Riceviamo e pubblichiamo di seguito la lettera di ringraziamento al personale dell’hospice “La Torre sul Colle” di Spoleto inviatoci da Maria Chiara, che ha recentemente perso il proprio padre dopo aver usufruito dell’assistenza della struttura, fiore all’occhiello dell’assistenza sanitaria locale, che supporta tante famiglie che si trovano ad affrontare un doloroso cammino.
Sono passati un po’ di giorni ma le ferite faticano a chiudersi… però la lucidità piano piano sta tornando e non posso non fermarmi a fare pubblicamente un ringraziamento che vive nel mio cuore e che fatica a restarci dentro. Se parliamo di sanità nella nostra città viene facile puntare i riflettori sull’ospedale, sul nostro punto nascite che c’è stato brutalmente tolto… argomenti di un’importanza disarmante, nessuno lo nega, ma in questo frangente vorrei accendere un faro su una realtà che abbiamo in città e che troppo spesso, forse un po’ per paura, viene “nascosta”: il nostro hospice.
Quando, come nel mio caso, il cancro (o qualche altra grave patologia senza dubbio) entra prepotentemente nella vita di una famiglia ci si sente spaesati, senza forze… tutti gli equilibri vengono sconvolti e le priorità ribaltate.. Difficile poter pensare di mettere il malato al centro dell’attenzione perché tutto ci porta verso percorsi diagnostici e terapeutici che fanno perdere di vista il punto centrale: il benessere di chi vive nel proprio corpo questa tempesta e che più di tutti vede sconvolta la propria vita. Così è successo a me e papà.
Ma noi siamo stati fortunati: nella nostra vita abbiamo incontrato degli angeli; eravamo spaventati quando siamo saliti sul colle per la prima volta, pieni anche noi di tanti pregiudizi che quella struttura porta con sé… Ma la disponibilità e l’attenzione degli operatori che lavorano tra le stanze luminose e colorate della struttura hanno scacciato tutte le nostre paure… Dedizione, affetto, sorrisi… tutto ci ha permesso di affidarci a loro e di iniziare un cammino difficilissimo col piede più giusto.
L’assistenza medica è quanto di più “umano” si possa cercare: le dottoresse Marta e Monia (chiamate volutamente solo per nome), coadiuvate da un team di infermieri che definire solo “infermieri “ è più che riduttivo, mettono sempre al primo posto il benessere del malato, permettendo a chi gli sta incontro di focalizzare quali sono veramente i suoi bisogni, senza mai forzare la mano… la loro presenza costante e discreta mi ha permesso di affrontare i momenti più brutti nel modo più naturale e quasi “dolce” possibile, non allontanando l’idea della morte ma insegnandomi a vederla con quella lucidità che da figlia non avrei mai visto… Le psicologhe, i volontari… non è mai mancato nemmeno per un momento il supporto necessario per non crollare, fatto spesso anche di silenzi e sguardi che non mi hanno mai fatto sentire sola.
So di aver probabilmente trattato un argomento poco popolare, ma credo sia fondamentale non dimenticarci del meraviglioso e importantissimo lavoro che tutta la squadra dell’hospice svolge ogni giorno per alleviare la sofferenza di tante famiglie, coadiuvati da Luigia e dall’Aglaia, e pubblicamente voglio dire a tutti loro Grazie per quello che hanno fatto per me e papà fino alla fine, entrando di diritto nella parte più profonda del mio cuore ed in quello della mia famiglia.
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