Un cambio di “modulo”. Non più il 2-1-1-1, ma il 3-1-1. Questa la strada che dovrebbe portare la maggioranza di centrosinistra a trovare la quadra nella complessa composizione della Giunta guidata da Stefania Proietti. Che con i suoi paletti su bilancio (inizialmente), ambiente e soprattutto sanità aveva spiazzato i principali partiti della coalizione che la sostiene, Pd e M5s.
Il M5s la spunta (in parte) sull’Ambiente
E se sulla delega all’Ambiente (ma depurata, pare, di alcune questioni tecniche che la governatrice vuole seguire personalmente o comunque affidare a persone di sua stretta fiducia) alla fine il portavoce regionale dei pentastellati Thomas De Luca sembra poterla spuntare, il segretario del Pd Tommaso Bori dovrà rinunciare alla Sanità. Materia che Proietti vuole seguire direttamente, attraverso la super-manager Donatella Donetti.
La contropartita per il Pd
Un sacrificio (la sanità occupa l’80% del bilancio regionale e, se ben sfruttata, rappresenta un ottimo serbatoio di voti per il futuro) che il Pd pare disposto a compiere in cambio del terzo assessore. Francesco De Rebotti, in procinto di essere chiamato a Palazzo Donini per affiancare lo stesso Bori e Simona Meloni.
Umbria Domani rinuncia ad avere un assessore in Giunta, dato che con l’ingresso della governatrice nel gruppo della civica, questa risulta comunque rappresentata.
La quadra
Una soluzione che, con qualche aggiustamento, potrebbe far trovare la quadra nelle poche ore che restano da qui a mercoledì, la vigilia del primo Consiglio regionale, giorno per il quale è attesa l’ufficialità della Giunta e la composizione del puzzle nello stesso Consiglio con le tessere dem mancanti. Il Pd – che vuole mantenere anche la presidenza dell’Assemblea – con tre assessori vedrebbe riconosciuta la propria forza dominante all’interno della maggioranza (in cui esprime 9 consiglieri su 12). La corrente bocciana (che ha scalato le vette della lista Pd alle urne) vedrebbe ridimensionato il gruppo che, anche sul piano personale, è riconducibile a Bori, già regista dell’operazione che ha portato Vittoria Ferdinandi al potere a Perugia. Terni avrebbe il suo secondo assessore. E la presidente Proietti potrebbe giocarsi con un po’ più di autonomia la partita sulla quale ci ha messo la faccia, quella della sanità.
Le deleghe in Giunta
Certo, proprio la presenza di 9 consiglieri dem obbliga la governatrice a fare attenzione, soprattutto nei voti sul Bilancio. Delega che, come contropartita, è stata offerta a Bori. Una sorta di controllo “economico”, in fondo, sulle operazioni in sanità, che tanto a cuore stanno al medico perugino.
Per Meloni in alternativa alla delega all’Agricoltura (un’altra che, se ben giocata, può portare tanti voti, con la gestione dei fondi europei), si potrebbe aprire quella allo Sviluppo economico. Dove Proietti potrebbe comunque avere un controllo con le nomine sulle Agenzie (per le quali tornerebbe buono il nome di Luca Ferrucci). A De Rebotti, il più a sinistra dei tre dem, la delega al Lavoro può andare bene. Magari in aggiunta a quella relativa alle connesse materie formative (Scuola compresa). Per AVS il nome in cima alla lista è stato sempre quello di Federico Santi; per lui ci sono i Lavori pubblici.
Come corollario a questo schema restano da smussare alcune questioni. A cominciare dalla presidenza dell’Assemblea, che il Pd vuole comunque mantenere (e con De Rebotti in Giunta, potrebbe essere premiato Cristian Betti), mentre Umbria Domani prova a mettere avanti il nome di Bianca Maria Tagliaferri. E poi ci sono le OPA sulle partecipate, da far scattare ad anno nuovo.