge in questi giorni il sistema sanitario umbro che ne sta decapitando i vertici. In Consiglio si è parlato di mozione unitaria su tale argomento, ma l'opposizione ha già dimostrato il proprio senso di responsabilità contribuendo a redigere diversi documenti e ad avanzare anche delle proposte concrete. Il suggerimento di valutare la possibilità di creare a Spoleto una struttura per la medicina di simulazione da me richiesta nell'incontro dello scorso anno con i vertici dell'Asl 3 non è neanche stata presa in considerazione.
(*) Consigliere comunale (Componente Pdl IV Commissione Sanità)