Giornata mondiale contro il diabete: a Città di Castello una struttura di accoglienza e prevenzione - Tuttoggi.info

Giornata mondiale contro il diabete: a Città di Castello una struttura di accoglienza e prevenzione

Redazione

Giornata mondiale contro il diabete: a Città di Castello una struttura di accoglienza e prevenzione

Gio, 15/11/2012 - 13:17

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All’indomani della Giornata Nazionale del Diabete, i responsabili dei servizi di diabetologia dell’Alto Tevere e dell’Alto Chiascio, Roberto Norgiolini e Cecilia Marino, fanno un punto sulle azioni di miglioramento e di riorganizzazione realizzate in questo ultimo periodo, al fine di garantire un livello sempre più alto della qualità dell’offerta in termini di cura, percorsi assistenziali continuità delle cure e prevenzione.

Il diabete mellito è una malattia cronica in continua crescita ed espansione; secondo la recente rilevazione Istat relativa al 2011, in Italia sono circa 3 milioni le persone colpite da diabete mellito (il 4,9% della popolazione generale), di cui oltre 90% affette da diabete tipo 2 che è la forma tipica dell’età adulta. La malattia colpisce tutte le fasce di età raggiungendo la sua massima espressione oltre i 60-65 anni, interessando circa il 20-25% della popolazione. Il fenomeno più allarmante e più strettamente correlabile all’incremento della patologia diabetica è rappresentato dal diffondersi dell’obesità, dal cambiamento delle abitudini alimentari e dalla progressiva diminuzione dell’attività fisica.

“Le problematiche derivanti dal diabete – commenta il direttore generale dalla ASL 1 Andrea Casciari – in termini di morbilità, mortalità associata (legata prevalentemente alle patologie cardiovascolari), costi, complessità della cura e dell’assistenza trasformano il diabete in uno dei problemi più rilevanti della sanità pubblica; di qui l’esigenza di implementare programmi di prevenzione primaria nelle comunità e appropriate strategie organizzative da parte delle ASL per migliorare fruibilità dei servizi preposti, la presa in carico sinergica e coordinata con il medico di medicina generale e corretti programmi di gestione integrata nel lungo termine per la prevenzione secondaria e terziaria delle complicanze. In questo scenario si colloca il processo di riorganizzazione e riqualificazione promosso dall’ASL1 per i servizi di diabetologia dell’Alto Tevere e dell’Alto Chiascio”.

“In particolare, al servizio dell’Alto Tevere – spiega Roberto Norgiolini, responsabile del servizio diabetico in Alto Tevere – a cui accedono circa 5.000 i pazienti dagli otto comuni del comprensorio altotiberino, le azioni implementate hanno riguardato il miglioramento strutturale della sede di Città di Castello con spazi aggiuntivi che sono stati messi a disposizione per le attività di accoglienza/front-office, per l’ambulatorio del piede diabetico e per quello nutrizionale della dietista. In parallelo sono state avviate attività educative strutturate con piccoli gruppi di pazienti e corsi di educazione sanitaria dedicati a pazienti insulino-trattati e non, per migliorare l’adesione alle cura, la motivazione e la capacità di autogestione delle proprie problematiche”.

I progressi – Sono state sviluppate soluzioni diagnostico-terapeutiche tecnologicamente avanzate con sensori e microinfusori, cioè dispositivi intelligenti che vengono proposti a giovani pazienti insulino-dipendenti accuratamente selezionati. Nell’ottica di semplificare i percorsi assistenziali e perseguire la continuità della cura, il servizio ha strutturato, in accordo con varie unità operative del presidio, posti riservati per pazienti diabetici complessi che necessitano di approfondimenti diagnostici (cardiologo, oculista, nefrologo, chirurgo vascolare, neurologo): in questi casi il servizio diabetologico provvede a richiedere e prenotare direttamente la visita (con tracciabilità CUP), evitando all’assistito file inutili dal proprio medico di famiglia. Tra le altre azioni concretamente sviluppate Roberto Norgiolini ricorda anche la semplificazione delle procedure per il rilascio dei libretti per i presidi, i corsi di formazione con i medici di medicina generale (per migliorare l’assistenza integrata e la continuità delle cure), il progetto di studio osservazionale per la sindrome metabolica in sinergia con l’unità operativa di Cardiologia.

“L’azione di miglioramento proseguirà – conclude Norgiolini – compatibilmente con le risorse disponibili: tra le ipotesi allo studio ci sono corsie dedicate ai prelievi ematici per pazienti insulino-trattati, nuove e strutturate sinergie con il volontariato, nuove e più qualificate sinergie con i medici di famiglia e medici specialisti all’interno dei servizi”.
Al servizio diabetologico dell’Alto Chiascio accedono circa 4.700 pazienti provenienti non soltanto dai comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Fascia Subappenninica, ma anche dai comuni di Valfabbrica e di Nocera Umbra, con un incremento di 800 pazienti rispetto al 2011. Anche in Alto Chiascio al fine di migliorare i percorsi assistenziali per i pazienti affetti da diabete, l’azienda ha recentemente potenziato il servizio di diabetologia attraverso nuove assunzioni e nuovi spazi: attualmente il team è composto da un medico a tempo pieno ed uno per 24 ore settimanali, due infermiere professionali, una dietista per 24 ore a settimana, un podologo per 18 ore settimanali. Il servizio inoltre può contare su quattro ambienti dedicati.

“Oltre al normale percorso assistenziale per la presa in carico del paziente e i periodici esami e accertamenti, – spiega Cecilia Marino, responsabile del centro di diabetologia dell’Alto Chiascio – il pomeriggio sono attivi ambulatori dedicati ad insegnare, in particolare ai pazienti che assumono insulina, la cosiddetta “conta dei carboidrati”. Uno dei problemi del diabetico, specie del paziente diabete mellito tipo 1, è infatti di variare la somministrazione di insulina sulla base dei carboidrati introdotti con la dieta”. Altri ambulatori sono dedicati all’educazione terapeutica di gruppo, alle medicazioni avanzate per le ulcere da piede diabetico e ai test per la neuropatia periferica ed autonomica, una delle complicanze del diabete mellito, che può interessare sia il sistema nervoso periferico (arti inferiori, piede diabetico), sia il sistema nervoso autonomo (alterazioni cardiovascolari, gastrointestinali, urologiche) e che difficilmente possono presentare una sintomatologia tipica, ma solo riconoscibile attraverso l’esecuzione dei test specifici.

“Dallo scorso marzo – aggiunge Cecilia Marino – è stato avviato il programma di diagnosi e prevenzione della neuropatia diabetica, in collaborazione con l’ADE (Associazione Diabetici Eugubini), che ha donato un particolare software che riduce in maniera significativa il tempo necessario per ciascun esame, permettendo quindi di sottoporre a questa valutazione specifica un numero maggiore di persone e facilitando l’individuazione precoce di coloro che devono essere avviati ai percorsi di prevenzione. Inoltre presso il servizio vengono eseguite le curve da carico di glucosio (OGGT), la erogazione dei presidi per pazienti diabetici, visite per patologia tiroidea completate da ecografia tiroidea ed eventuali esami citologici”.

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