“In merito alla recente interrogazione del consigliere provinciale Giancarlo Carocci sulle condizioni di sicurezza dell'oramai storico condotto in cemento armato che oltrepassa la valcasana, la locale sede dell'associazione “Ferriera”, volontari di Protezione civile, non può che condividere, seppure in toni meno allarmistici, la posizione assunta dal consigliere, così come condivide qualsiasi azione ad opera di rappresentanti in organi di governo o meno, indipendentemente dal loro colore politico, volta alla salvaguardia e all'incremento delle condizioni di sicurezza dei cittadini, e questo, ci teniamo a precisarlo, non è competenza esclusiva della fazione politica di turno ma della società civile tutta. Il condotto realizzato dall'allora “Terni Società per l'industria e l'elettricità”negli anni tra il 1929 e il 1931, con una portata media di circa 15 mc/s (dati del gestore), é caratterizzato da una ossatura strutturale a piloni in cemento armato, si presenta oggi in buone condizioni di conservazione grazie agli interventi di manutenzione periodica eseguiti dall' Enel prima e dalle S.r.l. gestori del servizio poi, come dichiarato dal responsabile tecnico dell'attuale gestore. Riteniamo comunque che per scacciare ogni dubbio sulle reali condizioni di sicurezza dell'infrastruttura, sia opportuno che la S.r.l. gestore attuale del servizio commissioni una verifica strutturale sul condotto che sia in linea con i parametri definiti dalle recenti Norme tecniche per le costruzioni, approvate con D.M. del 14 Gennaio 2008, ed in vigore dal 5 Marzo 2008, e con l' O.P.C.M. n. 3274/03 e relativo Decreto attuativo del 21/10/03.In particolare il decreto attuativo sopra citato definisce le condotte a fini idroelettrici e le relative componenti strutturali quali strategiche ai fini della protezione civile(allegato A, punto 2, comma 3), sulle quali vige l'obbligo di eseguire verifiche strutturali specifiche entro 5 anni dalla pubblicazione del decreto (2003). Verifiche che nulla hanno a che vedere con le aree a rischio idrogeologico individuate nel P.A.I., e che quindi esulano dalle competenze dell'Ente provinciale in materia idrogeologica, bensì sono finalizzate al rispetto dei requisiti di sicurezza strutturale di quelle opere pubbliche che per la loro importanza economica e sociale vengono definite strategiche ai fini della protezione civile, le cui condizioni di esercizio in sicurezza non possono essere certificate da semplici, seppure attenti, interventi di manutenzione ordinaria, ne da piani di controllo, a meno che questi non comprendano le verifiche sismiche condotte con la procedura imposta da detta ordinanza ministeriale. Preso atto ,ovviamente,che una condizione di rischio come quella in oggetto, a nostro avviso di entità ridotta e non facilmente quantificabile, non può precludere l'esercizio delle attività turistico ricettive presenti in sito, fondamentali per la fragile economia locale, l'azione degli enti locali dovrebbe essere indirizzata verso la pianificazione dell'emergenza, attuata per mezzo di un piano di Protezione civile integrato con gli altri strumenti di pianificazione territoriale in cui siano identificati e quantificati gli scenari previsti di danno conseguenti a una eventuale seppure remota ipotesi di collasso della struttura, e le relative contromisure. Quindi anche in questo, come in altri casi, si veda ad esempio l'annoso problema dello stato di abbandono della vegetazione ripariale del fiume Nera, la parola chiave non può che essere”
Comunicato dell'Associazione volontari di Ferriera