Nota di colore durante il primo Consiglio comunale dell'era Secondi, il neo presidente si lascia sfuggire un commento sulle opposizioni e i social insorgono
“Gni tufa troppo!”. E’ bastata una frase in dialetto tifernate (o casteléno) a rendere “memorabile” il primo Consiglio comunale dell’era Secondi.
L’uscita “colorita” – documentata anche dalla registrazione della seduta su YouTube – è stata di Luciano Bacchetta, avvenuta a microfono aperto appena dopo la sua elezione a presidente del Consiglio, quando i 24 membri dell’assise si apprestavano a votare il vice.
Primo Consiglio dell’era Secondi, Bacchetta Presidente | I 24 consiglieri
“Gni tufa troppo”
Durante il voto – che ha poi sancito l’elezione a vicepresidente di Filippo Schiattelli – si sente prima una flebile voce, sempre vicino al microfono aperto di Bacchetta, che dice: “Potrebbero fare le congratulazioni, mo sarebbe ora”, riferito alle opposizioni ovviamente avare di complimenti, considerata anche la loro proposta (caduta nel vuoto) di candidare presidente un membro di minoranza. E’ a quel punto che l’ex sindaco si è lasciato andare ad un “Gni tufa troppo!”, ripetuto due volte (qui sotto il video).
“Tufare”, che in qualche dizionario italiano (in alcuno il verbo non esiste) significa “essere caldo e fumante” (e già renderebbe più che bene l’idea), in questo caso – e i tifernati lo sanno – sarebbe sinonimo di “dispiacersi”, o meglio ancora potrebbe essere tradotto con “gli rode troppo”.
Polemiche e ironia
Sicuramente, a parte le polemiche che hanno intasato i social, resta una nota di colore in una seduta di insediamento fin troppo formale – dovuta certo anche all’emozione della “prima”.
Va detto però che la frase sfuggita al microfono non ha lasciato indifferenti molti candidati consiglieri non eletti, ma anche semplici cittadini, che sul web hanno fatto sapere di aver “rivissuto” un piccolo dejavu della scorsa legislatura, dove le sedute consiliari erano sicuramente più scoppiettanti (“Ci risiamo, ricominciamo da dove avevamo lasciato” si legge sui social). Più semplicemente ad altri non è piaciuto il modo né il linguaggio e altri ancora l’hanno presa con ironia: “Dopo il Whatever it Takes di Draghi…un ‘Gni tufa troppo’ di grande apertura istituzionale” scrive un tifernate su Facebook.
Il dibattito prima dell’elezione del Presidente
Ed è proprio sui toni accessi (“da non ripetere in futuro”) dei Consigli passati che l’opposizione è voluta tornare prima dell’elezione del Presidente, ribadendo la proposta di scegliere un candidato proprio tra le file della minoranza “come un’idea costruttiva, di garanzia per tutti, che possa aprire un primo momento di riconoscimento reciproco e dialogo” ha dichiarato Emanuela Arcaleni (Castello Cambia).
Poi Loriana Grasselli (Psi) ha però proposto Luciano Bacchetta “per l’esperienza e il ruolo svolto in questi anni”. E se Andrea Lignani Marchesani (Castello civica) si è auspicato “un presidente garante di diritti e prerogative dell’aula”, Gionata Gatticchi (Pd) ha voluto chiarire come, secondo lo Statuto, “il presidente non è un ruolo di garanzia ma rappresenta il Consiglio. Rispetteremo ruolo minoranze ma quello del presidente è appannaggio della maggioranza”. Più diretto Filippo Schiattelli (Unione civica tiferno), che ha concluso: “Il ruolo del presidente deve essere garante delle prerogative di tutti i consiglieri. Ci risulta difficile credere che il vostro candidato possa farlo. Siamo disponibili a votare anche una vostra proposta alternativa”.
E da qui in poi sappiamo tutti com’è andata: Luciano Bacchetta, dopo 11 anni da sindaco è tornato sullo scranno centrale e più alto della Sala, ribadendo comunque la sua “imparzialità e neutralità nell’interpretare il nuovo ruolo”. Ora non resta che vedere, nel corso dei mesi, se alle opposizioni “Gni tuferà” davvero oppure no…