Oggi – mercoledì 23 maggio alle 15.30 – il Consiglio comunale sarà di nuovo convocato per l’approvazione del bilancio consuntivo. E’ la seconda chiamata a Palazzo nel giro di pochi giorni, considerando che la scorsa settimana – non senza polemiche – la massima assise cittadina era saltata a causa della mancanza del numero legale. Un autogol della stessa maggioranza di centrosinistra che non è così riuscita a dare il disco verde al documento contabile.
Nell’occhio del ciclone finì Lorenzo Schiarea, capogruppo di Movimento per Foligno , la cui assenza venne contestata sia dal collega piddino Falasca che dalla capogruppo Seriana Mariani.
Salta il Consiglio comunale sul rendiconto 2017 tra bufere politiche e rischi per l’amministrazione
Le acque ora sembrerebbero più calme, talmente calme che consentirebbero di aggirare scogli imprevisti, anche se il via libera dovrebbe comunque arrivare sul filo di rasoio, considerando che dopo l’addio alla maggioranza di Lorella Trombettoni e di Roberto Ciancaloeoni, capogruppo socialista, torna determinante il voto di Elio Graziosi, uscito dal Pd per passare al Gruppo Misto e quindi a Liberi e Uguali, per fare ritorno ‘responsabilmente’ al gruppo misto.
Se anche questa volta l’approvazione dovesse saltare, per l’amministrazione comunale scatterebbero problemi seri, sino al rischio di commissariamento.
E se i numeri in Consiglio comunale sono un prolema, quelli del bilancio preoccupano le opposizioni, in particolar modo il capogruppo di Forza Italia, Riccardo Meloni.
“Domani si voterà il bilancio e staremo a vedere se ancora una volta, tramite ravvedimenti dell’ultimo minuto, la maggioranza riuscirà ad approvarlo. Al di là del risultato – commenta l’esponente azzurro – è giusto però evidenziare, in maniera corretta, come stanno le cose. In questa legislatura la maggioranza ha costantemente aumentato la tassazione ai cittadini di Foligno. Questa è la verità”.
“Nei giorni scorsi – spiega Meloni – si è tentato di confondere i Folignati dicendo che le aliquote sono rimaste invariate, non è vero – incalza – nel corso della legislatura, iniziata nel 2014, le tasse sono aumentate. E’ aumenta la Tari per le utenze non domestiche tra il 2% e il 5%, cosi come per le utenze domestiche ad esempio tra il 2014 e il 2018 nella quota fissa euro /mq per un nucleo di tre persone, è aumentato di oltre il 5%. Considerevole aumento tra il 2014 e il 2015 per la Tasi, addirittura del 50% con una riduzione delle detrazioni da 50 euro a 25 euro”.
“A conferma di quanto sostengo – spiega Meloni – ci sono due indici che ci dicono che i nostri soldi sono spesi male. Uno è l’indice di pressione finanziaria, che si ottiene dividendo il totale delle entrate col numero dei residenti”.
Questi i dati degli ultimi tre anni forniti dal capogruppo di Forza Italia:
- nel 2015 628 euro;
- nel 2016 661 euro e
- nel 2017 697 euro.
Anche la spesa corrente pro capite, ossia la spesa corrente del comune per ogni cittadino, è aumentata:
- nel 2015 730 euro;
- nel 2016 741 euro e
- nel 2017, 760 Euro
“Quindi al di là dei proclami vi è stato un significativo aumento della tassazione comunale, ancor più inconcepibile a fronte di servizi sempre più scarsi”.