Il centrosinistra, unito, vince, è la frase con cui democratici e socialisti si caricano dopo la tenuta che ha portato Luciano Bacchetta alla guida della Provincia di Perugia. Un’elezione che porta a votare solo gli amministratori dei Comuni e non direttamente i cittadini, come sarà il prossimo 26 maggio, data in cui si andrà alle urne per le europee e per rinnovare alcuni Comuni importanti, come Perugia e Foligno. Come poi, come ha detto il candidato per la segreteria dem Gianpiero Bocci, sono anche un test in vista delle elezioni regionali del 2020. Al quale, anche sulla scia del successo di Bacchetta, molti esponenti dei due partiti vorrebbero arrivare puntando sullo schema che vede l’alleanza Pd-Psi allargata a movimenti e forze civiche.
Lo schema Bacchetta per vincere a tutti i livelli
Ma i sondaggi, almeno per il momento, non confermano che al centrosinistra basti presentarsi unito per vincere in Umbria. Secondo BiDiMedia, nella regione il centrosinistra si attesta al 26,7%, tallonato dal Movimento 5 stelle al 22,2% e staccato dal centrodestra, che grazie al traino leghista arriva al 42%. Né potrebbe bastare, per la rimonta, imbarcare la galassia della sinistra, che in Umbria è data da BiDiMedia ad appena il 4,2%.
Certo, il sondaggio fotografa le intenzioni di voto degli italiani, regione per regione, per le elezioni della Camera. A livello locale, dunque, la spinta di qualche candidato locale potrebbe cambiare un po’ i rapporti di forza. E soprattutto, con la velocità con cui le intenzioni di voto cambiano in questa incerta fase politica, da qui a maggio (per non parlare del 2020 quando si terranno le regionali) la situazione potrebbe cambiare. In ogni direzione.
Il nuovo Pd riparte da Bocci (con Marini)
In Umbria, tra l’altro, confrontando i dati relativi al sondaggio effettuato da BiDiMedia con quelli ottenuti alle politiche dello scorso marzo, a pagare di più sarebbero i 5 stelle, che perderebbero 5,3 punti percentuali (praticamente quanto guadagnato dal centrodestra attraverso la Lega), mentre il centrosinistra passerebbe dal 27,5% al 26,7%. Ulteriore calo per i partiti della sinistra (Sinistra italiana, Articolo 1 – Mdp, Potere al popolo, Rifondazione comunista, Partito comunista), che scenderebbero dal 5,2% al 4,2% attuale.
Una situazione, quella fotografata attraverso il sondaggio di BiDiMedia, che riflette il trend nazionale, con il centrodestra al 42,6%, anche sei rapporti di forza tra Movimento 5 stelle e centrosinistra sono invertiti: 27,1% al primo e 22,1% a Pd, Psi e radicali.