“Ma siamo sicuri che Ikea farà quest’investimento, perché sapete benissimo che avanza il discorso delle vendite online, il problema vero è che queste grosse catene stanno chiudendo per mancanza di fatturato, lasciando veramente i cadaveri nel deserto e lasciando queste infrastrutture a carico delle collettività”. Questi alcuni passaggi dell’intervento in Consiglio comunale, lo scorso settembre del consigliere Carmine Camicia. Un intervento che pare anticipare il disimpegno di Ikea ad investire a Perugia, dopo la scelta della multinazionale svedese di non rinnovare la propria opzione per uno spazio all’interno della nuova Collestrada progettata da Eurocommercial.
Intanto, Ikea ha inaugurato proprio sabato scorso a Collestrada un gazebo “Progetta & Arreda”, in linea con la strategia di puntare sull’online.
Ikea è arrivata a Collestrada, curiosità e perplessità
“A fronte di chi annunciava migliaia di posti di lavoro (cioè l’on. Prisco), di chi disquisiva su logistica e viabilità“, ricorda Camicia, egli “aveva intuito che la vicenda avrebbe avuto esiti ben diversi. Esiti che riteniamo positivi per la città. L’impatto del colosso Ikea, infatti, oltre ai problemi enormi legati al traffico, avrebbe avuto un impatto devastante anche sul nostro tessuto economico. Far nascere qualche posto di lavoro sulla pelle di decine di attività del territorio strangolate dalla concorrenza di Ikea, sarebbe stato un grosso errore. L’Umbria e Perugia in particolare devono puntare sulla piccola media impresa, sul commercio di prossimità, su artigianato e industria di eccellenza. Siamo pieni di centri commerciali che hanno fatto già abbastanza danni“.
“Le dimensioni della regione Umbria – continua il consigliere, candidato a sindaco – la concentrazione demografica ed il territorio vanno valorizzate nel rispetto di una storia e di una tradizione ben lontana dal modello Ikea. Noi siamo per lo sviluppo e la crescita, siamo per gli investimenti e per il nuovo, ma in un quadro di sostenibilità e rispetto dell’ambiente e delle persone, che non stravolga la nostra identità. La Perugia che immaginiamo deve sostenere chi oggi, con la propria attività ed il proprio lavoro, rende unica ed attrattiva la nostra città, non cedendo alle lusinghe ( che poi si trasformano in ipotesi irrealizzabili) dei grandi gruppi e delle multinazionali. Noi sosterremo politiche – conclude Camicia – atte a rafforzare la nostra economia, consapevoli che Perugia è un gioiello che non può essere svenduto a nessuno“.