I giocatori del Foligno Rugby sul Tatami anziché su un campo sportivo. Sono da poco iniziati infatti, grazie alla collaborazione fra la società di Luigi Coraggi e la Sezione Arti Marziali del Cus Perugia, i corsi di judo per i giocatori di rugby.
Un approccio inizialmente un po' goffo ha successivamente messo in luce una certa abilità degli energumeni della palla ovale nel confrontarsi con uno sport che completamente diverso dal rugby, di fatto, non è. Il maestro Marco Migni, cintura nera al sesto dan Fijlkam, nonché arbitro internazionale, ha infatti iniziato le sue lezioni a partire dalle basi, andando comunque alla ricerca delle attinenze fra le due discipline, affinché, una volta fuori dalla palestra del Centro Universitario Sportivo di Perugia, i giocatori riescano a concretizzare quanto appreso anche sul campo di gioco.
Per fondere le tecniche di judo con i placcaggi di rugby, il maestro Migni si avvale della collaborazione del direttore tecnico del Foligno Rugby Andrea Arena, anche lui esperto di arti marziali, essendo istruttore di karate quinto dan. Così, a partire dalle tecniche di caduta, fino allo sbilanciamento e ribaltamento dell'avversario, i folignati si stanno cimentando con le basi del judo. E alcune peculiarità sembrano perfino innate, perché saper cadere cercando di evitare ripercussioni fisiche, così come atterrare l'avversario il più velocemente possibile, fra l'altro capovolgendolo dal lato migliore fanno già parte del repertorio dei falchetti.
Ma tale bagaglio tecnico va necessariamente incrementato. Niente cinture in palio, ovviamente, ma ci sono comunque tante ambizioni per il prossimo campionato, perché la società punta alla promozione in serie maggiori già dalle prossime stagioni.
Ecco perché a partecipare alle lezioni non è solo il Foligno Rugby, ma anche l'Unione Umbra Rugby (categoria under 20 folignate), ed i giocatori dell'under 18 e 16.
Il ciclo di lezioni si inserisce nella programmazione fisica a completamento di una fase in cui il judo viene utilizzato anche come allenamento di forza.
Commenta il Direttore Tecnico Andrea Arena: “Credo che questa esperienza possa arricchire il bagaglio di un atleta e portare un transfert positivo anche nel campo da rugby. In Francia come in altre nazioni il judo e la lotta vengono insegnate a scuola e diverse squadre professionistiche di rugby utilizzano allenamenti periodici nel corso della stagione. In Italia la cultura è un po' diversa, è difficile aprire a 360° la visione di chi troppo spesso è attaccato a vecchi retaggi culturali. Il bello è stato vedere il divertimento dei ragazzi che con stupore hanno potuto comprendere come con piccoli accorgimenti presi in prestito dal judo, con sbilanciamenti, uso dell'anca e prese, anche con la palla ovale si possono trarre dei grandi benefici. Importante il lavoro del maestro Marco Migni, molto disponibile e pronto a comprendere le analogie e l'utilizzo delle tecniche judoistiche nel rispetto del regolamento del rugby, dove molte azioni non sono consentite”.
“Spero che questa esperienza – conclude il dt Arene – già da me proposta con successo al Perugia Rugby Femminile di Cristina Tonna nel 2003, integrata con un ciclo di lezioni di lotta olimpica, possa comunque ripetersi nell'arco delle prossime stagioni, per segnare una linea importante per il movimento rugbystico a braccetto con le discipline Fijlkam”.
